Padre Ambrosoli beato: "Era un campione di fede, speranza e carità"

Il personale ricordo scritto dal missionario e giornalista comboniano padre Giulio Albanese.

Padre Ambrosoli beato: "Era un campione di fede, speranza e carità"
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Padre Ambrosoli beato: la decisione di papa Francesco ha riempito di giubilo Ronago, il suo paese di origine, e tutta la comunità dei Comboniani.

Padre Giuseppe Ambrosoli: l'omaggio scritto da padre Giulio Albanese

La comunicazione tanto attesa, che sancisce il via libera alla beatificazione del missionario comboniano ronaghese, viene sottolineata oggi, martedì 3 dicembre, da un altro comboniano. Padre Giulio Albanese, missionario e giornalista con lo sguardo sempre attento anche ai più sperduti angoli del mondo, vincitore di una ventina di premi giornalistici e letterari, insignito del titolo di Grande ufficiale della Repubblica italiana, dedica padre Ambrosoli un post sulla propria pagina Facebook. Un lungo post che racconta la gioia per la conferma della beatificazione.

 

Medico e missionario

Così scrive padre Giulio Albanese: "Il missionario medico comboniano padre Giuseppe Ambrosoli sarà presto beato. Infatti, papa Francesco, ha riconosciuto ufficialmente, sabato scorso, il miracolo attribuito all’intercessione del religioso, l’ultimo passo che ora condurrà alla beatificazione. Il miracolo che gli è stato attribuito risale al 25 ottobre del 2008: una giovane donna stava morendo, nell’ospedale di Matany, nel settore nord orientale dell’Uganda. Colpita da setticemia, perso il figlio che portava in grembo, non aveva più speranze. Ma il medico che l’assisteva le pose sotto il cuscino un’immagine di padre Giuseppe e, con i parenti, pregò tutta notte “Il grande dottore”. La mattina dopo, la giovane riaprì gli occhi, era viva, era guarita. Si chiama Lucia, è tornata dalla sua famiglia. A questo punto manca solo il decreto ufficiale per la beatificazione e non dovrebbe passare molto tempo. Nato il 25 luglio 1923 a Ronago (Como), padre Giuseppe scelse di lasciare la famiglia e una brillante carriera di medico per dedicarsi agli ultimi. “Dio è amore, c’è un prossimo che soffre ed io sono il suo servitore”. Con queste semplici ma profonde parole aveva annunciato alla mamma e ai familiari la sua vocazione missionaria. Conseguita la laurea in medicina e chirurgia, si era recato a Londra per specializzarsi in malattie tropicali, per entrare poi a far parte della congregazione dei missionari Comboniani e il 17 dicembre 1955 essere ordinato sacerdote".

Il personale ricordo: "Campione di fede, speranza e carità"

Padre Giulio Albanese continua con un personale ricordo del beato ronaghese. "Nel febbraio 1956 padre Giuseppe si imbarcò per l’Africa. Venne destinato a Kalongo, un villaggio sperduto nella savana, nel Nord Uganda (arcidiocesi di Gulu), per gestire un piccolo dispensario medico. Vi rimase fino alla sua morte, nel 1987, dando vita ad uno straordinario ospedale missionario. Il sottoscritto, padre Giulio Albanese, ebbe modo di conoscerlo in Uganda all’inizio degli anni 80, e lo ricorda come un autentico campione nella fede, nella speranza e nella carità. Fu proprio lui a curarlo dal primo attacco di malaria, nel 1983, nella missione di Kalongo, con la clorochina (farmaco antimalarico) e tanti rosari!".

 

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