Asso: preso il brigadiere che ieri ha ucciso il comandante dei Carabinieri
Ieri sera sono arrivati i Gis, il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri, che hanno prima trattato con l'uomo cercando di convincerlo a uscire pacificamente, ma che poi hanno attuato una vera e propria irruzione all'interno dell'edificio.
Dopo un'intera notte di trattative alla caserma dei Carabinieri di Asso, è stato preso il brigadiere Antonio Milia, l'uomo che nel pomeriggio di ieri, giovedì 27 ottobre, aveva sparato al suo comandante, Doriano Furceri, uccidendolo. L'operazione dei corpi speciali si è conclusa questa mattina, poco prima delle 6.
Asso: preso il brigadiere che ieri ha ucciso il comandante dei Carabinieri
Ieri pomeriggio intorno alle 17.30, presso la caserma dei Carabinieri di Asso, in via dei Praeli 7, c'è stata una sparatoria. Un brigadiere, Antonio Milia, ha sparato alcuni colpi con la sua pistola d'ordinanza in direzione del suo comandante, Doriano Furceri, ferendolo mortalmente. Le prime ricostruzioni parlano di tre colpi esplosi e in seguito l'urlo del brigadiere che ha esclamato "L'ho ammazzato!". Dopo l'accaduto il sottoposto si è barricato all'interno dell'edificio e non ha voluto più uscire. Tuttavia, non era solo nell'edificio, infatti avrebbero passato la notte con lui in caserma, quasi come ostaggi, un appuntato e alcuni familiari degli agenti dei Carabinieri che si trovavano negli alloggi.
Ieri sera sono arrivati i Gis, il Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri, che hanno prima trattato con l'uomo cercando di convincerlo a uscire pacificamente, ma che poi hanno attuato una vera e propria irruzione all'interno dell'edificio. Una prima irruzione si è verificata oggi, poco dopo la mezzanotte, alla quale è seguita un'altra lunga trattativa. Mentre la seconda, quella definitiva, si è svolta questa mattina, poco prima delle 6.
Nella seconda ondata il brigadiere Milia ha esploso un altro colpo ferendo ad una gamba un militare del Gis. Alla fine i Corpi Speciali sono riusciti a prendere, vivo, Milia, che dovrà spiegare al magistrato di turno il perché del suo gesto.