L'operazione

Estorsioni a luci rosse: sgominata una banda criminale

"La manovra estorsiva si basava sull’imbarazzo della vittima nel vedere rilevate alla famiglia e al pubblico supposte attività erotiche".

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Da Cantù è partita un’indagine per diversi episodi di estorsioni a luci rosse che ha portato a nove tra indagati e denunciati, uno dei quali già in carcere con precedenti specifici, e due misure cautelari agli arresti domiciliari.

Estorsioni a luci rosse: sgominata una banda criminale

L’operazione è scattata a ottobre 2020, dopo la denuncia di un cittadino del canturino alla Polizia locale di Cantù. "Era stato vittima di tre episodi di estorsione con pagamenti che ammontavano a 2.500 euro. Si trovava alla vigilia di una nuova consegna, di ulteriori 600 euro, ed era esasperato dalla situazione", ha spiegato Gabriele Caimi, vice comandante della Polizia locale canturina. Continua chiamate, minacce e parole forti hanno fatto sì che la vittima cedesse ai continui ricatti. La vittima era stata adescata su un social network da una ragazza, la quale risulta parte integrante della banda criminale. "La manovra estorsiva - ha continuato Caimi - si basava sull’imbarazzo della vittima nel vedere rilevate alla famiglia e al pubblico supposte attività erotiche".

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Simulata una consegna di denaro per scovare il capo della banda

Gli agenti hanno poi simulato una consegna di denaro. Un’aliquota del comando di Cantù si è recata a Nibionno, provincia di Lecco, per osservare le persone che con fare sospetto si presentavano all’appuntamento. In quell’occasione erano presenti due ragazzi: uno fungeva da palo, l’altro, molto agitato, si avvicinava al luogo della consegna del denaro. Una volta capito che non ci sarebbe stata nessuna consegna, l’uomo ha iniziato a fare chiamate, interfacciandosi col capo dalla banda. Dopo poco è ripartito, pedinato dagli agenti canturini, in borghese, che così sono riusciti a risalire all’abitazione del responsabile dalla banda. Sono poi scattate le perquisizioni, una della quali proprio, a Nibionno, a casa di uno degli autori materiali dell’estorsione, dove sono stati trovati 30 grammi di sostanza stupefacente di tipo marijuana, bilancini e un fucile ad aria compressa.

Il fasciolo è a capo della Procura di Lecco, ma su delega del dottor Andrea Figoni, sostituto procuratore della Repubblica, la Polizia locale canturina ha superato la competenza territoriale che si è estesa anche ad Anzano del Parco, Mariano, Nibionno, Monticello, Besana Brianza, Casatenovo e Missaglia. Nella rete dei malviventi non era finito solo l’uomo da cui è partita l’indagine, nella sua stessa situazione infatti c’erano diverse altre persone, a loro volta vittime di estorsione. Le indagini sul caso proseguiranno anche nelle prossime settimane.

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