L'episodio

Insulti razzisti in campo a un quindicenne

Durante la partita di calcio un giocatore di colore della Gs Junior ha ricevuto un’offesa razzista da un avversario

Insulti razzisti in campo a un quindicenne
Pubblicato:

Un insulto razzista urlato su un campo da calcio ha sconvolto la comunità finese e ha fatto discutere, soprattutto perché i protagonisti dell’accaduto sono due ragazzini di 15 anni appena compiuti: una diversità, quella del colore della pelle, che non dovrebbe più essere oggetto di discriminazione. Il grave episodio di razzismo è avvenuto al campo sportivo comunale "Ausonia" di Fino Mornasco, nel match del Gs Junior Calcio contro Asd Porlezzese (0-3) del campionato Allievi provinciali Under 16 giocato domenica 26 novembre.

Intorno al 65° minuto, a palla e gioco fermi per una sostituzione, un calciatore della Porlezzese, classe 2008, ha apostrofato l’avversario di pari età della Junior con un pesante insulto razzista. Il ragazzo, ghanese di nascita e cittadino italiano a tutti gli effetti, ha reagito perdendo le staffe: stava per aggredire fisicamente l’avversario, ma è stato prontamente fermato da due compagni di squadra. Richiamato dal pubblico e dalle panchine, l’arbitro è intervenuto per calmare gli animi, ma senza sanzioni in quanto non aveva visto la scena né sentito l’offesa. L’attaccante è stato sostituito e accompagnato negli spogliatoi in evidente stato di nervosismo. Stessa sorte per il calciatore della Porlezzese.

La ricostruzione

"Un episodio molto spiacevole – ha dichiarato Stefano Truzzi, allenatore della Junior – In campo spesso volano parole di troppo per l’agonismo, ma, tra un insulto e l’altro di entrambi i calciatori, l’avversario ha proferito una grave frase da non ripetersi. Il giovane, orgoglioso delle sue origini, si è molto arrabbiato ed è stato trattenuto dagli altri prima che reagisse violentemente. Un ragazzino magari non si rende conto della gravità delle sue parole, il problema sono gli adulti: alcuni hanno condannato l’accaduto, altri hanno difeso il responsabile. Il nostro ragazzo ha reagito male e avrà contribuito a creare la situazione, ma episodi del genere non possono essere giustificati".

Il commento del presidente del Porlezza

Interpellato, Duilio Bertacco, presidente della Porlezzese, ha chiarito la posizione della società sull’infelice episodio verificatosi:

"Siamo stati duri: il ragazzo non ha ricevuto sanzioni dall’arbitro, ma a fine partita gli ho subito comunicato che avrebbe saltato la giornata successiva, di sabato 2 dicembre, come provvedimento disciplinare. Condanniamo fermamente questa brutta frase, la reazione è stata si inappropriata, ma c’è da dire che è stata causata da un’escalation di insulti rivoltagli per diversi minuti dal centravanti per frustrazione: non stava toccando palla per la stretta marcatura".

La reazione della Junior: scende in campo la settimana seguente mostrando uno striscione contro il razzismo

La grande famiglia della Junior Calcio si è subito stretta attorno al proprio giovane centravanti, visibilmente scosso e affranto a fine partita poiché ferito nella propria dignità e orgoglio.

Nel turno successivo di campionato, domenica 3 dicembre, la squadra ha mostrato la propria vicinanza al calciatore classe 2008, di appena 15 anni, nella sfida a San Fermo della Battaglia contro i Cacciatori delle Alpi entrando in campo in un modo del tutto particolare. Le formazioni titolari delle due società si sono schierate nel cerchio di centrocampo per il saluto pre partita ai tifosi mischiandosi, come simbolo di unione, amicizia e solidarietà nei confronti del quindicenne e di tutti coloro che ancora oggi sono discriminati per il colore della propria pelle. Con loro hanno portato uno striscione recante la scritta, ben visibile a tutti, "Il razzismo ha molti volti. Non il mio!".

Un gesto molto apprezzato dal ragazzo il quale, in Italia da pochi anni, è approdato alla Junior tre stagioni fa e, nonostante abbia potuto essere tesserato alla Figc solo quest’anno per cavilli burocratici, ha comunque preso parte a tutti gli allenamenti, riunioni, amichevoli dei compagni e ha sempre seguito dalla tribuna la propria squadra, impegnata nelle competizioni ufficiali.

"Lo striscione aveva lo scopo di sensibilizzare i presenti, ma in generale tutto l’ambiente, sulla lotta contro il razzismo e ne condanniamo qualsiasi episodio – ha commentato l’allenatore del ragazzo Stefano Truzzi – Come tantissime altre società abbiamo in squadra diversi ragazzi originari di altre nazioni: uno è originario del Togo, due vengono dalla Turchia, uno dal Ghana e uno dal Marocco. Aggreghiamo insieme i ragazzi, facciamoli giocare e divertire all’insegna dell’inclusione".

Il ragazzo non ha voluto perdere tempo ed è subito sceso nel campo da gioco per tornare a calciare il pallone col sorriso e spazzare via i pregiudizi, tra gli applausi del suo pubblico e dei suoi compagni, che gli vogliono bene.

Seguici sui nostri canali