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Pesca e commercio illegale nel lago: la denuncia del gruppo Como Alpha

Una situazione che danneggia il lago e i colleghi professionisti.

Pesca e commercio illegale nel lago: la denuncia del gruppo Como Alpha
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Pescatori dilettanti che rivendono il pesce a privati e ristoranti: succede nel Primo Bacino del Lario, a Como.

Pesca e commercio illegale nel lago: la denuncia del gruppo Como Alpha

Il gruppo di pescatori amatoriali Como Alpha denuncia una situazione che danneggia il lago e i colleghi professionisti, nella Riserva Celesia.

"Purtroppo abbiamo testimonianze dirette di alcuni pescatori dilettanti che rivendono il pesce a privati cittadini ma anche a ristoratori della città - così il presidente dei Como Alpha, Luca Arcobello - Non hanno l'autorizzazione per farlo, inoltre manca una certificazione che riguarda l'igiene di tutta questa attività".

Oltre all'illegalità della pratica, c'è da sottolineare il danno che queste persone vanno a creare ai pescatori professionisti. "Così facendo, portano via il lavoro a chi lo fa di mestiere ed è autorizzato - prosegue - È una pratica molto scorretta, anche da parte della persone che comprano il pesce in questa maniera. E' assurdo che dobbiamo essere noi a fare queste denunce, come pescatori dilettanti, ma non è assolutamente corretto e quindi va segnalato".

La Riserva Celesia è tra l'altro un diritto di pesca esclusivo dato all'Ospedale Sant'Anna che lo affitta annualmente ad Aps Como, che si occupa della gestione di queste acque, dove è vietata la posa delle reti e quindi i professionisti non possono pescare. "Dovrebbe essere il paradiso per noi pescatori dilettanti ma così non è corretto - aggiunge - Si vanno a impoverire le acque in un momento in cui sono già in difficoltà, andando quindi a provocare un danno all'ecosistema del lago".

Attività illegale: nella rete il persico

Luca Arcobello insieme al precedente presidente del gruppo, William Cavadini

I pescatori dilettanti hanno limiti sulle misure ma anche sul numero di pesci che possono pescare quotidianamente: il persico, ad esempio, è tra i più pregiati ma - secondo quanto sostenuto da Arcobello - sarebbe anche il più soggetto a questa vendita illegale.

"Le misure più o meno vengono rispettate da tutti, il problema riguarda il limite giornaliero che è di 30 pesci a testa - spiega - Non può essere però toccato tutti i giorni, perché altrimenti si arriva a prelevare troppo pesce dal lago. Per questo stiamo chiedendo di mettere quote settimanali e annuali, i limiti attuali vanno rivisti per evitare problemi come quello che stiamo vedendo".

L'associazione ha appunto chiesto alla Consulta di Bacino di porre una quota massima settimanale di 60 pesci persici (a fronte dei 210 attuali, se si sommano i 30 giornalieri) e 700 annuali.

"Sono già alti come limiti - conclude - ma stiamo cercando di farli approvare perché vogliamo fermare questo fenomeno. C’è gente che ha aperto attività illegali, senza partita iva né certificazione, e ne trae profitto in modo scorretto. Chiediamo a tutti i privati e i ristoratori che ricevono questo pesce, di capire che in questo modo creano un danno ai professionisti ma anche al lago: non è per quello che sono nate le riserve di pesca che anzi vanno tutelate".

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