L'ultimo saluto a Carlo Arnaboldi: "Uomo leale, affettuoso e, soprattutto, disponibile"
"Lui amava ascoltare, preferiva rimanere in silenzio piuttosto che far valere il suo punto di vista. Però di lui percepivamo i pensieri, aveva due occhi molto espressivi".
È scomparso improvvisamente, a 71 anni, Carlo Arnaboldi, per tutti "Carluccio".
L'ultimo saluto a Carlo Arnaboldi: "Uomo leale, affettuoso e, soprattutto, disponibile"
Un malore lo ha strappato alla sua famiglia, alla moglie Paola, che condivideva con lui 50 anni di matrimonio, ai figli Elisabetta, Chiara e Gianluca, ai nipotini Gaia, Giorgia, Alessandro e Camilla, a tutti i suoi più cari amici. Un vuoto incolmabile quello che adesso alberga nei loro cuori. Adesso che Carluccio e quel suo sguardo così espressivo non ci sono più.
Carluccio mancherà non solo alla famiglia, non solo agli amici più stretti, ma anche a tutti coloro che lo hanno incontrato sul proprio cammino, e sono tanti. Carlo Arnaboldi era un canturino doc: dopo aver frequentato la scuola d'arte a Cantù ha sempre lavorato come artigiano del legno e si è sempre dedicato alla costruzione di mobili su misura. Ormai era in pensione da una decina di anni e dedicava il suo tempo alla famiglia. In effetti la famiglia l'ha sempre messa al primo posto.
Una vita dedicata alla famiglia
"Era un uomo leale, affettuoso e, soprattutto, disponibile - racconta la figlia maggiore Elisabetta - Aveva tantissimi amici, tante persone che gli volevano bene. Per qualsiasi cosa lasciava quello che stava facendo e veniva a darti una mano. Con noi è stato un papà esemplare, ci ha insegnato tanti valori. Prima di tutto il valore del lavoro e dello studio, ci ha spronati ad andare avanti nella formazione, a laurearci e a capire che se facciamo fatica poi avremo i frutti del nostro lavoro. Come in ogni famiglia c'erano i motivi di contrasto, ma anche nella discussione si finiva sempre con un abbraccio, con una pacca sulla spalla. Era proprio una persona buona e disponibile".
Le bocce e i funghi
Un animo gentile che ha sempre apprezzato l'attività sportiva, le passeggiate nel bosco e in montagna, la ricerca e la raccolta dei funghi. Momenti che lo facevano sentire vivo.
"Era un grande sportivo. Ha giocato in diverse società sportive nel campo delle bocce, sia per il Capiago che per l'Albate - ha continuato Elisabetta Arnaboldi - E nel corso della carriera ha portato a casa anche numerose medaglie e vittorie nei tornei. Invece, i suoi hobby erano la pesca e la raccolta dei funghi, amava tantissimo la montagna e ci portava i suoi nipotini. Infatti, era reduce da una vacanza di tre settimane in Valtellina dove sperava di trovare qualche fungo, ma non ce l'ha fatta: è morto prima di riuscire a raccogliere i suoi primi funghi della stagione".
Questo era Carluccio
I funerali si sono celebrati oggi, sabato 24 settembre, presso la parrocchia di Intimiano. Tanti gli amici e i conoscenti che hanno partecipato per portare l'ultimo saluto a Carluccio, probabilmente ricordando i momenti passati con lui, caratterizzati proprio da quel suo sguardo indimenticabile.
"Il mio papà non era un gran chiacchierone - ha concluso infine Elisabetta - Lui amava ascoltare, preferiva rimanere in silenzio piuttosto che far valere il suo punto di vista. Però di lui percepivamo i pensieri, aveva due occhi molto espressivi: quindi se lo guardavi capivi la sua opinione senza che lui proferisse parola. Non c'era bisogno di farsi dire il suo ideale, bastava guardarlo negli occhi. Non era una persona che si imponeva, è stato un papà che ci ha fatto anche sbagliare per farci capire, ma ci ha sempre dato tutto. Per lui prima c'era la sua famiglia, gli altri e poi lui".