Conferenza di Sergio Boem "Sui prati del Tonale"
In occasione della mostra "Alpini, un Corpo nella storia" l'autore ripercorre le vicende del Battaglione alpino Valcamonica
In occasione della mostra "Alpini, un Corpo nella storia" sabato 19 novembre alle 21 il Museo civico erbese ospita Sergio Boem, classe 1964, gardesano, appassionato di storia, alpinismo e ambiente, autore di un’importante ricerca storica ispirata e guidata dalle parole scritte dal nonno materno, il tenente Ubaldo Ingravalle, autore del Diario Storico del Battaglione alpino Valcamonica, in cui hanno prestato servizio anche alcuni alpini erbesi durante la Grande Guerra.
Le vicende del Battaglione
L’anziano parente, a partire dal 1916, servì come Tenente e poi come Capitano nel Battaglione Valcamonica, uno dei reparti costituenti il 5° Reggimento Alpini, tra i più attivi fin dallo scoppio delle ostilità. Fin dall’inizio, Ubaldo Ingravalle ha il duro impatto con la vita di trincea, la guerra e i bombardamenti austriaci.
“La storia ha tramandato ben poco di quel suo antico reparto: il Battaglione Alpino Valcamonica – ha dichiarato Sergio Boem - e mai ho trovato nulla che superasse complessivamente le quattro righe di inchiostro. Vicende del passato e di un paese già con poca memoria, storie di umili testimoni che tornarono poi sui loro monti e oggi ormai tutti scomparsi, difficile dunque ricostruire in qualche modo le loro sofferenze e i sacrifici anche se gli appartenenti a quella valorosa compagine furono molte migliaia. Tra le oltre 3000 pagine che raccolgono la vita di quel reparto alpino, dal 1915 al 1921, ho incontrato con emozione anche la scrittura di mio nonno, allora tenente e Aiutante maggiore del Comandante di quel reparto alpino. In quel resoconto militare redatto con una grafia antica, alcune volte pareva di intravedere anche il campo della lotta, la neve e la lontana cima, in una visione quasi “in presa diretta” vista dai parapetti di una trincea".
Così, partendo dalle pagine del diario redatto dal nonno, Sergio Boem ha ricostruito la storia dei dimenticati uomini del battaglione Valcamonica attraverso documenti d’archivio e familiari, trovati tra le carte di casa e combinati a testimonianze, ricerche e visite nei luoghi della memoria. La vicenda personale si intreccia dunque con i grandi avvenimenti nazionali e internazionali, una piccola storia capace di raccontare il Novecento.
I risultati del suo paziente e accurato lavoro sono confluiti nel libro "Tra le pieghe di una vita", che ha vinto il premio IFMS – International Federation of Mountain Soldiers.
"Sui prati del Tonale"
Le ricerche di Sergio Boem non si sono però fermate qui, ma hanno nuovamente ripreso slancio e hanno portato a un nuovo libro intitolato “Sui prati del Tonale 94 stelle alpine”.
“Durante la lettura di alcune pagine drammatiche di fine guerra – scrive Boem - mi balzarono alla vista i particolari e continui richiami di mio nonno a due gigantesche fosse comuni colmate dai corpi nemici, dopo la cruenta battaglia sul Passo del Tonale il 13 giugno del 1918. Un combattimento che vide duramente impegnato il Valcamonica in 14 ore di lotta furibonda e in cui riuscirono a respingere l’assalto degli austriaci impegnati nell’ “Operazione Valanga”, un’irruzione tentata da due divisioni imperiali su quel valico stradale e che preannunciò di sole 48 ore l’assalto al Piave nella decisiva battaglia del Solstizio. Il nonno in quelle righe, torna più volte su quelle fosse colme di soldati austro-ungarici, sino a indicarne con precisione il luogo prescelto e addirittura le circostanze del seppellimento. A tratti sembra che il suo fosse quasi un promemoria o un suggerimento, un’indicazione per chi, nel dopoguerra, si sarebbe occupato di quella doverosa opera di riesumazione. Altre ragioni ai miei occhi, non parevano proprio essercene; certo un peso lo avrà avuto senz’altro la pietà umana o il rammarico, oppure il riconoscimento del loro indiscutibile valore: quello che mise pericolosamente in bilico il fronte che gli era stato affidato".
Erano i giorni della cosiddetta Operazione Valanga, che costò la vita a un numero spaventoso di alpini e di soldati austroungarici (prevalentemente ungheresi e rumeni). A conclusione della battaglia, in cui le truppe italiane fermarono con un’enorme tributo di sangue lo sfondamento degli imperiali, furono raccolti in una o forse due buche (risultato dell’esplosione di altrettante bombe) i resti di 94 soldati austriaci rimasti insepolti. Solo la perseveranza di Boem ha permesso di dimostrare che quell’informazione era vera. Recenti scavi condotti dall’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, in accordo con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti del Ministero della Difesa che ha la competenza esclusiva del recupero di resti umani appartenenti a soldati, hanno riportato alla luce i resti di dodici caduti dell’Esercito austro-ungarico in una delle buche di granata che si possono intravedere sopra il passo del Tonale.
E molto rimane ancora da scoprire, come racconterà lo stesso Sergio Boem durante la sua conferenza di sabato 19 novembre alle 21. Accompagneranno la serata i canti del Gruppo Folcloristico I Bej. Appuntamento nella sala Civica di Villa Ceriani, in via Ugo Foscolo 23, con ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti.
La concomitante mostra allestita per i 150 anni degli Alpini resterà aperta fino al 27 novembre il sabato e la domenica dalle 14 alle 18.00, in settimana durante gli orari di apertura del Museo, richiedendone prima la prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni: museoerba@comune.erba.co.it; 366.217746.