Controlli al Caffè Mondo di via Milano: 26kg di cibo conservati in pessime condizioni
Il locale faceva anche attività di ristorazione malgrado sia registrato come caffetteria.

I residenti si lamentano per i disagi vissuti a causa del Caffé Mondo di via Milano 222. Ieri sera, 8 agosto, la Polizia di Stato e il personale dell’ATS Insubria (Nucleo Centrale DIPS – UOC Igiene Alimenti e Nutrizione), hanno effettuato dei controlli dell’esercizio commerciale.
Controlli al Caffè Mondo di via Milano
Dopo un accurato controllo dei clienti da parte degli operatori della Polizia di Stato, gli Ispettori dell’Asl e gli agenti della Polizia Locale addetti alla sezione “commercio” hanno proceduto a attente verifiche circa il rispetto della normativa in materia igienico sanitaria, riscontrando la non conformità dell’esercizio in relazione alle norme poste a tutela delle condizioni strutturali dei locali, di quelle riguardanti le attrezzature utilizzate nel bar e di quelle inerenti al rispetto dell’igiene nella lavorazione degli alimenti, delle condizioni di pulizia e sanificazione, delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti pronti a essere somministrati alla clientela.
Inoltre la dichiarazione certificata di inizio attività, presentata dal titolare dell’esercizio commerciale non risultava coerente con l’attività effettivamente accertata: a fronte di un’attività dichiarata di “ristorazione e somministrazione di alimenti, bevande e panini”, identificabile come attività di bar e caffetteria, si riscontrava invece la presenza di una vera e propria attività di ristorazione con la presenza di carne, pesce, verdure, gelatine.
Per quanto riguarda le condizioni strutturali e le attrezzature, le strutture non soddisfacevano i prerequisiti previsti per la specifica attività attualmente svolta, i locali e gli spazi non erano utilizzati in relazione alla destinazione d’uso prevista.
Durante l'attività sono quindi stati distrutti circa 26 kg di alimenti, conservati in pessime condizioni igieniche.
Il titolare è stato diffidato a rispettare la destinazione d’uso della SCIA dichiarata e ad astenersi dal proseguire l’attività di ristorazione non essendovi le condizioni strutturali nonché di rispetto della normativa vigente. Nella circostanza venivano elevati diversi verbali di contravvenzione.