CERMENATE – Roberta Amadeo è oro ai Mondiali per la specialità handbike. C’era anche una cermenatese a Emmen, in Olanda, dove dal 11 al 15 settembre si sono disputati i Mondiali di Paraciclismo. Una cermenatese che ha centrato il primo posto. Una vittoria che arriva dopo tanto impegno e fatica e che fa sembrare più vicino il sogno di Tokio 2020, grazie ai preziosi punti acquisiti in prospettiva della qualificazione. Di ritorno dal trionfo, l’abbiamo intervistata, fresca di medaglia. Come si è preparata, fisicamente e psicologicamente, per questa sfida? «Ad onor del vero sono 9 anni di preparazione perché con la Sclerosi Multipla non puoi pensare di bruciare le tappe. Alla stanchezza, sintomo più frequente, vanno prese le misure e trovate le strategie per alzare l’a sticella. Mese dopo mese, gara dopo gara, anno dopo anno sono cresciuta e ho messo in pista motivazione, determinazione e coraggio. Quel coraggio che ti fa superare la paura della SM e dei suoi “sgambetti”. Più che di sogni vivo di obiettivi il più possibile a corto e medio termine perché siano raggiungibili. Ecco come sono arrivata al mondiale: credendoci, stringendo i denti, rinunciando a qualcosa…ogni giorno.
Mondiali di handbike: il bellissimo oro di Roberta
Anche se era ormai sera, se pioveva, tirava vento, faceva caldo o semplicemente ero stanca. Ho scelto di gareggiare anche quando non ero per niente in forma. L’ho fatto per misurarmi con i miei limiti, per valutare in presa diretta dove e come dovevo migliorare. Al contrario, certo, di quelli che si presentano solo quando sono al massimo della forma. Per me la prima sfida è sempre con me stessa». In veste di atleta è un modello per tante persone, per chi ad esempio è affetto da Sclerosi Multipla o altre malattie. Sente il peso di questa responsabilità? Che messaggio vuole far trapelare? «Dipende da quello che una persona cerca. Prima di arrivare alla gara, e magari anche senza mai arrivarci, può esserci la voglia di stare all’aria aperta e guardare il cielo, col sole o con le nuvole. La voglia di “fare sport per sport ”, di uscire di casa per una passeggiata in libertà con tuo figlio o per andare a pranzo con gli amici in quella trattoria speciale che si trova a dieci chilometri da casa tua e che con l’handbike si raggiunge in pochi minuti. E poi oggi ci sono biciclette sempre più performanti. Solo pochi anni fa sembravano carriole con tre ruote, oggi sono leggerissime. E ci sono anche le handbike con pedalata assistita che sono una garanzia di pari opportunità».
L’impegno per l’associazione Italiana Sclerosi Multipla
Oltre agli allenamenti, alle competizioni e al lavoro di architetto, c’è anche il suo grande impegno nell’Aism – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, di cui è anche presidente a Como. Vuole aggiungere una riflessione per i nostri lettori ? «Quella di Aism è una lunga storia, ma non è solo una storia da raccontare: è un modo di affrontare la SM insieme, a trecentosessanta gradi, ogni giorno, da protagonisti. E, per me, è un’associazione come AISM il posto dove uno non pensa solo al suo traguardo, ai suoi sogni, ai suoi personali diritti e desideri, ma ai sogni, ai diritti e ai desideri di tutti quelli che hanno la SM, e poi a quelli di familiari e amici, dei medici e dei ricercatori, ai desideri di tutti i nostri concittadini di vivere in una società più libera, giusta, civile, a misura d’uomo. Ognuno, indipendentemente dalla situazione personale, è chiamato a dare il meglio di sé, e così facendo possiamo dare un’immagine nuova delle persone con disabilità che non sono palle al piede o zavorra, ma persone in grado di fare e dire la loro. Il 4-5-6 ottobre scenderò in piazza con “La mela di Aism”per offrire a tutti l’opportunità di contribuire ad “Un mondo libero dalla Sclerosi Multipla”».
(Giornale di Cantù, 5 ottobre 2019)