Prosegue la crisi del Lavarello: il pescato nel 2019 cala del 26%. Al via lo studio regionale
Solo 32mila kg di pescato nel 2019: nel 2011 erano 130mila.

Prosegue il trend negativo del pescato nel Lago di Como. Il forte calo è legato soprattutto alla crisi del coregone (di cui fanno parte bondella e lavarello), la specie prima più presente nel Lario. Così l'assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi ha annunciato l'avvio nei prossimi della gara per l’indagine sulla popolazione di coregoni del lago di Como.
Prosegue la crisi del Lavarello: al via lo studio regionale
“I recenti dati della pesca professionale relativi ai coregoni del Lario indicano una ulteriore diminuzione del pescato. Abbiamo individuato tre cause che possono aver agito in questa direzione: un eccesso del prelievo di pesca, una carenza di fonti alimentari durante la prima fase di accrescimento e uno scadimento qualitativo delle acque nelle zone riproduttive profonde - ha spiegato Rolfi - Nei prossimi giorni avvieremo la gara per l’indagine sulla popolazione di coregoni del lago di Como. È uno dei punti concordati al tavolo con i pescatori".
"È necessario uno studio scientifico che individui in modo univoco le cause della crisi di una specie che ha subito un brusco crollo nel 2015 - ha proseguito l'assessore lombardo - Chiederemo una analisi dei parametri ambientali che possono influire sul benessere dei coregoni. La crisi di questo pesce sta mettendo in grossa difficoltà i 60 pescatori professionisti del lago”.
La ricerca scientifica che sarà commissionata dalla Regione ha come obiettivi la determinazione e l’analisi dello sforzo di pesca, la verifica delle disponibilità alimentari e una indagine nelle zone di riproduzione del coregone bondella. Lo studio avrà durata biennale per un costo stimato di circa 40mila euro.
Il pescato nel 2019 cala del 26%
“Sui dati di pesca si conferma il trend negativo del pescato di coregoni con un -26% rispetto al 2018 e un -75% rispetto al 2011, pur parzialmente compensato, per il 2019, da un incremento del pescato di altre specie, in particolare dei ciprinidi, nonché dalla necessaria considerazione della diminuzione complessiva delle giornate di pesca del 15% rispetto al 2018. Bisogna inoltre ricordare che alcuni pescatori hanno abbandonato o ridotto l’attività che si è fatta meno remunerativa a causa del calo della quantità” aggiunge l’assessore.
La pressione di pesca è stata ridotta attraverso l’ampliamento del periodo di protezione della specie e la modifica delle dimensioni delle reti utilizzate per la cattura. È, inoltre, in fase di definizione anche un progetto di potenziamento delle attività ittiogeniche svolte nell’incubatoio di Fiumelatte (LC) specializzato nella produzione di coregoni da ripopolamento.
“Siamo consapevoli di come il lago sia un ambiente in cui il ripopolamento ittico sia determinato in gran parte da fattori naturali non controllabili dall’uomo, ma la Regione Lombardia ha l’intenzione di fare tutto il possibile per sostenere l’ecosistema e l’attività dei pescatori lariani” conclude Rolfi.