Mondiali di handbike: il bellissimo oro di Roberta STORIE SOTTO L'ALBERO

Il Giornale di Cantù regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2019 sulle pagine del nostro settimanale.

Mondiali di handbike: il bellissimo oro di Roberta STORIE SOTTO L'ALBERO
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CERMENATE - Roberta Amadeo è oro ai Mondiali per la specialità handbike. C'era anche una cermenatese a Emmen, in Olanda, dove dal 11 al 15 settembre si sono disputati i Mondiali di Paraciclismo. Una cermenatese che ha centrato il primo posto. Una vittoria che arriva dopo tanto impegno e fatica e che fa sembrare più vicino il sogno di Tokio 2020, grazie ai preziosi punti acquisiti in prospettiva della qualificazione. Di ritorno dal trionfo, l'abbiamo intervistata, fresca di medaglia. Come si è preparata, fisicamente e psicologicamente, per questa sfida? «Ad onor del vero sono 9 anni di preparazione perché con la Sclerosi Multipla non puoi pensare di bruciare le tappe. Alla stanchezza, sintomo più frequente, vanno prese le misure e trovate le strategie per alzare l’a sticella. Mese dopo mese, gara dopo gara, anno dopo anno sono cresciuta e ho messo in pista motivazione, determinazione e coraggio. Quel coraggio che ti fa superare la paura della SM e dei suoi “sgambetti”. Più che di sogni vivo di obiettivi il più possibile a corto e medio termine perché siano raggiungibili. Ecco come sono arrivata al mondiale: credendoci, stringendo i denti, rinunciando a qualcosa…ogni giorno.

Mondiali di handbike: il bellissimo oro di Roberta

Anche se era ormai sera, se pioveva, tirava vento, faceva caldo o semplicemente ero stanca. Ho scelto di gareggiare anche quando non ero per niente in forma. L’ho fatto per misurarmi con i miei limiti, per valutare in presa diretta dove e come dovevo migliorare. Al contrario, certo, di quelli che si presentano solo quando sono al massimo della forma. Per me la prima sfida è sempre con me stessa». In veste di atleta è un modello per tante persone, per chi ad esempio è affetto da Sclerosi Multipla o altre malattie. Sente il peso di questa responsabilità? Che messaggio vuole far trapelare? «Dipende da quello che una persona cerca. Prima di arrivare alla gara, e magari anche senza mai arrivarci, può esserci la voglia di stare all’aria aperta e guardare il cielo, col sole o con le nuvole. La voglia di “fare sport per sport ”, di uscire di casa per una passeggiata in libertà con tuo figlio o per andare a pranzo con gli amici in quella trattoria speciale che si trova a dieci chilometri da casa tua e che con l’handbike si raggiunge in pochi minuti. E poi oggi ci sono biciclette sempre più performanti. Solo pochi anni fa sembravano carriole con tre ruote, oggi sono leggerissime. E ci sono anche le handbike con pedalata assistita che sono una garanzia di pari opportunità».

L'impegno per l'associazione Italiana Sclerosi Multipla

Oltre agli allenamenti, alle competizioni e al lavoro di architetto, c'è anche il suo grande impegno nell’Aism - Associazione Italiana Sclerosi Multipla, di cui è anche presidente a Como. Vuole aggiungere una riflessione per i nostri lettori ? «Quella di Aism è una lunga storia, ma non è solo una storia da raccontare: è un modo di affrontare la SM insieme, a trecentosessanta gradi, ogni giorno, da protagonisti. E, per me, è un’associazione come AISM il posto dove uno non pensa solo al suo traguardo, ai suoi sogni, ai suoi personali diritti e desideri, ma ai sogni, ai diritti e ai desideri di tutti quelli che hanno la SM, e poi a quelli di familiari e amici, dei medici e dei ricercatori, ai desideri di tutti i nostri concittadini di vivere in una società più libera, giusta, civile, a misura d’uomo. Ognuno, indipendentemente dalla situazione personale, è chiamato a dare il meglio di sé, e così facendo possiamo dare un'immagine nuova delle persone con disabilità che non sono palle al piede o zavorra, ma persone in grado di fare e dire la loro. Il 4-5-6 ottobre scenderò in piazza con “La mela di Aism”per offrire a tutti l’opportunità di contribuire ad “Un mondo libero dalla Sclerosi Multipla”».

(Giornale di Cantù, 5 ottobre 2019)

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