Accordo Italia Svizzera, la nuova fiscalità dei frontalieri. Orsenigo: "Tutelati lavoratori, Comuni e territorio"
Garantiti ai Comuni i ristorni nella fascia dei 20 km dal confine svizzero fino al 2033.
E' stato firmato oggi, 23 dicembre 2020, il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri che tocca da vicino moltissimi lavoratori comaschi che ogni giorno varcano il confine per recarsi sul posto di lavoro.
Accordo Italia Svizzera, la nuova fiscalità dei frontalieri
I dettagli del negozio cui hanno partecipato CGIL, CISL, UIL, UNIA, OCST, S
Il negoziato di questi mesi ha consentito alle parti di giungere ad un punto di equilibrio che, passando anche sulla frontiera elvetica, dalla tassazione esclusiva alla tassazione concorrente (come già previsto nella maggior parte dei confini italiani) e prevenendo il rischio della doppia imposizione, ha introdotto una clausola di salvaguardia per i frontalieri a partire dal 31 dicembre 2018 e fino alla conclusione dell’iter di recepimento con l’entrata in vigore del nuovo accordo (nell’anno successivo all’approvazione dei due Parlamenti).
Tale condizione, che determina un requisito soggettivo per tutta la vita lavorativa, estende il mantenimento dei trattamenti attuali anche a coloro che stipuleranno un nuovo rapporto nei prossimi anni fino all’applicazione delle nuove condizioni, superando la previsione dell’accordo del 2015 che, al contrario, lo limitava ai lavoratori in forza al 31/12/2020.
Il negoziato ha inoltre permesso che il nuovo trattamento che andrà a regime successivamente all’entrata in vigore del trattato, possa ridurre sensibilmente le differenze tra i lavoratori e consentire una maggior difesa dei salari medio/ bassi, attraverso gli impegni assunti per: l’innalzamento della franchigia a 10.000 € (credito d’imposta incrementato per tutti i lavoratori frontalieri italiani nei Paesi confinanti o limitrofi), la non imponibilità degli assegni familiari, la deducibilità dei contributi obbligatori per i prepensionamenti.
Il contesto di una crisi economica conseguenza della pandemia, ha richiesto che il negoziato rafforzasse tanto gli strumenti di tutela per i lavoratori frontalieri in caso di disoccupazione attraverso l’innalzamento della NASPI in relazione alla retribuzione effettivamente percepita, quanto che il Governo si assumesse l’impegno sul riconoscimento delle pari condizioni per l’uso sempre più diffuso del lavoro agile.
Il negoziato ha portato alla definizione di un tavolo interministeriale per la definizione dello Statuto dei Lavoratori frontalieri che avvierà i propri lavori entro aprile del 2021, al fine di individuare per gli oltre 105.000 lavoratori frontalieri in uscita ed in ingresso dall’Italia, una normativa omogenea in materia di sicurezza sociale, mercato del lavoro, dialogo sociale e cooperazione internazionale.
A fianco dei Comuni di frontiera di cui i frontalieri sono parte rilevantissima di quelle comunità locali, il negoziato ha consentito il mantenimento dei ristorni nella fascia dei 20 km dal confine svizzero fino al 2033 e successivamente, la garanzia strutturale di risorse finanziarie in termini di trasferimenti dallo Stato fino al 50% di parte corrente, in misura costante e pari a quanto determinato per l’anno 2019 87.661.383 € (94.837.042 Chf).
Il negoziato ha inoltre stabilito il principio secondo cui al netto del finanziamento dei trasferimenti a compensazione dei ristorni e delle misure fiscali e previdenziali di cui al presente accordo, l’eventuale extragettito sarà reinvestito in progetti di sviluppo economico e sociale dei Comuni di frontiera.
I commenti del Partito Democratico
“Non un euro in più di tasse per gli attuali frontalieri, non un euro in meno di ristorni ai Comuni di frontiera e un sistema speciale di detrazioni per salvaguardare chi in futuro lavorerà oltreconfine. Queste erano le tre promesse fatte ai lavoratori, ai sindaci e al territorio ed è una grande soddisfazione poter comunicare che queste promesse ora sono realtà con il nuovo accordo tra Italia e Svizzera sulla fiscalità dei frontalieri siglato oggi a Roma” dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico e segretario della Commissione speciale Rapporti tra Lombardia, Istituzioni europee, Confederazione Svizzera e Province autonome di Regione Lombardia.
“Nel dettaglio, per gli attuali frontalieri non cambia nulla, né ora né in futuro. Per i Comuni della nostra provincia dal 2034 i ristorni non saranno più erogati da Berna a Roma ma il Governo istituirà un fondo ad hoc per trasferire le risorse ai Comuni di frontiera in modo che non siano inferiori a quelle percepite attualmente” spiega Orsenigo.
“Infine per i nuovi frontalieri, la Svizzera avrà diritto a trattenere una quota di imposta alla fonte dell’80%: a quel punto al lavoratore l'Italia applicherà la tassazione con una serie di detrazioni favorevoli che ridurranno notevolmente la differenza tra nuovi e vecchi lavoratori frontalieri - continua il consigliere - è fondamentale ricordare che quelle tasse in più andranno a finanziare lo sviluppo del territorio e della comunità permettendo di investire in opere, infrastrutture e progetti”.
“Quello di oggi è un risultato frutto di un ampio lavoro di sinergia a tutti i livelli per il quale dobbiamo ringraziare sentitamente il Senatore del Partito Democratico Alessandro Alfieri che ha saputo ascoltare e salvaguardare le istanze del territorio e dei cittadini. Si è raggiunto così un accordo che offrisse delle garanzie solide ai lavoratori e all’economia della nostra provincia. E’ stata finalmente risolta anche una causa di tensione con i nostri vicini svizzeri che negli ultimi anni ha dato adito a una disdicevole retorica anti-italiana - conclude il consigliere comasco - ora continuiamo a lavorare per fare l’interesse dei nostri lavoratori e delle nostre economie”.
“Sono soddisfatta per il nuovo accordo siglato oggi a Roma tra l’Italia e la Svizzera sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri”. Lo ribadisce la deputata comasca del Partito democratico Chiara Braga da sempre impegnata sui temi del frontalierato.
“Un accordo - continua la parlamentare dem - frutto di un intenso lavoro collegiale, di consultazioni e di confronto tra i rappresentanti delle diverse parti interessate dei due Stati, che andrà a sostituire quello attualmente in vigore, risalente al 1974, intervenendo sul sistema impositivo dei frontalieri, tutelando al tempo stesso sia i lavoratori italiani che ogni giorno si recano in Svizzera per lavoro, alleggerendo sensibilmente il loro carico fiscale, sia garantendo ai Comuni di frontiera risorse strutturali, riconoscendone quindi la peculiarità e il ruolo di Comuni di confine”.
“Un negoziano chiuso, grazie all’impegno costante di questo Governo - conclude la Braga -, con un esito più che positivo dunque, che permette di tutelare gli interessi di tutte le parti in campo contribuendo a mantenere le buone relazioni bilaterali tra Svizzera e Italia”.