Rifiuti illeciti la Cgil: "Serve riprendere il controllo del territorio con la cultura della legalità"
"Grave e diffusa area di illegalità, spesso pervasa da interessi mafiosi".
"L’episodio assurto agli onori delle cronache nazionali nella giornata di ieri, giovedì 8 luglio, conferma una grave e diffusa area di illegalità, spesso pervasa da interessi mafiosi, che riguarda l’intera provincia e non esclude neppure il capoluogo". A parlare è Matteo Mandressi, Cgil Como Segretario con delega alla legalità.
Rifiuti illeciti la Cgil: "Serve riprendere il controllo del territorio con la cultura della legalità"
"Basta riavvolgere il nastro per tornare con la memoria ai fatti di piazza Garibaldi a Cantù, con il controllo della ndrangheta sui bar e le discoteche del centro città brianzola. Quella vicenda ha prodotto condanne per 101 anni. Ed ancora, la corruzione di noti commercialisti comaschi e di alcuni funzionari dell’agenzia delle entrate. Per arrivare al mese di giugno scorso e scoprire che sotto la tangenziale di Como uomini vicini alla ‘ndrangheta hanno sotterrato illegalmente due bilici di spazzatura.
Le 145 mila tonnellate di rifiuti sotterrati in un campo agricolo tra Senna Comasco e Cantù ripetono il medesimo clichè: interessi dei clan, funzionari pubblici corrotti. Il danno ambientale rischia di essere ingente e non circoscritto, con la contaminazione delle falde acquifere. La patologia del nostro territorio è invece conclamata, pervicace, difficilmente estirpabile. Ora, più che mai, è il momento che ognuno faccia davvero la sua parte e non ci si limiti alle dichiarazioni di prammatica. Istituzioni, politica, forze sociali ed associazioni di categoria, istanze civiche e cittadinanza attiva. Bisogna riprendere il controllo del territorio e pervaderlo di cultura della legalità. Il problema riguarda tutti, nessuno può voltarsi dall’altra parte. Non ci si può limitare alle operazioni di intelligence. Forze dell’ordine e magistratura devono essere supportate da un tessuto sociale vivo, protagonista, che non si volti dall’altra parte.
Proponiamo che ogni ente locale istituisca da subito una consulta della legalità. Il comune, casa di tutti, è lo snodo fondamentale e di prossimità per difendere e riappropriarsi del proprio territorio. Le esperienze del riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, numerosi nella nostra provincia, sono un esempio concreto di buone prassi che devono divenire azione quotidiana. Apriamo da subito una discussione pubblica a partire dal capoluogo, immediatamente, senza timori e senza omertà".