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Alla scoperta delle mummie del Museo di Erba

Partito il progetto di studio, conservazione e valorizzazione dei reperti egizi erbesi: verranno sottoposti a tac, endoscopia e analisi

Alla scoperta delle mummie del Museo di Erba
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Sabato 4 febbraio ha preso il via il progetto “L’Egitto a Erba. Le mummie del Museo Civico raccontano”, a cura del Mummy Project e del Museo Civico di Erba per lo studio, la conservazione e la valorizzazione della collezione egizia erbese.

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Alla scoperta delle mummie del Museo di Erba

Il progetto era stato presentato nelle giornate dell’1 e 2 ottobre 2022, presso la sede del Museo, a Villa Ceriani, con una conferenza a più voci, laboratori ludico didattici per bambini, incontri e visita guidata per genitori e parenti. Ora si inizia affrontando tutte le analisi volte alla comprensione delle mummie, sia dal punto di vista egittologico, che antropologico e conservativo. Seguirà il restauro per garantire loro l’eternità e prepararle alla futura nuova esposizione.

Si tratta di una testa, una mano e un piede portati in Italia dal marchese Francesco Majnoni d’Intignano, ricevuti in regalo quando era Console Generale d’Italia al Cairo. Grazie alle ricerche che si effettueranno ora potranno raccontare molto. Si cercherà di scoprire la storia delle persone che sono state, la loro identità, l’età, il sesso, ma forniranno anche preziose informazioni sulle tecniche di imbalsamazione e sugli ingredienti usati.
L’équipe del Mummy Project (http://www.mummyproject.it) che effettuerà lo studio vanta un’esperienza quindicinale nel campo della ricerca sulle mummie. Le mummie saranno sottoposte a specifiche indagini: TAC, endoscopia e successivamente analisi chimiche e fisiche, cosicchè in futuro si potranno restituire le sembianze alla testa di mummia con una ricostruzione forense del volto.

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Tutti i passi dello studio

Il primo passo del progetto sarà la TAC , effettuata presso una delle strutture di eccellenza del ramo diagnostico, la Gemini Rx di Travagliato, Brescia. E' proprio in direzione della clinica che sabato mattina sono partiti i reperti, accuratamente imballati e protetti, dall'egittologa e direttore del Mummy Project Sabina Malgora, l'osteoarcheologa Francesca Motta e la conservatrice museale Clelia Orsenigo.
Il team del Mummy Project che saràa ll'opera sui reperti sarà composto, oltre che da Malgora e Motta, anche da Chantal Milani, antropologa forense, Elena Lancetti e Stefania Bottazzi, membri operativi, Elena Rossi, restauratrice e membro operativo, Cinzia Oliva, restauratrice, con il fondamentale supporto del team di Radiologia della Gemini, composto da Valentino Rubetti, direttore, e il suo équipe di radiologi, tra cui Andrea Vacis, che da anni collabora con il Mummy Project.
Perché la TAC? "Mentre i raggi X forniscono solo immagini dimensionali, le scansioni della TAC generano immagini 3D che consentono di esaminare molto bene i reperti, nei loro più piccoli dettagli, manipolandoli come se li avesse in mano. Si possono creare dei modelli 3D ed effettuare autopsie virtuali, senza quindi toccare e danneggiare le mummie", ha spiegato Malgora.

Il secondo passo del progetto sarà l’endoscopia laparoscopica. A eseguire l’esame sarà Pasquale Capaccio, professore associato di Otorinolaringoiatria all'Università degli Studi di Milano.
"Con uno strumento sofisticato, costituito da un sottile tubo dotato di pinze e telecamera, saranno prelevati all’interno della testa di mummia campioni di ossa, materiali organici e inorganici e bende - ha continuato la spiegazione la direttrice Malgora - Al tempo stesso sarà possibile vedere con i propri occhi dentro la mummia, effettuare filmati e scattare fotografie, passando dalla visione 3D virtuale della TAC, tomografia computerizzata, alla visione diretta".

Terzo passo: i prelievi, utili per le analisi chimiche e fisiche (carbonio 14, gascromatografia e FTIR), che saranno effettuati in collaborazione con Luigi Bonizzi, Alessio Soggiu, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano, Marco Nicola, dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation e con Wilfried Rosendahl, direttore del German Mummy Project, del REM-Reiss Engelhorn Museen, Manheim.
"Sofisticate analisi sui frammenti prelevati permetteranno di scoprire numerose informazioni sullo stato di conservazione delle mummie, sulla datazione, sulle sostanze usate durante la mummificazione".

Il restauro sarà fatto in diretta al Museo

Ultimate tutte queste analisi, per i cui risultati si dovrà attendere del tempo, si porcederà però nel frattempo al restauro, che verrà fatto "in diretta" nei locali del Museo: "Dal 25 marzo al 2 aprile la restauratrice Cinzia Oliva lavorerà qui al Museo e si potrà vedere in diretta il suo lavoro - ha spiegato la conservatrice Clelia Orsenigo - nel fine settimana l'accesso sarà libero a tutti gli interessati, mentre in settimana saranno invitate le scuole".

Il progetto

Il progetto “L’Egitto ad Erba. Le mummie del Museo Civico raccontano” è stato possibile con sostegno di: Comune di Erba, Fondazione Provinciale della Comunità Comasca, Rotary Club Erba Laghi, i partners di Mummy Project Research APS, tra cui: Gemini RX di Travagliato; Karl Storz Endoscopia Italia S.r.l.; Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche, Odontoiatriche e Otorinolaringoiatria dell’Università di Milano; Adamantio s.r.l., Science in Conservation.

Il Museo Civico di Erba conserva ed espone le testimonianze della storia della città di Erba e del suo territorio, ricoprendo l’importante ruolo di custode della cultura e delle radici della comunità locale. L’esposizione illustra le tappe principali della storia del Triangolo Lariano, a partire dalle epoche geologiche, con una ricca sezione dedicata ai fossili, fino all’età moderna, passando attraverso la Preistoria, l’età romana e il Medioevo. Vi è anche una sala del Collezionismo che conserva testimonianze di origine egizia, magnogreca ed etrusca. Grazie a questo progetto e al concomitante restauro dell'intera Villa Ceriani, che lo ospita, e che consentirà di ottenere nuove sale e ulteriori spazi per lo stesso Museo, questo potrà vantare un vero e proprio "angolo d'Egitto" che verrà valorizzato con video, pannelli esplicativi, percorsi e laboratori per le scuole.

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