Studenti medie accompagnati per legge: favorevoli o contrari?

Lo scorso maggio una sentenza della Cassazione, ma la circolare non è ancora ministeriale. Da Mariano Comense la voce di un preside che si dice contrario.

Studenti medie accompagnati per legge: favorevoli o contrari?
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Fino ai 14 anni i ragazzini non possono uscire da scuola, se non sono accompagnati da un adulto. È questo il contenuto della circolare diffusa in alcune scuole d’Italia all’inizio dell’anno scolastico.  Il documento è stato emesso dopo la sentenza della Cassazione dello scorso maggio, che ha condannato un istituto per la morte di un ragazzo che è stato investito da uno scuolabus 15 anni fa.

Genitori e scuole: ecco cosa si rischia

Secondo la nuova circolare, gli alunni delle medie, anche se abitano vicini, non possono quindi uscire da scuola se ad attenderli fuori dalla struttura non c’è un genitore o un conoscente autorizzato con delega e carta d’identità per essere riconosciuto. Secondo la legge, i ragazzi con meno di 14 anni non possono essere pienamente coscienti delle loro azioni. Genitori e le scuole, possono essere accusati e condannati l’uno per abbandono di minore e l’altro per mancati controlli e supervisione.

Cosa succedeva prima

Prima di questo "caso" le scuole e i genitori firmavano un accordo con cui si esoneravano i docenti da qualsiasi responsabilità una volta terminate le lezioni. Dopo la sua emissione, queste liberatorie potrebbero non avere più alcuna validità.  Gli insegnanti, da adesso in poi, potrebbero dover attendere che tutti gli alunni abbiano incontrato i loro accompagnatori e, se questo non accade, la scuola potrebbe essere accusata di concorso in abbandono di minore.

Le parole del ministro

Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli ieri ha confermato la sentenza della Cassazione. Ospite della trasmissione Tagadà ha spiegato: "Anche i genitori devono essere consapevoli che questa è la legge. I genitori non possono evitare questa assunzione di responsabilità. L’autonomia dei ragazzi? Si può sperimentare il pomeriggio".

Il preside: "I minori non sono piccoli carcerati"

"Non stupiamoci se i nostri figli vengono chiamati bamboccioni. Se non gli diamo gli strumenti per diventare autonomi, andremo incontro al fallimento di ogni proposta educativa". Parla così Martino Gaffuri, dirigente dell'istituto Don Milani di Mariano Comense. La sua è una critica a tutto tondo: "Se si prendesse la sentenza alla lettera, allora i minori di 14 anni diventerebbero dei piccoli carcerati. Non potrebbero più uscire di casa da soli, né per andare a scuola, né per esempio per recarsi a fare sport. Non vedo infatti differenza tra le due situazioni. Di una cosa sono certo: educare significa anche sviluppare l’autonomia e queste misure vanno proprio nell’ottica opposta".

Le perplessità

"E’ impensabile che le insegnanti, come avviene nelle scuole dell’infanzia, possano garantire all’entrata e all’uscita dalle classi che l’allievo sia “riconsegnato” direttamente dalle loro mani a quelle dei genitori. Se la questione funziona a livello giuridico, a livello operativo ho molte perplessità che possa essere la soluzione che garantisca la sicurezza degli alunni" chiude Gaffuri.

 

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