La lettera di un investito: "Spesso si guida senza pensare al pericolo e alle conseguenze per gli altri"
"Provo sempre un forte turbamento quando si parla di investimenti sulle strisce pedonali, la mente corre velocemente a quel primo giugno 2006"
"In questi giorni, non che ne mancassero anche prima, le cronache raccontano particolarmente dei tanti incidenti stradali che tante vite hanno spezzato. Spesso, troppo spesso giovani vite alle quali è stato tolto il futuro, il crescere uomini o donne".
Inizia così la lettera di Renato Meroni, ex consigliere comunale di Cantù e vittima di un investimento nel lontano 2006 (le cui conseguenze si fanno sentire ancora oggi), scritta a cuore aperto per sensibilizzare sulla pericolosità degli incidenti stradali e dell'importanza di guidare con prudenza.
La lettera
"Spesso si corre o si guida senza pensare al pericolo che un comportamento poco prudente e attento alla guida può farci correre, una disattenzione che può diventare un'atroce realtà per chi ne porterà i segni, con infortuni che pesantemente si ripercuoteranno sulla qualità della vita, se non viene spezzata e portata via. Non meno importante e doloroso è il dolore immenso che truciderà i cari che piangono queste vite menomate o spezzate.
Provo sempre un forte turbamento quando si parla di investimenti sulle strisce pedonali, la mente corre velocemente a quel primo giugno 2006, una serata con un leggera pioggerellina, l'attraversamento sulle strisce, i due fantasmi bianchi che mi venivano contro. I fantasmi bianchi erano le luci della macchina che mi investì, quei fantasmi che per tanto tempo, giorno e notte mi giravano intorno, turbavano il mio sonno e mi accompagnavano nella mia mente, nei miei occhi talvolta persi nello spazio.
Mi ricordo le macchine che passavano, la precedenza data loro, poi quel 'dai andiamo tocca a noi', le luci sempre più vicine, quel saltello all'indietro per evitare l'impatto imminente, ma niente l'impatto ci fu. Ricordo che ero dolorante, ma soprattutto molto spaventato, non sentivo nulla, ero in una confusione che mi estrometteva dalla realtà, negli occhi solamente i due fantasmi, quasi per esorcizzare quel momento dissi: 'dai non mi sono fatto nulla'.
La corsa in ospedale, il trauma confermato, poi riconfermato anche il giorno dopo al mio ritorno in pronto soccorso. Col passare delle ore si evidenziano sempre più i problemi lasciati dall'impatto, prima alla cervicale, un intervento chirurgico, più tardi i dolori si fanno sempre più pressanti alla lombare e alle gambe che faticano a muoversi, altro intervento. Le cure farmacologiche non bastano, si tenta la strada della terapia del dolore per il dolore neuropatico, così disse il medico che mi aveva in cura.
In questi anni si sono intervallati diversi interventi, e ancora dalle terapie per stimolare i nervi agli elettro stimolatori midollari. La vita mi è stata stravolta, come si dice non sono più quello di prima, ma quello che importa è che sono vivo e ancora presente per la mia famiglia. Le limitazioni sono tante, dalle attività giornaliere all'attività professionale, alla socialità limitata, molto limitata.
Si riaprono tutte le ferite, i dolori ritornano pesantemente come nelle mie prime ore dopo l'incidente, quando sento notizie di cronaca che parlano di questo tipo di incidente stradale, quello degli investimenti sulle strisce pedonali, come il mio.
Permettetemi una chiosa, visto che lo scherno a tutta questa vicenda non mi manca: per educazione stradale ho sempre attraversato la strada sulle strisce, ridendo dicevo 'se mi spianano mi pagano...' cavoli mi hanno spianato per davvero, quasi me la fossi tirata, lo dico con non poco sarcasmo, e un pizzico di amarezza, e qui gli stati d'animo si intervallano e si accavallano in una gran confusione. Che dire, a me è andata tutto sommato bene, l'investitore si fermò e mi soccorse, nonostante gli alti e bassi della mia vita ringrazio Dio di non aver perso quello che più di prezioso abbiamo, la vita".