Caglio si riscopre meta turistica e religiosa STORIE SOTTO L'ALBERO
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CAGLIO - La chiesa dei Santi Gervaso e Protaso a Caglio vanta ben settecento anni di storia e arte, tutte da scoprire. L'antica parrocchiale del minuscolo borgo di montagna racchiude interessanti opere architettoniche e artistiche. Proprio a ridosso della chiesa principale sorge la chiesetta di San Giuseppe, recentemente oggetto di lavori di ristrutturazione delle coperture dopo anni di attesa.
Caglio si riscopre meta turistica e religiosa
Già nel 1300 la parrocchiale è censita come dipendenza della pieve di Asso e già allora i «Monti di Sera» erano un’unica parrocchia, proprio come oggi. La chiesa, inizialmente più piccola e modesta, fu ampliata con l’autorizzazione del cardinal Borromeo nel corso del 1600, con il termine dei lavori prolungatosi fino al 1660 causa numerose vicissitudini, tra cui la peste di manzoniana memoria, che hanno notevolmente rallentato la sua edificazione. Nel periodo barocco sono stati costruiti l’altare a tempietto e la balaustra di marmo che vediamo all’interno, mentre è del 1728 la maestosa facciata, con il portale scolpito in serizzo, pietra grigia molto usata nelle costruzioni in Vallassina. Alla fine del ‘700 l’interno fu abbellito con quattro quadri di Andrea Appiani, il grande pittore neoclassico che ritrasse anche Napoleone. Sempre suo l’affresco del soffitto, che ritrae i santi Gervaso e Protaso, opera che diede ampia notorietà all’artista milanese. Infine nel 1913 fu realizzato il pallio di argento e bronzo dorato che oggi si trova nella Caglio. L’arcobaleno che incornicia la chiesa dei Santi Gervaso e Protaso e un particolare della chiesa di San Giuseppe a ridosso di quella principale chiesetta adiacente di San Giuseppe. I Santi Gervaso e Protaso a cui è dedicata vennero martirizzati alla giovane età di 25 anni durante l’impero romano. Recenti ricerche dell’Università degli Studi di Milano hanno confermato la storia di questi giovani martiri confermando il fatto che fossero effettivamente gemelli vissuti in epoca romana. I resti analizzati dai ricercatori sono custoditi nella basilica milanese di S. Ambrogio. Caglio si scopre essere un borgo ricco di storia e di storie, incastonato tra le montagne lariane e il lago di Como. Il paese che ha mantenuto una struttura architettonica armoniosa e rasserenante è oggi molto conosciuto per il «Percorso Segantini», un omaggio al maestro del Divisionismo che qui visse e lavorò per un periodo di tempo.
Ed è proprio il 15 gennaio che si ricorda l’anniversario della nascita di Giovanni Segantini, autore del famosissimo «Alla Stanga» che riproduce proprio, sui prati di Caglio, il bestiame di ritorno dal pascolo per la mungitura. Anche l’inverno diventa così un’occasione per una gita fuori porta sia sulle orme del pittore sia per chi cerca fede e spiritualità. Del resto, Caglio annovera tra le sue chiese anche il Santuario della Madonna di Campoé.
(Giornale di Erba, 19 gennaio 2019)