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Gibelli: "Trasporti integrati e più sostenibili"

Il presidente di FNM Group: "Puntiamo a migliorare la vita delle persone"

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La parola sostenibilità è ormai usata in tutti i contesti. Certamente la mobilità è un capitolo dove diventa fondamentale, tra automobili meno inquinanti e trasporto pubblico collettivo. “Rendere i trasporti più sostenibili vuol dire migliorare la qualità della vita delle persone” afferma Andrea Gibelli, presidente di Fnm, il gruppo lombardo specializzato proprio nella mobilità integrata e sostenibile, appunto.

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Come previsto nel vostro Piano Strategico 2021-2025 puntate su un sistema di trasporti basato sulla mobilità sostenibile. Cosa vuole dire?

"Il nostro concetto di sostenibilità è maturato nei 5 anni precedenti la pandemia. Il sistema dei trasporti collettivi è sostenibile per definizione, anche dal punto di vista sociale ed economico. Oggi si parla col Pnrr di ripresa e resilienza, noi nel nostro Piano strategico abbiamo usato un’altra “r”: riposizionamento. Cioè la mobilità come fattore abilitante di una nuova economia lombarda, in un equilibrio tra globale, con il concetto di megacity, e locale, nella tutela delle comunità locali, dei servizi e dei prodotti a km0. E abbiamo anticipato i principi presenti del Pnrr, grazie alle leggi regionali su mobilità sostenibile, qualità dell’aria, rigenerazione urbana".

Come è cambiato questo concetto a causa della pandemia? L’emergenza sanitaria ha accelerato o frenato questo processo?

"La pandemia ha fato nascere il Pnrr ed ha accelerato il processo di transizione ecologica, che ancora prima di essere ambientale è un fenomeno sociale ed economico. Oggi nelle aziende di car sharing e smart working. Nelle università si fa sempre più lezione da remoto. Tutto questo ha delle conseguenze sulla mobilità. Per questo parliamo di riposizionamento: basti pensare a due nostri progetti emblematici, aderenti al Pnrr ma nati molto prima: Fili e H2iseO".

Uno dei settori più importanti della vostra attività riguarda il trasporto ferroviario: come siamo messi in Lombardia?

"Il nostro problema per il servizio è la fornitura di mezzi adeguati. In Italia per fare un treno ci vogliono 24 mesi, prima bisogna fare la gara che richiede altri due anni, infine per autorizzare un treno nuovo a circolare ci vuole un altro anno. Cinque anni totali. Quest'anno arriveranno 56 treni, ma io ho iniziato a impostare il bando d gara nel 2016. Più veloce non potevamo fare... E’ anche vero che in Francia e Germania per fare le gare basta un anno, per fare un treno nuovo ci vogliono 14 mesi e per omologarlo 6-8 mesi. Bisogna avere pazienza: entro il 2026 avremo 281 nuovi treni, tenendo conto che nel resto d’Italia ne circolano 600 e in Lombardia abbiamo un quarto dei passeggeri".

I tempi, oggi, sono condizionati anche dalle materie prime e dai costi dell’energia. Che impatto avranno per voi e quindi sui cittadini questi rincari?

"Devastante! Essendo energivori vedremo i costi aumentare, ma abbiamo chiesto al Governo di compensare gli aumenti. E per i cittadini le bollette si triplicheranno. Dovremmo renderci conto che sarebbe meglio rendersi energicamente più autonomi. Ma in Italia non si possono fare centrali nucleari, nonostante l’energia che stiamo consumando adesso sia prodotto col nucleare in Francia... Non possiamo pensare di risolvere il problema solo con fotovoltaico ed eolico".

Un servizio di trasporti ferroviari efficiente dipende molto anche dalla rete, che però non dipende da voi.

"Nel 2018 Regione Lombardia ha firmato un contratto con Rfi da 13,7 miliardi di euro per l’ammodernamento della rete, 1.700 km, ma ci vorranno 10 anni. Noi intanto stiamo intervenendo sui 300 km di nostra competenza. Ad esempio stiamo eliminando tutti i passaggi a livello, aumentando così la sicurezza della rete. Ma quella che incide maggiormente sui ritardi dei treni è la rete di Rfi: Trenord avvisa che i ritardi sono dovuti alla rete e non al treno, ma giustamente ai passeggeri che pagano per un servizio non interessa di chi è la responsabilità".

Il progetto H2iseO punta a creare un servizio efficiente e sostenibile?

"Nel 2023 avremo in Val Camonica, tra Brescia-Iseo-Edolo, la prima linea di treni a idrogeno in Italia e in Europa, e tra le prime nel mondo. Ci vogliono condizioni particolari per realizzare un progetto di questo tipo, infatti non è adatto a tutte le linee. In Val Camonica ci sono diversi fattori che rendono questo progetto realizzabile, come la presenza di molte gallerie realizzate all’epoca dei treni a vapore e una valle molto industrializzata. In altri casi puntiamo ad elettrificare le linee, proprio per motivi di impatto ambientale ed economici".

E adesso Fili, uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana ed extraurbana in Europa.

"Fili, come evoca il nome, è un progetto di ricucitura urbana, che interessa 54 km di linea ferroviaria, da Cadorna a Malpensa, con sei progetti diversi: quattro sull’architettura delle stazioni Cadorna, Bovisa, Saronno e Busto Arsizio; un parco lineare di 70 km che coinvolge 24 amministrazioni comunali con un piano di ripiantumazione e una superstrada ciclabile. Avremo la prima autostrada per bici, da Cadorna a Malpensa, senza interferenze e quindi con massima sicurezza, con servizi e strutture dedicate lungo il percorso. Tutti insieme, i sei progetti interesseranno un area di oltre 2 milioni di metri quadrati. Innescando lo sviluppo di altri progetti. Ad esempio a Saronno verrà realizzato su un area di 38mila mq un museo del viaggio, e dove sorgeva la storica fabbrica di auto Isotta Fraschini nascerà una sede dell’Accademia di Brera, collegata con quella milanese in soli 20 minuti di treno. Oppure a Busto Arsizio ci sarà un progetto di housing sociale per studenti universitari: affitti meno cari a soli 35 minuti dalla città. Sviluppare le economie locali in una visione globale di megacity lombarda".

In questa visione si colloca anche il servizio di car sharing elettrico E-Vai?

"Certamente è parte del sistema di trasporti e mobilità sostenibile che vogliamo realizzare. In Lombardia l’80% della popolazione abita in raggio di 5 km da una stazione ferroviaria. E l’auto elettrica può servire per coprire queste distanze. Il nostro obiettivo è arrivare che con un unico biglietto, attraverso la nostra piattaforma digitale, si potrà usare l’auto elettrica fino alla stazione, prendere il treno e tutti gli altri mezzi del trasporto pubblico locale. Ovviamente sarà necessario avere le infrastrutture adeguate, a cominciare dai treni nuovi e dalle colonnine di ricarica, oggi presenti in 70 comuni lombardi".

E in questo sistema di trasporti sostenibili come si posiziona l’acquisizione di Milano Serravalle – Milano Tangenziali?

"Si colloca dentro al perimetro indicato dal Piano industriale: in previsione del trasporto a idrogeno prevederemo delle stazioni di rifornimento per i mezzi pesanti e le auto. Inoltre avendo le informazioni sul traffico, potremo suggerire il percorso più adatto per integrare auto e treno, evitare di entrare in città e suggerire dove conviene prendere i mezzi pubblici per evitare il traffico e ridurre i tempi. Integrando le informazioni della mobilità individuale con quella collettiva, avremo un sistema sempre più collegato e sostenibile".

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