Lo scenario

Governo, un leghista “a presidio” del Viminale: Candiani o Molteni?

Matteo Salvini non sembra intenzionato a cedere su un ritorno della Lega al Ministero dell'Interno: in lizza i due ex sottosegretari.

Governo, un leghista “a presidio” del Viminale: Candiani o Molteni?
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Chiusa la partita per i Ministri, a Roma è iniziata quella per sottosegretari e viceministri. Partita in cui non sono mistero le mire della Lega per un ritorno al Viminale a “presidiare” l’operato del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. In lizza, il senatore tradatese Stefano Candiani e il deputato canturino Nicola Molteni.

Governo, Candiani o Molteni verso il ritorno al Viminale

Mentre in superficie sembra regnare una certa serenità solo increspata dalle polemiche per l’altolà sulla riapertura degli impianti sciistici, a Roma tra gli azionisti del Governo Draghi (che domani interverrà in Senato per il primo passaggio in cerca della fiducia) già si ragiona sui ruoli di seconda linea dei ministeri.

Ruoli ben più difficili da “incastrare” tra le pretese dei singoli partiti e la necessità del Governo di bilanciare la loro presenza nei diversi settori, operazione che come per i ministeri dovrebbe riuscire a tenere legata una maggioranza tanto ampia. Per la Lega, che nella ripartizione dei Ministeri ha portato a casa lo Sviluppo Economico affidato a Giancarlo Giorgetti e i rinati Ministeri al Turismo (Massimo Garavaglia) e Disabilità (Erika Stefani) l’obiettivo primario è entrare al Viminale, sede del Ministero dell’Interno “casa” fino al termine del Conte I del leader del partito Matteo Salvini e luogo chiave per tutte le politiche su immigrazione, enti locali e sicurezza.

Qui i nomi in lizza come detto sono quelli di due ex inquilini del palazzo di piazza del Viminale: l’ex sindaco tradatese Stefano Candiani e il comasco Nicola Molteni. Il primo, durante il Conte I, con delega ai Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e Difesa Civile, Affari Interni e Territoriali e Fondo Edifici di Culto e a capo del tavolo con l’ex Viceministro all’Economia Laura Castelli per la revisione del Testo Unico Enti Locali fermatosi poi con la crisi di Governo sul nodo delle province; il secondo invece era delegato alla Pubblica Sicurezza e alle Libertà Civili e Immigrazione, ed è inoltre vicepresidente del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, importante organo di consulenza del Ministero dell’interno in materia di sicurezza e ordine pubblico.

Chi dei due (se, uno dei due) tornerà al lavoro all’Interno è tutto da vedere: dipenderà su quali deleghe la Lega potrà contare. O meglio, su quali riuscirà a strappare nella trattativa con il Movimento 5 Stelle e soprattutto con il centrosinistra riottoso a veder tornare il Carroccio nel luogo dove vennero scritti i Decreti Sicurezza e su settori da sempre al centro della politica e propaganda leghista.

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