In campo a sette anni marcando i più grandi. Savi: "Sogno di giocare in Serie A"
Riccardo è affetto da spina bifida e ha iniziato ad allenarsi con la squadra giovanile della Briantea84 solamente da un anno: la scorsa domenica ha fatto il suo esordio nel campionato Uisp
Doveva essere un qualunque debutto in campionato per la squadra giovanile dell’UnipolSai Briantea84. Una prima giornata di regular season contro l’Hb Uicep Torino con poco da raccontare, se non fosse che domenica scorsa sul parquet del PalaMeda è sceso in campo anche Riccardo Savi.
Riccardo è un bambino di sette anni e mezzo che, nonostante giocasse contro avversari anche molto più grandi di lui (al campionato Uisp la Briantea partecipa con la giovanile mentre le avversarie con le squadre senior), ha dato il suo contributo alla vittoria, 75 a 62, dei biancoblù.
La storia
Riccardo, affetto da spina bifida causata da alcune ossificazioni venutesi a creare durante la gravidanza, ha scoperto la Briantea84 giusto un anno fa, quando ha iniziato a prendere lezioni di nuoto. Ma non è passato molto prima che scoprisse la passione per il basket e che iniziasse ad allenarsi regolarmente con la squadra giovanile. Un bambino portato per lo sport e sempre sostenuto dai suoi genitori sotto questo aspetto.
"Io e mia moglie abbiamo sempre pensato, anche con le attività a scuola, che Riccardo andava trattato come tutti gli altri - ha spiegato Alberto Savi, papà di Riccardo - Si deve sentire libero di fare tutto quello che ritiene opportuno e volevamo dargli una certa educazione, che passa anche attraverso lo sport: gli insegna ad approcciarsi con i compagni, con l’allenatore e con gli avversari con disabilità simili o diverse dalla sua".
Un insieme di fattori che la famiglia Savi, residente a Cadorago, non poteva che trovare in Briantea84. Così è iniziato il percorso di Riccardo nel basket, o meglio, nello sport.
"Abbiamo iniziato con il nuoto perché gli è sempre piaciuto stare in acqua - ha continuato Savi - Ma gli piace molto anche stare con le altre persone e il gioco di squadra si vede che lo completa come individuo. Però è un ragazzino molto attivo: a scuola hanno provato a fargli fare tennis e ora si è messo in testa che vuole fare anche quello", conclude ridendo.
L'esordio
Tuttavia, in un solo anno di percorso, non ci si poteva certo aspettare un esordio lampo per Riccardo, ma la gara di domenica scorsa ha smentito tutti i pronostici.
"Per noi è stata una sorpresa - ha continuato il papà - Da ex sportivo l’ho preparato all’eventualità di scendere in campo, ma poteva anche non giocare. È stata una bellissima esperienza perché c’erano anche i nonni a vederlo. È stato un bel momento di felicità e non ci siamo preoccupati del fatto che giocasse contro gente più grande, lui ha coraggio da vendere e indipendentemente da chi ha davanti dà sempre il massimo".
Parola a Riccardo
Una bella storia di sport che però non può esimersi dal racconto del protagonista, Riccardo, che per tre minuti è entrato in campo con un unico obiettivo: portare il blocco sul numero 11. E lui non l’ha mollato un attimo.
"Sì, ero un po’ emozionato - ha esordito Riccardo - La parte che mi è piaciuta di più è quando mi hanno detto di difendere su un giocatore più grande e non farlo entrare in area. Vorrei tanto arrivare a giocare in Serie A, ho già visto tante partite della Briantea e i miei giocatori preferiti sono Karim Makram e Nicolò Tommaselli. Spero di giocare in Serie A con loro".