Majotech ritorna 100% italiana: "Pronti per nuove sfide"
Il Giornale di Erba regala ai lettori di Primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2021 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.
Majotech ritorna a essere italiana al 100% dopo otto anni e guarda a un futuro sempre più mirato all’eccellenza, con un occhio alla sostenibilità. L’azienda di Tavernerio, una delle principali società di design e innovazione nel mondo del tessile, fu fondata nel 1941 da Bruno Romanin e da ottant’anni si concentra sulla ricerca e l’innovazione nel mondo dell’abbigliamento, occupandosi di fornire soluzioni tessili per il mercato militare e delle Forze dell’ordine, tra cui l’Esercito italiano, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato, diventando un punto di riferimento sia per il mercato luxury che tecnico.
Majotech ritorna 100% italiana: "Pronti per nuove sfide"
E oggi, dopo otto anni, la società ha acquisito per 5 milioni la quota del 51% del capitale dalla cinese Jihua, gruppo cinese impegnato principalmente nella produzione e distribuzione di prodotti militari e per uso civile. Un’operazione che consente di fatto all’azienda di ritornare al 100% «Made in Italy». «Otto anni fa abbiamo fatto una joint venture con il gruppo Jihua, un conglomerato fortemente controllato dal governo cinese, questo nell’obbiettivo di internazionalizzazione e di portare il nostro know-how sul mercato cinese - spiega Andrea Terracini, Ceo e Owner di Majotech - Un’esperienza che sicuramente è stata entusiasmante, ma ci siamo ritrovati dopo tre anni con un cambiamento di management importante in cui eravamo comunque vincolati nel nostro sviluppo. La situazione era diventata complessa, e così abbiamo deciso di trovare una nuova soluzione: e dopo una trattativa lunga e non semplice, il 21 dicembre scorso abbiamo chiuso l’esperienza. Sono molto grato al gruppo Jihua per il supporto e per l’esperienza - prosegue Terracini - Ma credo che la decisione di svincolarci sia stata motivata dall’intenzione di riprendere una centralità nelle decisioni e proseguire con strategie volte al mantenere il Dna del nostro prodotto, i nostri valori etici e quello che è il nostro business. Credo sia stata una scelta che porterà a risvolti positivi per l’azienda. Dal 1984, anno in cui sono entrato in Majotech, ho seguito un percorso sempre mirato alla salvaguardia dell’azienda e del suo interesse».
A oggi, Majotech, nata nel 1941 a Varese, ha sede a Tavernerio per lo stabilimento di ricerca, area commerciale e showroom, mentre ad Albavilla ha stabilimento produttivo. Majotech conta 48 dipendenti e suo fiore all’occhiello e grande orgoglio è proprio essere Made in Italy: e in ottant’anni l’azienda si è configurata come un vero e proprio punto di riferimento del settore tessile, sia luxury che tecnico. E anche in questo difficile anno si è distinta per il suo impegno sociale: in prima linea nella battaglia contro il Covid-19, ha riconvertito una linea di produzione degli stabilimenti per realizzare ProCare, un tessuto multistrato, certificato e ad alta protezione virale, per la realizzazione di mascherine e camici. «Il valore del “Made in Italy” è importantissimo, un’etichetta da difendere e salvaguardare - prosegue Terracini - In questi giorni sono rimasto colpito dalla quantità di messaggi e attestati di stima e incoraggiamento da parte di colleghi, amici, ma anche di sconosciuti, a seguito della novità. Questo fa capire quanto sia forte nel nostro Paese il senso di appartenenza a questa realtà tanto importante. Credo inoltre che ora, proiettandoci al futuro, dobbiamo farlo con un approccio non nostalgico, ma proattivo. Nel futuro sarà nostro continuo impegno ritagliarci una posizione di vantaggio, forti delle nostre competenze e della nostra caparbietà, verso un mondo che sta cambiando - continua - Anche questo periodo di pandemia e difficoltà ha decisamente cambiato l’approccio ai consumi, ed è dunque nostro impegno e obbiettivo continuare a proporre un prodotto di eccellenza e dare un contenuto autentico, sempre etico, ma senza rinunciare al gusto e al design».
Per il futuro, Majotech non esclude nuove operazioni di internazionalizzazione: «Certamente non escludiamo operazioni di internazionalizzazione - ancora Terracini - A oggi, è sempre importante rivolgere un occhio al mondo e sfruttare tutte le opportunità. La pandemia e l’emergenza sono stati momenti difficili per tutti, ma per noi è stato un grande orgoglio dare una mano e fornire materiale alle realtà che ne avessero bisogno». Questo anche con un occhio alla sostenibilità. «Stiamo tuttora portando avanti un progetto per il settore medicale - aggiunge - che ci permetterà la produzione di prodotti non più usa e getta, ma utilizzabili fino a cento volte. Stiamo inoltre lanciando un prodotto “Water Zero” che permetterà di usare fino al 70% di acqua in meno nelle colorazioni, oltre all’uso di filati riciclati: tutte idee sempre in spirito “green”. Credo sia importante al momento attuale».
Quello dello scorso 21 dicembre, dunque, non è un punto di arrivo, «ma una ripartenza, una nuova sfida da affrontare - afferma - Il nostro impegno nella pandemia e questa novità ci permettono di porci nuovi obiettivi, restando fedeli ai nostri core values, dal design alle performance, passando per innovazione e passione sempre con un approccio etico e attento verso l’ambiente. Con questa operazione confermiamo il nostro impegno verso l’espansione internazionale».
(Giornale di Erba, sabato 9 gennaio 2021)