Delusa dal Bel Paese, per trovare lavoro si trasferisce in Cina
La storia Laura Scomparin. Insegnerà in un asilo della città di Chengdu
Delusa dal Bel Paese, per trovare lavoro si trasferisce in Cina. La storia Laura Scomparin. Insegnerà in un asilo della città di Chengdu che si trova nella regione del Sischuan.
Delusa dal Bel Paese, per trovare lavoro si trasferisce in Cina
Delusa dal Bel Paese, per trovare lavoro si trasferisce in Cina: «Sarò educatrice in un asilo»
«Ho tanta voglia di fare, parto molto carica per questa grande avventura. Mi sono stati offerti tre anni di contratto, un alloggio spesato e un corso di cinese» ci ha raccontato
«In Italia ho avuto tanti contratti di pochi mesi, nessuno che mi permettesse di avere un lavoro stabile». Parla così Laura Scomparin, 30 anni, cabiatese che tra meno di un mese partirà per la Cina dove potrà sfruttare al meglio tutte le sue conoscenze acquisite in anni di studio.
Un bagaglio di esperienze
Laureata in scienze dell’educazione nel 2014, ha insegnato in diverse scuole dell’infanzia della regione, tra cui, per un breve periodo, anche a Cabiate.
«Mi sono sempre adattata facendo l’insegnante di sostegno o collaborando nei centri per disabili come educatrice, sono entrambi ruoli che mi appartengono e per cui ho studiato all’università. Le cooperative però offrono sempre contratti di pochi mesi dopodiché si deve ricominciare la ricerca inviando curriculum a destra e a manca» ci ha spiegato con un pizzico di rammarico che presto però si lascerà alle spalle.
Dopo l’ultima esperienza di lavoro, che lo scorso luglio, l’ha portata in Inghilterra a fare da Cicerone ad un gruppo di italiani, Laura ha deciso di continuare a guardare fuori dai nostri confini rispondendo ad una proposta di lavoro che la catapulterà in una realtà completamente diversa e a migliaia di chilometri da casa.
«Un po’ per curiosità - ammette - ho risposto ad un annuncio su internet nel quale un’azienda di Novara cercava educatori da inviare in Cina». Dopo qualche colloquio conoscitivo, la giovane cabiatese è ufficialmente entrata a far parte del progetto «Daisy culture» attraverso il quale andrà ad insegnare a bambini tra i 2 e i 4 anni in un asilo cinese.
"Un miraggio avere lo stesso trattamento qui in Italia"
«Ad inizio novembre - ci racconta - partirò per la città di Chengdu che si trova nella regione del Sischuan. Lavorerò dalle 8 alle 17.30, dal lunedì al venerdì, ma mi verranno garantiti sia un ottimo contratto che l’alloggio in appartamento, già spesato. Condividerà la mia esperienza con altre ragazze, ma per ora io sono l’unica italiana ad essere stata selezionata».
Un miraggio avere lo stesso trattamento in Italia, terra che Laura abbraccerà nuovamente tra un anno per questioni burocratiche, ovvero il rinnovo del visto. Il suo ritorno definitivo nel Bel Paese però non è ancora certo: «In realtà la proposta contrattuale che mi è stata fatta era di tre anni. Non me la sono sentita però di accettare subito, ho preferito invece prendermi questo anno di prova per capire se riuscirò ad adattarmi alla cultura e alle abitudini cinesi. E’ quello che più mi preoccupa di questa nuova avventura. Ho molto spirito di adattamento però, quindi credo che riuscirò ad entrare subito in connessione con la mia nuova realtà».
Esporterà il metodo "Montessori"
Di certo c’è che in Cina la giovane esporterà il metodo Montessori che si basa sull'indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo, sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino.
«Ho tanta voglia di fare, parto molto carica per questa grande avventura. Sicuramente non avrò problemi di lingua, visto che l’insegnamento in Cina sarà completamente in inglese. Se imparerò il cinese? E’ tra i miei obiettivi, farò delle lezioni online e cercherà di impegnarmi al massimo anche in questo».
Guardando al futuro
Sul futuro, che in Italia sembra un po’ avergli chiuso le porte in faccia, spiega: «Nella mia vita ho già lavorato in diverse realtà. Sono stata in Brasile e in Florida e queste sono tutte esperienze che porto nel cuore. La mia idea è quella di continuare a girare il mondo per lavoro. Ormai, - conclude - dopo aver visto tanto, pensare di restare in pianta stabile in Lombardia non mi entusiasma più di tanto».
di Arianna Sironi