Sport e pandemia, il survey del Comitato 4.0: troppe società sull'orlo del baratro
Il 95% dei club che hanno partecipato al sondaggio necessita di un aiuto statale per completare la stagione in corso
Un tunnel buio, al fondo del quale molti, purtroppo, non vedono la luce. Questa la situazione in cui si trovano i 245 club di Lega Pro, Lega Basket Serie A (con l'Acqua San Bernardo), Lega Nazionale Pallacanestro, Lega Pallavolo Serie A (tra le cui fila milita anche il Pool Libertas Cantù) e Lega Pallavolo Serie A Femminile a fronte della pandemia.
In assenza di aiuti concreti dal governo italiano, patrimoni sportivi, sociali e territoriali costruiti in decenni di attività sono sempre più prossimi alla rovina. Se da un lato, infatti, l'Europa ha riconosciuto lo stato di sofferenza delle società, e nazioni come Germania, Francia e Gran Bretagna si sono mosse per prendere dei provvedimenti adeguati, l'Italia è rimasta ferma, e la sopravvivenza dei club è messa a repentaglio. A spingerli sull'orlo del baratro sono fattori quali costi sanitari aggiuntivi, "bolle" e mancati ricavi da botteghino a causa della chiusura prolungata di stadi e palazzetti.
Le conseguenze della pandemia incombono sullo sport: il governo deve fare di più
In questi mesi di stop le società non sono rimaste inermi e si sono appellate al governo affinché venga loro fornita una qualche forma di ristoro. In particolare, il ministro Spadafora, il ministro Gualtieri e gli esponenti parlamentari hanno ricevuto un pacchetto di proposte, contenente misure di alleggerimento fiscale, un fondo perduto per far fronte alle spese sanitarie, finanziamenti erogati dall'Istituto per il Credito Sportivo garantiti a livello centrale per le esigenze di liquidità.
Non essendo cospicui i ricavi televisivi dei club, il governo ha per ora provveduto a varare una legge che riconosce un credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni. Tuttavia, la mancata approvazione del decreto attuativo, che avrebbe dovuto risolvere anche alcune incertezze interpretative, ha spinto le reatà sportive in un vicolo cieco, depotenziando o persino vanificando l’efficacia dell'intervento previsto. Basti considerare che nella stagione sportiva 2020-2021 i ricavi da sponsorizzazione si sono ridotti di almeno un terzo rispetto a quella precedente.
Il sondaggio del Comitato 4.0: il 95% delle società ha bisogno di un aiuto finanziario
Il Comitato 4.0, costituito dalle leghe di cui sopra, ha raccolto l'allarme dei club, lanciando un sondaggio a cui hanno preso parte il 90% delle società. I risultati atterriscono: il 95% dei rispondenti sottolinea la necessità di un aiuto finanziario per completare la stagione in corso. In particolare, si stima un fabbisogno medio pari al 42% dei ricavi della stagione sportiva 2018-19, con una media di 623 mila euro per ogni ente. Finora, solo un terzo della platea ha ricevuto un sostegno statale per fronteggiare la crisi determinata dalla pandemia, ma l’ammontare medio di questi aiuti, per i club che li hanno ricevuti, copre appena il 14% di questo fabbisogno.
La metà delle realtà sportive stima, inoltre, di non poter resistere oltre gennaio con risorse proprie: per questo è urgente un aiuto pubblico. Come rivela il sruvey, per otto club su dieci è essenziale un finanziamento garantito dallo Stato, un assegno per superare questo momento di crisi da restituire in un arco di tempo ragionevole. Grazie a questo supporto, le società si impegnerebbero a intraprendere un percorso di ripartenza all'insegna della sostenibilità. In assenza di questo finanziamento, invece, 77 attori, pari a un terzo della della platea, non potranno più iscriversi, probabilmente, alla prossima stagione sportiva.
L'appello dei club: #salviamolosport
L'indagine condotta dal Comitato 4.0 parla chiaro: le gravi conseguenze della pandemia possono essere arginate soltanto con azioni concrete e tempestive. Le società hanno quindi lanciato l'appello #salviamolosport, per evitare che il peggio diventi realtà: la precarietà di questo periodo, infatti, si estende a migliaia di posti di lavoro tra atleti e componenti dello staff, oltre a mettere a repentaglio il ruolo sociale svolto dai club sul territorio, soprattutto a beneficio dei più giovani. Infine, rischia di venir meno il gettito fiscale di circa 23 milioni di euro generato dalle attività di queste aziende.
Martina Sangalli