otto incontri

Zelbio Cult per tutti i gusti: da Calandrone a Botta, ci sono letteratura, architettura, geopolitica e molto altro

Dal 10 luglio al 28 agosto, tutti gli appuntamenti sono su prenotazione.

Zelbio Cult per tutti i gusti: da Calandrone a Botta, ci sono letteratura, architettura, geopolitica e molto altro
Pubblicato:

Torna Zelbio Cult con la sua formula ormai collaudata: in presenza, su prenotazione, anche quest’anno sul palcoscenico salgono otto protagonisti della letteratura, dell’arte, dell’architettura, del giornalismo e della geopolitica, tutti invitati a dialogare con il curatore della manifestazione, il giornalista Armando Besio, e con il pubblico nel teatro comunale della meravigliosa Zelbio.

Armando Besio, con gli amici del Comitato cultura di Zelbio, e con il sostegno della Pro Loco e della Biblioteca comunale, superando le difficoltà del momento, ha costruito un ricco calendario per la XIV edizione in arrivo: gli incontri saranno tutti dal vivo, come da tradizione, con l’accortezza del distanziamento delle sedute all’interno del teatro e in ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, sarà necessario prenotare sul sito www.zelbiocult.it per ciascun appuntamento.

Zelbio Cult per tutti i gusti

Il festival Zelbio Cult si è affermato negli anni come un palcoscenico di incontri originali, colti e divertenti, che gioca con le contaminazioni, e raccoglie protagonisti del mondo culturale, mischiando generi e tematiche. Quest’anno l’apertura di sabato 10 luglio è affidata a Maria Grazia Calandrone, poetessa, scrittrice, drammaturga, autrice e conduttrice per Radio Rai 3: candidata al Premio Strega, il suo romanzo in prosa lirica “Splendi come vita” (Ponte delle Grazie) è un’intensa e sofferta lettera d’amore alla madre adottiva. Nata a Milano nel 1964, fu abbandonata dalla madre naturale (che poi si suicidò) quando aveva 8 mesi. Il libro è dedicato alla mamma adottiva, Ione, con la quale ebbe a lungo un rapporto difficile. La Calandrone, una delle voci più forti e interessanti della poesia italiana, racconta la vera storia del sentimento più grande e difficile, quello tra una madre e una figlia. Una serata che è “una lettera d’amore in cui tutti possono ritrovarsi”.

Si prosegue sabato 17 luglio con Elisa Fuksas (Roma, 1981), dopo una laurea in Architettura, ha scritto e diretto video musicali, spot e documentari. Figlia di una celebre coppia di architetti - Massimiliano e Doriana Fuksas -, regista e scrittrice, ha pubblicato “Ama e fai quello che vuoi” (Marsilio), in cui racconta la scoperta della fede: un po’ romanzo, molto autobiografia, con un titolo che è una celebre frase di S. Agostino, il romanzo è la narrazione in technicolor del percorso di avvicinamento alla fede di una ragazza di 37 anni. Un po’ per volta, con tanti dubbi e qualche certezza, il quotidiano fatto di amore, tormenti, famiglia e il cane Stella, la protagonista Elisa sceglie di battezzarsi. Recentemente ha anche girato “iSola” (Indiana production, con Rai Cinema, durata 80’), un documentario con cui è stata selezionata alla XVII edizione delle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezia del 2020 e girato con l’iPhone appena prima e durante il lockdown, in cui racconta la scoperta di una sua malattia (sconfitta) e di cui verranno proiettati alcuni spezzoni.

“La Cina è troppo vicina?”: quella di sabato 24 luglio è una serata per appassionati di geopolitica e di attualità internazionale: Dario Fabbri, analista geopolitico e giornalista, è consigliere scientifico e coordinatore America di Limes, l’autorevole rivista mensile di geopolitica, esperto di Medio Oriente e America diretto da Lucio Caracciolo, ed è e vicedirettore della Scuola di Limes. È inoltre chief geopolitical analyst di Macrogeo, think tank geopolitico e macrofinanziario, e socio della Società italiana di storia militare. Partendo dallo scenario internazionale attuale, e focalizzandoci sulla Cina, i fronti sono molti e il futuro sembra incerto: l’Europa si confronta con la politica estera verso la Cina, potenza economica a cui spesso viene chiesta trasparenza e responsabilità. Tutti i Paesi devono trattare con questa potenza economica e sono almeno due i fronti aperti: quello commerciale e quello diplomatico. L’approccio geopolitico di Fabbri ci aiuta a cercare di osservare quello che ci succede sotto gli occhi ogni giorno con lucidità e senza pregiudizi.

Una serata speciale è quella di sabato 31 luglio: Paolo Milone (Genova, 1955) ha ambientato a Genova un romanzo unico che parla di malattia mentale. “L’arte di legare le persone” (Einaudi) è il racconto di quarant’anni di corpo a corpo con la follia, in un esordio letterario che è una sorta di memoir. L’autore, medico psichiatra da poco in pensione, racconta per frammenti le tematiche affrontate nel corso degli anni. Dopo aver lavorato in un Centro di Salute Mentale e poi all’Ospedale Galliera nel reparto di Psichiatria d’urgenza, ha raccolto gli appunti sparsi di una vita, cercando di affrontare da una angolatura diversa gli interrogativi rimasti aperti sul modo con cui affrontare la malattia mentale e sulle sue possibili riforme. In questa carrellata di persone-pazienti che toccano il cuore, Milone ci fa commuovere, ma anche – e spesso – sorridere e ridere di gusto, con leggerezza e ironia. E Genova attraversa tutte le pagine con echi dei suoi poeti (Eugenio Montale e Giorgio Caproni) e dei suoi cantautori (Fabrizio De Andrè).

