La lotta per l'inclusione di Marcella STORIE SOTTO L'OMBRELLONE

Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2019 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.

La lotta per l'inclusione di Marcella STORIE SOTTO L'OMBRELLONE
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Un prima e un dopo. Quella diagnosi di autismo a fare da spartiacque tra due vite. Poi la paura, la forza ritrovata e la voglia di raccontare nel nome dell’inclusione. Marcella Molteni, 39 anni, impiegata commerciale, è un simbolo di tenacia e coraggio.

La lotta per l'inclusione di Marcella

Membro dell’associazione "Diversamente genitori" di Villa Guardia, ha preso la parola durante il Consiglio comunale di mercoledì 10 aprile, portando alla luce un lungo percorso fatto di sacrifici, rinunce ma anche di gioie quotidiane. "Tutto è iniziato da alcuni problemi motori - esordisce Marcella - Prima di iscriverlo all’asilo mi ero già accorta che qualcosa non andava: Mattia camminava ma non era sicuro. Tentennava. Era un bimbo più chiuso degli altri e vedevo tante difficoltà nel movimento". Le prime analisi, la visita dal neuropsichiatra. L’ingresso in un limbo di dubbi e incertezze. "Dopo la prima visita mi avevano rassicurato dicendo che Mattia era semplicemente pigro. I problemi maggiori si sono rilevati quando è entrato alla materna. Nel 2016 sono iniziati gli accertamenti. Ho cominciato a pensare: “Perché a me? Perché a noi?". A giugno il primo ricovero. "Ho avuto il supporto dei miei genitori ma nonostante tutto cambia l’approccio alla vita. Cambiano le relazioni: gli amici parlano magari di quanti secondi ci mette il loro figlio a smontargli il divano mentre il tuo non sa nemmeno saltare. Piano piano ci si aliena".

La diagnosi di autosimo

La diagnosi definitiva nel mese di settembre dello stesso anno. "Conoscevo poco dell’autismo e mi immaginavo il classico bambino isolato che non parla. Fortunatamente Mattia riesce a comunicare e non è oppositivo. Ma è stata comunque una mazzata: cambia totalmente la vita. Si comincia a essere genitore di un bambino affetto da una disabilità". Le notti insonni pensando a quello che potrebbe essere. «Mi addormentavo pensando al futuro. Mi dicevo: “Se non ci sono io chi si prenderà cura di Mattia? Devo stare sempre bene per lui”. Poi, a ogni notizia di bullismo, immaginavo come poteva essere la sua vita a scuola". Da qui una riflessione sull’importanza dell’inclusione, sul sensibilizzare la cittadinanza a questo tipo di problematiche.

Un appello all’accettazione

Lo stesso appello che Marcella ha rivolto in Consiglio comunale ai presenti. "Mattia è un bimbo buonissimo, apprende velocemente. Ha passioni mirate: gli piace il giardinaggio, ama i soffiatori, i decespugliatori e i trattorini. E gli piacciono tantissimo i campanili. Ora sta prendendo lezioni di batteria. Noi genitori di bambini con disabilità facciamo la nostra parte ma l’accettazione deve arrivare sempre dagli altri. Non bisogna avere timore e paura di questi bambini".

Massimo Montorfano

(Giornale di Olgiate, sabato 20 aprile 2019)

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