Sconfigge il Covid a 91 anni e riabbraccia il marito
Il Giornale di Erba regala ai lettori di Primacomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2021 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.
«La cosa più bella di questa brutta esperienza? Quando mercoledì ho visto aprirsi il cancello di casa. Un’emozione grandissima». Giglia Viganò ha compiuto 91 anni lo scorso 16 gennaio. Dopo aver contratto il Covid in una forma molto pesante, lo scorso aprile è stata ricoverata all’ospedale di Erba.
Sconfigge il Covid a 91 anni e riabbraccia il marito
Un lungo e interminabile mese da cui non credeva di uscire viva: «Non so come possa essere successo, ma ho preso questo terribile virus nonostante avessi già fatto la prima dose di vaccino. In sette, qui a casa: tutti positivi. Io la più grave. Non respiravo più e mi hanno dovuto portar via. Pensavo proprio di non fare ritorno e ho creduto di dover lasciare tutti». Tutti, ma in particolare il marito Alessandro Meroni, 90 anni il prossimo agosto: «Siamo sposati da 65 anni. Nessuno può immaginare l’emozione mercoledì quando sono tornata e l’ho rivisto. Al momento del ricovero mi sono raccomandata con mio nipote Umberto, il più grande, di prendersi cura del nonno. Glielo ho affidato - racconta - Ho passato un mese sola in ospedale, senza poter vedere nessuno se non attraverso le videochiamate che un infermiere “d’oro” faceva con la mia famiglia. Loro a casa, isolati ognuno nella propria camera, e io lì con l’ossigeno...».
Eppure Giglia, carattere deciso, ha superato questa brutta esperienza. Una battagliera che confida di vivere ora una seconda esistenza: «Ho ritrovato la vita. Ho avuto molta paura, ma anche tanto coraggio. E a infondermelo sono stati quegli angeli che in ospedale non mi hanno mai abbandonata. Mi sono sentita come a casa grazie al loro affetto. Con l’aiuto dei dottori e il sorriso delle ragazze. Non è mai mancata una bella parola da parte loro, mi trattavano benissimo. Ho visto la grande umanità con cui ogni giorno si prendevano cura di me: andiamo a cercare la luna altrove, ma il nostro ospedale è bellissimo». L’affetto nei confronti di chi l’ha aiutata, soprattutto moralmente in questo ultimo mese, è molto e ci tiene a ringraziare lo staff del Fatebenefratelli: «Ne sono uscita proprio grazie a loro. Altrimenti mi sarei lasciata andare allo sconforto. Invece sono convinta che avere attorno persone che ti danno forza è un aiuto per non scoraggiarsi».
Di nuovo nella sua casa ha potuto ritrovare l’amore della sua famiglia: «Sono tornata, più forte di prima. Che bello rivedere mio figlio Eugenio, la mia adorata nuora Giovanna e i miei nipoti Umberto, Cesare e Giuditta. Siamo una famiglia “vecchio stampo”, viviamo in due case vicine ognuno con i suoi spazi, ma siamo tanto uniti. Aver superato questa battaglia ci ha permesso di tornare alla nostra quotidianità, ma ancora più legati». Giglia è talmente felice che confida di sentirsi ancora meglio di prima: «Avevo i miei problemi di salute. Ero una categoria a rischio non solo per l’età, ma anche per le patologie. Eppure ora mi sento benone. Appena tornata a casa ho sistemato le mie cose e la felicità di rivedere tutto e tutti mi ha fatto soltanto pensare “è passata”. Ora vivo la mia seconda vita», chiude emozionata.
Laura Renzi
(Giornale di Erba, sabato 22 maggio 2021)