Il pizzaiolo Castagna scrive un libro
Il Giornale di Cantù regala ai lettori di Primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2021 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.
Si chiama Angelo Castagna, è originario di Ischia ma ormai un canturino d’adozione, di mestiere fa il pizzaiolo e per passione, da qualche mese, lo scrittore.
Abbiamo intervistato il gestore di «Pane, Pizza e Fantasia», nota pizzeria di via Per Alzate, in merito al suo libro uscito il 3 aprile 2021. Un libro che ha già incuriosito molti, indignato alcuni, emozionato altri. Ecco cosa ci ha raccontato Angelo riguardo alle 84 pagine di «Non sono Stato Io?».
Il pizzaiolo Castagna scrive un libro
Partiamo dall’inizio: qual è la genesi di «Non sono Stato, Io?»?
«Tra la prima e la seconda ondata dell’epidemia, sono stato investito da una serie di pensieri negativi e sono stato preso dallo sconforto. Allora una sera, nel novembre del 2020, ho messo nero su bianco tutti i miei pensieri».
Come è nato poi il suo libro?
«Prima ho fatto un lavoro di ricerca importante. Mi sono documentato, per trovare le prove certe ai miei pensieri. Poi con l’aiuto di Daniele Fumagalli ho preparato una prima bozza, ho trovato un editore online per la pubblicazione, a cui mi sono affidato per la correzione delle bozze, per l’impaginazione e per la pubblicazione».
Entriamo ora nel vivo dei contenuti…
«Il libro è una mia riflessione personale sui fatti dell’ultimo periodo, rapportati alla mia vita personale e professionale. In questa situazione pandemica, la mia categoria, quella delle partite iva, si è rivelata la più debole fra tutte. E il Covid non ha fatto che mostrare i nervi scoperti del nostro sistema, che sono venuti alla luce nel momento in cui ci siamo fermati un attimo a riflettere. E’ un sistema pieno di contraddizioni, frutto di anni e anni di disastri politici, causati innanzitutto dai cittadini, parte attiva del sistema politico».
C’è qualcosa di positivo che questa pandemia ci ha portato, secondo lei?
«Sicuramente essere riusciti finalmente a toccare con mano i veri problemi del sistema, è l’aspetto positivo di questa pandemia».
E se il sistema è rotto, nel suo libro parla di come uscire da questo sistema e crearne uno nuovo, più sano?
«Si deve partire da una visione diversa del mondo. Bisogna essere più solidali e altruisti, uscire dall’idea del proprio esclusivo benessere personale e aprirsi agli altri. Dobbiamo ripartire dall’educazione dei figli nelle case, poi nelle scuole. Siamo stati a lungo troppo presi dalla nostra individuale quotidianità. I soldi, i debiti, le vacanze: sono queste le grandi tematiche di cui si parla sempre. Siamo diventati superficiali e crediamo che ciò che accade fuori dal nostro recinto non ci riguardi, ma ci riguarda eccome».
Come è stato accolto il suo libro fino ad ora?
«Non affronto un tema molto facile, anzi. E’ un tema molto scomodo e i migliori riscontri vengono da fuori regione. Qualcuno mi ha scritto dicendo di aver pianto leggendo le pagine che ho scritto; l’editore l’ha definito “una spada penetrante che entra fin dentro il cuore del problema”».
Perché in effetti «Non sono Stato, Io?» è anche un po’ un libro di protesta…
«Sì, è anche una forma di protesta. Non si protesta solo scendendo in piazza a manifestare ma anche cercando insieme, in questo caso con il lettore, di trovare delle soluzioni. E’ proprio questo l’obiettivo del libro: non è vendere libri che mi interessa, ma creare una discussione, far riflettere, far scaturire una autoanalisi e un’autocritica per proporre nuove soluzioni a partire da noi stessi».
Si dice che a volte si scrive per salvarsi. Lei come si è sentito dopo aver messo nero su bianco le sue riflessioni?
«Mi sono sentito meglio. Almeno nei primi giorni! La prima persona che ha letto le mie pagine è stata mia madre, che sta nella mia terra d’origine, Ischia. Ha capito subito che quelle parole per me erano innanzitutto uno sfogo».
Domanda importantissima: dove si può trovare e acquistare «Non sono Stato, Io?»?
«Lo si può ordinare in qualsiasi libreria, anche le più grandi. Basta cercarlo tramite il titolo e il nome dell’autore. Si può trovare facilmente anche come Ebook».
Farà ancora lo scrittore, in futuro?
«Io sono innanzitutto un pizzaiolo, e il mio lavoro mi piace. Però sì, ho già in mente una nuova versione del libro, a partire da queste riflessioni. Ma è per ora solo un’idea, non un vero e proprio piano per il futuro».
Ora passiamo brevemente la parola al cantautore Daniele Fumagalli che si è occupato, tra le altre cose, della prefazione.
«Il testo di Angelo ha principalmente il pregio di parlare di una categoria sociale in cui io credo molto, la piccola impresa artigiana. Penso che uno Stato che non incoraggia l’intraprendenza e l’onestà di questa preziosa categoria sociale, che esalta le qualità migliori degli individui, sia uno Stato senza un futuro».
Clara Cappelletti
(Giornale di Cantù, sabato 8 maggio 2021)