Giornate Fai all'aperto: dopo il Covid la meraviglia di riscoprire parchi e giardini d'Italia
In provincia di Como aperti al pubblico con percorsi tematici Villa del Balbianello, Torre del Soccorso e Villa Fogazzaro Roi.
I volontari del Fai (Fondo Ambiente Italiano) non l'hanno data vinta al Covid-19 che per la prima volta dopo anni ha impedito l'organizzazione delle tradizionali Giornate Fai di Primavera. Con qualche mese di ritardo infatti il Fondo organizza per sabato 27 e domenica 28 giugno un'edizione speciale del tradizionale appuntamento: le Giornate Fai all'aperto.
Parchi e giardini storici monumentali, riserve naturali e orti botanici, boschi, foreste e campagne, alberi millenari e piante bizzarre, sentieri immersi nella natura e passeggiate nel verde urbano, giardini pubblici da riscoprire e giardini privati segreti che si svelano al pubblico, da una sequoia gigante sopravvissuta al disastro del Vajont nel 1963 fino al semenzaio che ogni anno produce il verde urbano della città di Roma: sono solo alcuni dei luoghi che si potranno visitare in oltre 200 luoghi in più di 150 località d’Italia, su prenotazione e nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti.
Giornate Fai all'aperto: cosa visitare in provincia di Como
Tre i Beni dei Fai aperti al pubblico in modo speciale per questa occasione sul territorio comasco. A Tremezzina Villa del Balbianello racconta il “verde violentato”, la natura violentata, ovvero forzata dalla mano dell’uomo. Il giardino settecentesco custodisce specie vegetali modellate ad arte - l’arte della potatura o ars topiaria - con cura costante, grande abilità e infinita pazienza, per spingere la natura ad assumere forme innaturali, artificiose e ardite, che suscitano meraviglia. Tra accostamenti di specie rare e virtuosistiche siepi, spiccano il grande leccio potato “ad ombrello” (oggi da giardinieri tree-climbers) e il Ficus Repens che da secoli avvolge le colonne della Loggia Durini in una spirale, come un verde ricamo.
Sempre a Tremezzina c'è un altro bene visitabile: la Torre del Soccorso detta del Barbarossa. Collocata su uno sperone di roccia affacciata sul lago, è costituita da due edifici distinti, la torre vera e propria e un edificio annesso a uso residenziale, cinti da una cortina muraria. La torre ha un impianto a base quadrangolare su quattro piani per un’altezza complessiva di circa 15 metri ed è composta da una massiccia muratura in blocchi in pietra di Moltrasio. L’origine del manufatto secondo gli studi dell'architetto Luigi Mario Belloni, è da ricondursi nell’ambito del sistema difensivo organizzato attorno al caposaldo dell’Isola Comacina, a quel tempo alleata di Milano contro la città di Como.
A Oria di Valsolda invece, sulla sponda comasca del Ceresio, Villa Fogazzaro Roi racconta il “verde letterario”. Dimora estiva dello scrittore Antonio Fogazzaro, la villa e il suo paesaggio sono lo sfondo in cui è ambientato il famoso romanzo "Piccolo mondo antico", edito nel 1896. Nel giardino pensile e nell’orto “di Franco”, affacciati sul lago, si ritrovano le specie citate nel romanzo: le piante di osmanthus, il ficus repens che si arrampica lungo la muraglia, l’antica rosa, i cipressi e il pinus pinea, che già alla fine dell’Ottocento - come scrive Fogazzaro - era “il colosso della famiglia”.
Per l’elenco completo dei luoghi visitabili in LOMBARDIA, per informazioni, prenotazioni ed eventuali cambiamenti di programma CLICCA QUI.
In copertina: Villa Fogazzaro Roi, Valerio Di Bussolo,2017© FAI - Fondo Ambiente Italiano