Addio partigiano Ernesto Maltecca: una vita di testimonianza soprattutto dedicata ai giovani

Ex consigliere comunale, tuttora presidente della "Combattenti e Reduci": mente lucidissima, nel suo ultimo appello l'eredità storica e civica.

Addio partigiano Ernesto Maltecca: una vita di testimonianza soprattutto dedicata ai giovani
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Addio partigiano Ernesto Maltecca: è scomparso ieri notte, domenica 15 settembre, a Olgiate Comasco all'età di 96 anni. Era l'unico ancora in vita del Gruppo Clerici della 52esima Brigata Garibaldi.

Addio a Maltecca, partigiano e testimone di pace

Negli ultimi mesi, a più riprese, Maltecca aveva esternato amarezza e preoccupazione per una stagione politica in cui sembravano prevalere odio, intolleranza ed episodi a sfondo razzista e fascista. Ernesto Maltecca, col filo di voce che gli rimaneva, non aveva paura di manifestare il proprio dissenso, appellandosi in particolare ai giovani. L'ultimo discorso ufficiale in occasione della celebrazione dell'anniversario della Liberazione, nell'aprile di quest'anno. Maltecca, ex consigliere comunale nella fila del Partito comunista italiano, era l'anima dell'associazione Combattenti e Reduci, di cui per anni è stato presidente della Federazione interprovinciale. Tuttora presidente del sodalizio di Olgiate Comasco e presidente onorario della Federazione interprovinciale. Ieri notte la scomparsa. Recentemente era rimasto molto colpito dai lutti vissuti dal gruppo Alpini di Olgiate: la scorsa settimana l'addio al maestro e amico, ex segretario della Combattenti e Reduci, Severino Dassiè.

L'ultimo discorso ufficiale

Nella chiacchierata avuta con Maltecca in occasione del 25 aprile 2019, anniversario della Liberazione, Ernesto confidava di avere un peso sull’anima. "Si avvicina il 25 aprile, anniversario della Liberazione - esterna Maltecca - Ho un ricordo vivo di quel giorno pieno di gioia, felicità, libertà: le campanelle della chiesa di San Gerardo (le campane non c’erano più, perché erano state fuse per farne cannoni) che suonavano il motivo chiamato “L’allegria”. Dovrebbe essere così ancora oggi: una Festa, per ognuno senza distinzioni politiche, di razza, di religione. La festa della Liberazione non deve essere solo un ricordo. Il 25 aprile è persino più di un giorno di festa è quasi un sentimento che deve essere mantenuto vitale, preservato nella memoria e protetto con lo stesso spirito delle tante persone che vi hanno fortemente creduto e per il quale hanno lottato. Ma ora le persone hanno perso quel sentimento di giubilo che si prova nell’essere uniti, quella forza che ha fatto di noi un popolo capace di risollevarci dalla vergogna di una guerra inutile quanto disastrosa, che ci ha dato la speranza, la fiducia in un futuro che abbiamo comunque dovuto ricostruire dalle macerie. Insieme. Con la progressiva naturale scomparsa di noi testimoni diretti pian piano si sta cercando di soffocare la memoria, di riscrivere la storia"

L'appello, un'eredità storica e civica

"Arrivato alla mia età mi addolora e mi domando se quello che è stato fatto a costo di tante vite umane non sia stato invano. Ormai sono l’unico rimasto del Gruppo “Clerici” della 52esima Brigata Garibaldi operante nell’Olgiatese. Eravamo tutti uniti nel coraggio e nella volontà, pur mettendo a repentaglio la nostra stessa vita, per sconfiggere il totalitarismo nazifascista. Ecco, per voi, per il mio paese, ne è valsa la pena, sicuramente. Vi auguro di ritrovare oggi la gioia di quella giornata. Di rivivere, ogni giorno il vostro 25 aprile".

La casa col simbolo antifascista

La voglia di metterci la faccia, a discapito degli acciacchi dovuti all'età, lo teneva sempre in trincea. Così, alla porta di casa, nell'ultimo periodo aveva esposto un adesivo colorato ed esplicito: "Qui abita un antifascista". Maltecca era così, persona mite, genuina, attaccatissimo alla moglie Ines e alla propria numerosa famiglia.

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