un bambino dal cuore grande

Lapo, il bimbo di 8 anni che anziché i giochi chiede una mano ad aiutare i bisognosi

Dopo la prima "missione" ora il piccolo, che studia a Monza, vuole coinvolgere anche i compagni di classe.

Lapo, il bimbo di 8 anni che anziché i giochi chiede una mano ad aiutare i bisognosi
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Il piccolo Lapo Dioguardi ha solo 8 anni, ma ha il cuore grande. Perché lui, anziché i giocattoli, come sarebbe normale per un bimbo della sua età, ai suoi genitori ha chiesto di aiutare chi ne ha bisogno. Un desiderio che il bambino aveva espresso già da tempo  e che si è concretizzato la scorsa settimana quando, insieme alla mamma Giorgia, al papà Salvatore e a una compagna di classe, è andato in stazione centrale a Milano a distribuire generi alimentari a chi una casa non ce l’ha.

Il cuore grande del piccolo Lapo

A raccontare la sua storia è Prima Monza: venerdì della scorsa settimana il bambino, residente a Brugherio e alunno della scuola elementare delle "Preziosine" (nel capoluogo brianzolo) ha consegnato ai senzatetto della stazione centrale di Milano dolci, merendine, brioches, ma anche minestrone in scatola, bottiglie d’acqua, pane morbido e legumi che lo stesso Lapo ha scelto e acquistato nel pomeriggio, sotto l’occhio vigile e attento della mamma Giorgia Fasolini.

"Mio figlio ha da sempre manifestato la necessità di aiutare gli altri - ha spiegato orgogliosissima - Ha un’empatia fuori dal comune che sicuramente ha ereditato da mio padre, imprenditore da 25 anni in Brasile, attivissimo nel dare una mano al prossimo".

Ed è stato anche osservando il nonno Guido, che Lapo ha imparato cosa significa spendersi per gli altri.

"Prima che scoppiasse la pandemia eravamo soliti andare a trovare mio padre a Cumbuco, il paese in cui vive mio padre - ha proseguito la mamma - E Lapo non vedeva l’ora di aiutarlo a distribuire i pasti, o a mettere nei sacchetti la frutta che raccoglievamo per portarla ai più bisognosi".

Tutte esperienze che hanno contribuito a formare il carattere di Lapo e che ora ha voluto replicare più vicino a casa.

Dopo la spesa, in stazione centrale a distribuire i viveri

Dopo aver fatto la spesa (e sforato un po’ il budget, come  ha ammesso ridendo la madre) la famiglia è partita per la stazione milanese. Qui c'erano anche i City Angels, associazione che da anni si occupa di aiutare i più bisognosi.

"All’inizio mio figlio era un po’ timoroso. E lo eravamo anche noi perché, non essendo ancora usciti dalla pandemia, abbiamo dovuto spiegarli come adottare tutte le misure necessarie per evitare possibili contagi. Poi, però, dopo aver consegnato un primo sacchetto di viveri, ha iniziato a prendere sempre più confidenza, tanto che ha iniziato a parlare con tutti loro. E’ stato molto commovente vederlo interagire così, una cosa da nodo in gola".

Esempio da seguire

E anche per Lapo l’esperienza è stata significativa, tanto da volerla replicare. Magari insieme ai compagni di scuola.
La mamma Giorgia ha infatti creato un gruppo su Whatsapp - che ha chiamato l’Abbraccio di Lapo - coinvolgendo i genitori degli alunni della sua classe. L’intenzione è di replicare l’esperienza ogni mese o mese e mezzo.

"Vorremmo portare, a turno, uno o due compagni per sensibilizzare i più piccoli sul valore dell’altruismo e della condivisione - ha concluso il genitore - Non deve essere certo una gita scolastica, bensì un momento di riflessione e di crescita. Ho visto quanto era emozionato mio figlio venerdì sera, dopo aver ricevuto tanti sorrisi".

Una famiglia ha già donato una coperta che Lapo non vede l’ora di consegnare.

"Sta già contando i giorni che mancano a quella che noi ormai chiamiamo la nostra prossima missione. Del resto venerdì sera quando eravamo in macchina, sulla via del ritorno, mi ha detto che non era mai stato tanto felice".

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