Scrive un libro per la figlia morta: "Il mio dolore può aiutare altri genitori"
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Come si può riuscire a vivere, e non semplicemente a sopravvivere, dopo la morte di una figlia di soli 9 anni? La marianese Mirella Finotto, 55 anni, ci sta riuscendo, a piccoli passi, anche grazie alla catarsi che ha trovato scrivendo un libro che racconta la storia della piccola Desy e la sua.
Scrive un libro per la figlia morta: "Il mio dolore può aiutare altri genitori"
"Ho voluto tirare fuori tutto quello che avevo dentro, l'ho fatto sia per me che per chi sta vivendo situazioni simili alla mia, per aiutarli a venirne fuori, magari non del tutto, ma per intravedere degli spiragli di luce. Prima di iniziare a scrivere avevo toccato il fondo, ho affrontato la depressione ed ero talmente disperata che sono arrivata a farmi del male. La perdita di un figlio è un dolore faticoso, che fa crollare e spesso porta ad ammalarsi. Si vorrebbe gridare di rabbia, urlare la propria disperazione al mondo. Quando ho finito di scrivere, sono riuscita a dormire di più la notte, come se mi fossi tolta un peso", ha raccontato.
Era il 16 luglio del 2012 quando Desy perse la vita durante un fatale attacco d’asma. "Fin da piccolissima soffriva di febbri molto alte, poi, dopo alcune visite, abbiamo scoperto che era allergica a tantissime cose. Crescendo, intorno ai 6 anni, ha avuto dei peggioramenti dal punto di vista respiratorio, con febbri che arrivavano anche a 41. Un dottore mi disse che avrebbe dovuto vivere in una campana di vetro, in particolare per l'allergia alla alternaria (un genere di fungo che, proliferando, genera una muffa che si diffonde con facilità in ambienti umidi e che potrebbe comparire anche dentro casa, ndr)". E' bastato un semplice giro in bicicletta, insieme a mamma e sorella più piccola, per provocare una crisi, la terza nel giro di poco, che le è stata fatale. Desy, complici anche dei ritardi nell'arrivo dei soccorsi, è finita in coma e dopo tre giorni è venuta a mancare.
Il profumo dell'amore
In questi mesi Finotto, spinta dal suo agente letterario Johana Laura Mendez, ha tradotto il suo dolore in un fiume di parole, scritte con carta e penna. "La sua è una storia dura che ci fa riflettere anche sulle recenti morti in mare, perché il dolore non ha differenze di nazionalità», ha spiegato Mendez, talent scout letterario e traduttrice per lo spagnolo, che si sta occupando della trascrizione. Il libro, che ha come editore Nicola Bergamaschi e come casa editrice «We», si intitola «ll profumo dell’amore".
"Quando era sul letto dell'ospedale, clinicamente morta, ho voluto aspettare un segno prima di dare l'ok per staccare la spina. Ad un certo punto sono stata raggiunta da un profumo particolare di fiori, che non avevo mai sentito prima. Era la mia bambina. Quel profumo mi ha seguita ovunque, in macchina e poi fino a casa, dove l'ho sentito per giorni. Ogni tanto lo percepisco ancora. Qualche tempo fa, mentre ero al lavoro, in mezzo a delle viti ho trovato un cuore fatto in acciaio. Ho capito che posso ritrovare Desy in tante cose".