Giustizia per Zyber Curri: il processo si chiude con quattro condanne
Condannati Livio Bellottini a 2 anni e 8 mesi, Maria Teresa Bellottini a 1 anno e 4 mesi, Carlo Graneroli a 2 anni e Gabriele Andreoli a 1 anno e 8 mesi.

Si è fatta giustizia per Zyber Curri, il lavoratore morto il 12 dicembre 2018 durante la costruzione di una centrale idroelettrica in Val Cavargna. La sentenza di primo grado è stata emessa ieri, giovedì 29 settembre, dal Tribunale di Como.
Giustizia per Zyber Curri: il processo si chiude con quattro condanne
Si arriva a una svolta nel caso di Zyber Curri. Ieri tutti i 4 imputati, che hanno scelto il rito abbreviato, sono stati condannati. In particolare Livio Bellottini a 2 anni e 8 mesi, Maria Teresa Bellottini a 1 anno e 4 mesi (entrambi in quanto responsabili dell'azienda Edilnova s.r.l, impresa di Teglio Sondrio esecutrice dei lavori), Carlo Graneroli, il coordinatore della sicurezza, a 2 anni e Gabriele Andreoli, titolare della Andreoli Costruzioni srl di Milano impresa affidataria dei lavori, a 1 anno e 8 mesi.
Il giudice ha riconosciuto un risarcimento per il danno d'immagine pari a 3mila euro alla Fillea di Como e alla Fillea Lombardia che, costituite parti civili a fianco dei famigliari di Curri, con i loro legali, hanno sostenuto l'impianto accusatorio. Inoltre il giudice ha definito i risarcimenti civili agli eredi per oltre un milione di euro confermando nella sostanza le richieste delle parti civili.
Le responsabilità penali sono state definite in coerenza sia con quanto sostenuto dall'accusa che dalle parti civili, con pene anche più aspre di quelle richieste dal Pubblico Ministero, in quanto si sono contrapposte a quanto affermato dagli imputati, secondo i quali: Zyber Curri lavorava nel cantiere (anche se nessuna azienda aveva riconosciuto il suo rapporto di lavoro), ma non doveva trovarsi nella zona del cantiere da cui è precipitato.
Le richieste di Fillea e la continuazione del processo
Fillea Lombardia, Fillea Como e Fillea Valle Camonica Sebino ribadiscono che è urgente il varo della legge regionale che preveda la timbratura dell'orario di lavoro in cantiere per far corrispondere le ore lavorate con quelle denunciate in Cassa Edile. Inoltre chiedono che deve essere previsto, nel nostro ordinamento giuridico, il reato di omicidio sul lavoro. Serve una intensificazione dei controlli da parte degli enti preposti per contrastare le evidenti irregolarità di molti cantieri. Questi provvedimenti, congiuntamente applicati, aumenterebbero la regolarità dei rapporti di lavoro e la sicurezza nei cantieri.
Il processo penale si completerà con le prossime udienze in rito ordinario nei confronti dell'imputato Giuseppe Argentieri titolare di Hera srl.