Senzatetto, tutti d'accordo sul dormitorio e il cerchio si stringe sul sindaco. Il Comune: "Via Cadorna già nei nostri piani"
Una nota da Palazzo Cernezzi precisa che le trattative con Asst Lariana erano già in atto "ma solo per chi è in regola con i permessi".
Si stringe il cerchio attorno al sindaco Mario Landriscina e sulla Lega, da sempre contraria a un dormitorio in città, sulla questione senzatetto. Da ogni parte politica e civile arrivano sollecitazioni a dare una risposta concreta alla necessità di un dormitorio in città per i senza fissa dimora. Da un anno ormai vuole una risposta concreta la mozione, sottoscritta dalle consigliere Patrizia Lissi (Pd), Barbara Minghetti (Svolta Civica) e Ada Mantovani (ex Rapinese sindaco), approvata a larga maggioranza in consiglio comunale.
Senzatetto, tutti d'accordo sul dormitorio e il cerchio si stringe sul sindaco
Inoltre dopo lo slancio del presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia) di un dialogo aperto con Asst Lariana sulle strutture di via Cadorna e San Martino e le pressioni da parte del leader comasco di Fratelli d'Italia, Alessio Butti, urge per il sindaco dare risposte concrete e stringere i tempi.
Così da Palazzo Cernezzi, in vista di una manifestazione dell'associazione di volontariato Como Accoglie, proprio su questo tema, arriva un nota stampa:
"Il Comune di Como ribadisce di essere da tempo in contatto con ASST lariana, segnatamente con il Direttore Generale Fabio Banfi e con la sua struttura tecnica, per l’individuazione di immobili da destinare a funzioni di carattere sociale come previsto con l'approvazione della mozione consiliare. Non si spiegherebbe altrimenti l’impiego dell’immobile di via Cadorna, di proprietà di ASST, individuato in tempi brevi e messo a disposizione al Comune di Como nel periodo di massima emergenza sanitaria che a oggi non è ancora finita".
Quindi la posizione di chi sta seguendo la vicenda in prima. "Quello iniziato con ASST - spiega l’assessore alla Polizia locale e Protezione civile Elena Negretti, che ha collaborato nella gestione dell'emergenza sanitaria - e altri soggetti istituzionali, che ringrazio per il silente impegno e per il lavoro, è un rapporto chiaramente propedeutico a considerare l’edificio di via Cadorna un valido supporto all'emergenza sanitaria per le persone senza fissa dimora che dovevano essere isolate a tutela della salute pubblica. Logisticamente ci sembra il luogo migliore sul quale concentrare la nostra attenzione, anche per la vicinanza alla Questura e alla Croce Rossa, comunque con il supporto di un ente preposto al monitoraggio dei casi. È chiaro che il comune di Como si occuperà solo delle persone senza dimora che sono in regola con tutti i permessi a norma di legge".
Presto arriverà quindi una risposta definitiva sull'argomento?