Green pass sul posto di lavoro, un dipendente del Comune annuncia lo sciopero. Assemblea Popolare: "In piazza per sostenerlo"
I No green pass si danno appuntamento in piazza Verdi a Como alle 10.30.

“Venerdì 15 ottobre mi presenterò ma non potrò entrare al lavoro. Ho deciso così quel giorno di iniziare lo sciopero ad oltranza perché come me altre persone verranno discriminate per legge: sono convinto che il green pass sia uno strumento discriminatorio inventato per dividere e non per unire”. Parola di un lavoratore del Comune di Como, che da quel giorno come tutti i lavoratori italiani dovrà presentare il green pass per accedere al posto di lavoro. Ad annunciarlo tramite comunicato stampa è la non meglio specificata Assemblea Popolare che per lo stesso giorno ha organizzato un presidio in piazza Verdi a partire dalle 10.30, cui seguirà alle 12.30 appunto una assemblea popolare.
Green pass sul posto di lavoro, un dipendente del Comune annuncia lo sciopero
Riceviamo e pubblichiamo quindi il comunicato di Assemblea Popolare che ha già organizzato su Facebook l'evento che lancia l'appuntamento in piazza Verdi contro il green pass:
"Uno degli elementi con cui è possibile valutare il grado di civilizzazione di un popolo è la capacità di sapersi confrontare soprattutto quando ci si trova di fronte a idee diverse od opposte. Questo processo implica una serie di convenzioni sociali che fanno parte della sfera emotiva-educativa e perciò relazionale.
Osservandoci oggi si ha l’impressione di essere ben lontani da un’ipotetica realtà sociale civile; da lungo tempo ci viene proposta, attraverso il linguaggio e alle sue narrazioni, una campagna continua di incitamento all’odio verso una persona, una categoria, un settore, affibbiando loro magari un’etichetta in modo da essere zittiti ancora prima di poter esprimersi perché carica di tensione e riluttanza.
Non intendiamo assolutamente utilizzare gli stessi metodi che sono stati utilizzati per parlare di noi:
- non ci permetteremo di usare un linguaggio violento come invece è stato fatto e si continua a fare dalle varie figure che pur ricoprendo ruoli rilevanti, persino istituzionali, hanno alimentano e alimentano l’astio generato.
- non avremo gli stessi atteggiamenti prevaricatori e da bulletti.
Siamo persone (docenti, infermieri, professionisti, impiegati, operai, studenti), siamo nonne e nonni, siamo mamme, siamo papà e siamo figli e figlie.
Abbiamo forti dubbi riguardo alla gestione politica e sanitaria di questa emergenza ed ogni dubbio è documentabile perché sostenuto da tesi scientifiche confutabili ma che tuttavia non vengono in alcun modo prese in considerazione, anzi semmai vengono derise, proprio come noi.
Siamo preoccupati per la forte deriva che sta assumendo la situazione: notizie false e nascoste, responsabilità volatizzate e inesistenti, colpi di decreti legge invece dell’esercizio delle funzioni del Parlamento, chiusure forzate, coprifuoco, strumenti di controllo digitale (dichiarato dallo stesso Crisanti): sospensioni di servizio per i lavoratori privi di tessera, nuove assunzioni e servizi accessibili solo per chi provvisto di tessera. Tutto in nome della salute pubblica, la quale è tanto cara al governo italiano che difatti lo vede destinare 9 miliardi di euro alla sanità e 45 miliardi alla digitalizzazione. Tu chiamale se vuoi Priorità.
Un lavoratore del comune di Como ci informa: “venerdì 15 ottobre mi presenterò ma non potrò entrare al lavoro. Ho deciso così quel giorno di iniziare lo sciopero ad oltranza perché come me altre persone verranno discriminate per legge: Sono convinto che il green pass sia uno strumento discriminatorio inventato per dividere e non per unire”.
Dalle 10.30 saremo in piazza Verdi a suo supporto e in supporto di altre persone che non entreranno al lavoro, per scelta o per inaccessibilità.
Attenderemo comunque tutte le categorie lavorative (sciopero indetto da FISI dal 15 al 20 ottobre) e tutte le persone contrarie al green pass; alle 12.30 inizieremo un’assemblea in cui ci si potrà confrontare e trovare eventuali strategie collettive.
Evento Facebook: https://fb.me/e/26qK1sY99
Per noi è evidente che le cose non siano del tutto chiare e ci riserviamo il diritto di contestare quanto sta avvenendo; se così fosse chiediamo venia.
Ci teniamo a rendere esplicita la nostra volontà di calmare gli animi e i toni. Noi stessi faremo un passo indietro a questo proposito cercando di canalizzare le forze per un eventuale confronto civile".