Il tessuto che uccide il Covid entra negli hotel
Il Giornale di Cantù regala ai lettori di Primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2021 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.
Via ai primi utilizzi concreti di Virkill, il tessuto che uccide il Covid grazie alle nanoparticelle di rame. Brevettato dall’azienda cabiatese Italtex, produttrice di tessuti in seta per abbigliamento femminile, il tessuto Virkill è ad oggi il perfetto connubio di collaborazione e qualità italiana.
Il tessuto che uccide il Covid entra negli hotel
Un prodotto che sta dando i suoi risultati pratici grazie alla collezione per hotellerie svelata a gennaio, prodotti per utilizzo professionale presentata all’hotel Hyatt Centric di Milano, moderno boutique hotel situato nel quartiere più innovativo della città, a soli pochi passi dalle più famose vie dello shopping e il centro storico. Qui è stata presentata una collezione che risponde a tutte le esigenze dei professionisti del settore, composta da divise per bartender e chef, così come le uniformi per camerieri e donne delle pulizie; tovaglie e runner per i ristoranti; copriguanciali, topper letto e piumino copriletto per le stanze di albergo; ciabattine, copri lettino, kimono e accappatoio per i centri benessere.
La proprietà antivirale del tessuto Virkill è duratura in quanto non ottenuta con un trattamento superficiale del tessuto, che si deteriora con i lavaggi. Dal brevetto ad oggi, il tessuto è stato certificato secondo la norma Iso 18184:2019 e specificatamente testato nei confronti del Covid-19 con ottimi risultati: il test ha riscontrato un indice attività antivirale pari a 3.25, che corrisponde ad un’inattivazione del virus superiore al 99,9% già al primo controllo.
«È un tessuto antibatterico, dermatologicamente testato per pelli sensibili, ipoallergenico e certificato oltre i cento lavaggi - spiega il presidente di Italtex, Alessandro Pedretti - Virkill si pone come obiettivo l’eliminazione della trasmissione del virus attraverso le superfici contaminate. Sappiamo infatti da studi autorevoli che il covid 19, come tanti altri virus, rimane attivo per diverso tempo fuori dall’organismo, sulle superfici e sui tessuti. Le soluzioni proposte sono state ideate per garantire una maggiore tranquillità al cliente che vuole sentirsi al sicuro mentre cerca di rilassarsi. L’idea è quindi quella che l’hotel, il ristorante o il centro benessere possano offrire un servizio aggiuntivo per migliorare l’esperienza del cliente».
A lavorare al progetto per la realizzazione della collana vestiaria per hotellerie, anche tre aziende di settore qualificate, quali la Maurel di Robbio, in provincia di Pavia, specialista nella creazione di uniformi per hotel di lusso; la Vefer di Lissone, in provincia di Monza e della Brianza, leader in Italia e in Europa nel settore dei poliuretani espansi di alta qualità per la realizzazione di cuscini, piumini e materassi; e un noto calzaturificio del distretto di Parabiago, in provincia di Milano specializzato in calzature.
Alla base di tutte le realizzazioni c’è il tessuto reso rivoluzionario dal rame sottoforma di nano-particelle «fuse» nel filo. Questa la caratteristica che distingue il tessuto da un semplice trattamento antivirale superficiale, metodica che si può deteriorare con i lavaggi. Queste nano-particelle sono elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il Covid-19 grazie a caratteristiche naturali, testate negli ultimi mesi da laboratori indipendenti italiani e inglesi, che hanno dimostrato come l’effetto antivirale si realizzerebbe distruggendo o modificando la struttura virale grazie all’estrazione di atomi di idrogeno dalle proteine del virus per azione di radicali liberi dell’ossigeno prodotti dopo il contatto.
Francesca Verde
(Giornale di Cantù, 13 febbraio 2021)