Capo di gabinetto incompatibile, il caso Scibelli potrebbe costare 400mila euro al Comune di Como
Il giudice però ha rinviato a dicembre una nuova udienza per stabilire l’esatta cifra.
Nuovi problemi per Palazzo Cernezzi. Il giudice del lavoro che ha preso in carico il ricorso presentato da Filippo Scibelli dopo l'annullamento del contratto per presunta incompatibilità come capo di gabinetto del Comune di Como ha infatti dato ragione all'ex colonnello dei Carabinieri.
Capo di gabinetto incompatibile
Era il 22 febbraio 2018. Quindici giorni dopo l'annuncio del nome di Scibelli a braccio destra di Mario Landriscina, era arrivato l'annullamento del contratto. La nota del Comune spiegava: "“Nella tarda serata di ieri (21 febbraio) l’Ufficio preposto ha formalizzato una nota nella quale ha evidenziato che, nell’ambito di controlli successivi all’assunzione del dott. Filippo Scibelli, sono emersi elementi suggestivi per una presunta incompatibilità dell’incarico recentemente affidatogli. Ottenuto un successivo parere dal settore legale che ha confermato la sussistenza di elementi in tal senso, il dirigente di riferimento ha intrapreso un procedimento di annullamento dell’incarico”. Notizia poi confermata dall'assessore al Personale Elena Negretti in consiglio comunale.
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Il giudice del lavoro ha definito “illegittima” la rescissione del contratto aggiungendo che l’utilizzo dell’autotutela da parte dell’amministrazione sia stato “illegittimo e improprio” poiché tale strumento è da utilizzarsi solo all’interno delle procedure amministrative e non nella gestione dei rapporti di lavoro.
Ora quindi, di regola, Scibelli avrebbe diritto per intero al compenso previsto dal contratto, ovvero circa 400mila euro, che potrebbe ricadere sul bilancio comunale. Il giudice però ha rinviato a dicembre una nuova udienza per stabilire l’esatta cifra.