Smart Working, in Lombardia lo usa il 7% delle aziende. Currò: "Imprese, non siate diffidenti"
Il deputato: "Sono sicuro che, passata la crisi, tante imprese lombarde e italiane riproporranno progetti di questo tipo".
L'emergenza Coronavirus potrebbe portare con sé non solo aspetti negativi. Nonostante la crisi che il paese sta vivendo, Giovanni Currò, deputato comasco del m5s, ha voluto portare all'attenzione l'importanza dello smart working per mantenere viva la produttività del paese.
Smart Working
In questo periodo di emergenza, il coronavirus può risultare uno stimolo per la crescita del telelavoro.
L’emergenza Coronavirus, che ormai attanaglia il Paese da settimane, porta però con sé un elemento positivo e di novità: l’aumento dello smart working. Se è vero che l’allarme fatto scattare dal COVID19 ha costretto lavoratori di grandi e piccole imprese a dover lavorare da casa, è altrettanto vero, tuttavia, come l’Italia non sia poi così “smart” (ultima in Europa, con soltanto il 2% delle imprese, a fronte di una media europea del 25%). In particolare, in Regione Lombardia lo smart working viene utilizzato nel 7% delle aziende.
Il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 23 febbraio scorso prevede la possibilità, fino al 15 marzo, di poter accedere allo smart working in maniera semplificata. Per l’azienda, infatti, è sufficiente comunicare al dipendente la decisione di richiedere il lavoro agile.
“Cerchiamo di guardare il lato positivo” - afferma Currò, membro della Commissione Finanze alla Camera - L’emergenza COVID19 può essere un’occasione per ripensare a tutto il sistema dello smart working. Il dato non certo positivo sull’utilizzo del 'lavoro agile', soprattutto per le piccole-medie imprese, è un ostacolo che va superato, perché non permette allo smart working di decollare ed essere adeguatamente utilizzato. Una diffidenza da parte di datori e imprese errata, perché lo smart working permette ai professionisti di essere efficienti anche da casa, senza compromettere l’economia del paese, ma anzi, con risvolti positivi in termini di risparmio di denaro e migliorando la vita delle famiglie e delle città. Sono sicuro che, passata la crisi, tante imprese lombarde e italiane riproporranno progetti che si sono dimostrati efficaci in questo periodo”.