Con “Amore e rivoluzione” si parla del Canton Ticino: sabato 7 agosto sul palco dialogano Chiara Gatti - storica e critica dell’arte, collaboratrice di Repubblica, Robinson e de Il Venerdì, Direttrice artistica di Palazzo Verbania a Luino, e curatrice di una mostra dedicata al Monte Verità in arrivo in autunno a Firenze - e Mario Botta - architetto svizzero di fama mondiale, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali. Agli inizi del Novecento nel vicino Canton Ticino nasce una comunità di persone fuggite dal caos della vita borghese per rifugiarsi in un paradiso anarchico, fedeli solo alla natura e ai suoi umori, in un luogo dello spirito, affacciato sul Lago Maggiore. La comunità del Monte Verità è costituita e animata da anarchici, vegetariani, architetti: uomini liberi, intellettuali, artisti, danzatori, filosofi, poeti. La leggenda popolare li ha battezzati “balabiòtt”, per la pratica del vivere nudi e danzare nel sole. Chiara Gatti racconta come questa comunità abbia attratto nel corso del tempo un fiume di seguaci, pensatori e teosofi che animarono uno straordinario cenacolo multidisciplinare, culla della controcultura europea: da Herman Hesse a Paul Klee, da Isadora Duncan a Walter Gropius, fino a Carl Gustav Jung. Del legame tra questa esperienza e l’Accademia di Architettura di Mendrisio ci parla Mario Botta, che la fondò 25 anni fa. Nella sua recente pubblicazione “Tracce di una scuola. Accademia di Architettura a Mendrisio 1996-2021” (Electa) si esplicitano le radici culturali che affondano anche qui. Sul palco per un saluto iniziale è presente Nicoletta Mongini, responsabile Cultura Fondazione Monte Verità di Ascona.

Non poteva mancare una serata inedita di teatro, canzone e letteratura dedicata a Dante: sabato 14 agosto Andrea Vitali è sul palco per la prima assoluta di “Odisseo vs. Ulisse”, un viaggio letteral-musicale in cui si confrontano in uno stile talk show - con ritmate botta e risposta - le figure dello scaltro Odisseo e dell’infernale Ulisse dantesco. Sono due nomi e una sola persona?, chiede a inizio spettacolo il re dei paradossi Zenone, il filosofo greco inventore della dialettica. Ulisse, protagonista del XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante, inserito appositamente dal poeta fiorentino nell’ottava bolgia dei consiglieri fraudolenti a causa, tra gli altri, dello storico inganno del cavallo di Troia. E Odisseo, epico protagonista dell’Odissea del poeta Omero: sono due differenti figure od una soltanto? Da tale paradosso “zenoniano” nasce il pretesto per uno spassoso viaggio tra parole e musica, scritto da Andrea Vitali ed intervallato dall’esecuzione di canzoni a tema con la partecipazione di Matteo Carassini (Odisseo), Francesco Pellicini (Zenone) e dei musicisti Max Peroni (chitarra e voce) e Fazio Armellini (fisarmonica). Regia di Francesco Pellicini.

Sabato 21 agosto si prosegue parlando di economia e di attualità politica con Francesco Costa (Catania, 1984), giornalista e vicedirettore del giornale online “Il Post” e autore del saggio “Una storia americana” (Mondadori): il racconto del nuovo volto degli Stati Uniti d’America e dei due nuovi protagonisti, Joe Biden e Kamala Harris. Sono loro due che rappresentano il “nuovo volto” della Casa Bianca dopo l’era Trump il modo migliore per osservare e capire come traghetteranno gli Usa fuori dal momento più delicato della storia recente è conoscere chi sono e cosa hanno fatto fin qui. Con continui rimandi alla cronaca, sollecitato da Armando Besio, Costa tratteggia un ritratto della nuova presidenza percorrendo le straordinarie biografie dei due protagonisti, e i momenti che hanno segnato le loro vite.

Dopo tante serate con saggi e romanzi, è provocatorio chiudere l’estate 2021 - sabato 28 agosto - con un incontro intitolato: “Sconsigli di lettura”. Punto di partenza è un caustico libello controcorrente: “Libri. Non danno la felicità (tantomeno a chi non li legge)” (Oligo editore), firmato dall’inviato culturale de “Il Giornale”, bibliofilo ed editore Luigi Mascheroni (Varese, 1967). Dopo la carrellata primaverile ed estiva di premi letterari, i cui autori vincitori spesso dominano le classifiche per svariate settimane, Mascheroni e Besio proveranno a tracciare un bilancio di ciò che resta, davvero. Tra classici da ricordare e bestseller da dimenticare, Mascheroni ci ricorda che “leggere non è un dovere, né una necessità, né una virtù. Tutto il contrario: è un vizio, un lusso, una passione, un sacrificio”.

Seguici sui nostri canali