Quaranta sindaci scrivono a Conte: "Frontalieri esasperati"
Si uniscono all'appello anche Nicola Molteni e il presidente della Provincia di Como, Fiorenzo Bongiasca.
Quaranta sindaci della provincia di Como scrivono al premier Giuseppe Conte per accendere i riflettori del Governo sulla difficile e pericolosa situazione che vivono ogni giorno decine di migliaia di frontalieri che quotidianamente si recano in Canton Ticino per lavorare. Si tratta di 70mila lavoratori, che dalle province di confine, soprattutto Como e Varese, si recano ogni giorno in Svizzera, contribuendo in maniera determinante all'economia del Canton Ticino.
Quaranta sindaci scrivono a Conte: "Frontalieri esasperati"
I sindaci chiedono al Governatore Attilio Fontana di farsi portavoce, verso il Governo, della loro richiesta e di quella dei loro concittadini, esasperati dal comportamento della Svizzera nei loro confronti, tra frontiere chiuse con la scusa di controlli sanitari che in realtà non vengono effettuati e provvedimenti troppo blandi rispetto al rapido dilagare dell’epidemia sul territorio elvetico. All’appello si uniscono anche il parlamentare della Lega Nicola Molteni, già Sottosegretario all'Interno con Salvini Ministro, e il Consigliere regionale della Lega Gigliola Spelzini, membro della Commissione Sanità di Regione Lombardia e rappresentante dell'area del Lago, e il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi. All'appello si unisce anche il Presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca e i Presidenti delle due Comunità montane lariane.
Le dichiarazioni
Così Nicola Molteni:
“Il Governo deve considerare e tener pienamente conto della condizione dei 70mila lavoratori frontalieri delle provincie di Varese, Como, Sondrio e Verbano Cusio Ossola sia relativamente alla tutela della loro salute sui posti di lavoro oltre confine sia prevedendo, nel prossimo decreto che deve far fronte alle ripercussioni economiche causate dal coronavirus, le necessarie risorse per poter dare assistenza dal punto di vista previdenziale ed economico ai nostri lavoratori che dovessero perdere il posto di lavoro oltre confine per causa dell’infezione o a causa delle inevitabili ripercussioni economiche di tutta la filiera transfrontaliera dei territori di confine. Di queste cose ne abbiamo parlato, io e il Senatore Stefano Candiani, nelle scorse ore con il Sottosegretario Scalfarotto”.
Le parole di Spelzini e Fermi:
“Tutelare la salute dei nostri frontalieri, che ogni giorno si recano per esigenze lavorative in Svizzera, è di fondamentale importanza. Non posso che condividere e supportare le richieste dei nostri sindaci, che chiedono di mettere al primo posto la salute dei cittadini, bene primario da difendere e tutelare. Regione Lombardia lo sta facendo con le misure adottate. Assicuriamo che il governatore Fontana si è attivato fin da subito in questa direzione".
Mauro Guerra, Presidente di Anci Lombardia, aggiunge:
"Già in occasione dei primi provvedimenti avevo posto all’attenzione del Governo la necessità di considerare la peculiare condizione dei nostri lavoratori frontalieri, aprendo un rapporto con le autorità svizzere. È ora indispensabile che, tra i due Stati, vengano condivise iniziative coordinate per fronteggiare l'emergenza e tutelare la salute e i diritti dei frontalieri e delle loro famiglie".