Pirellone

Gaddi: "La transizione ecologica non penalizzi l’economia"

Il consigliere regionale di Forza Italia: "Attenti all’impatto sociale ed economico dei veicoli elettrici"

Gaddi: "La transizione ecologica non penalizzi l’economia"
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Nella seduta del Consiglio regionale del 7 novembre è stata approvata una mozione per sostenere la filiera dell’auto lombarda, che comprende oltre mille aziende con 50mila addetti e 20 miliardi di euro di fatturato. Dal Pirellone si chiede che la transizione ecologica imposta dalla crisi climatica sia graduale e non penalizzi un settore che da un secolo vede in eccellenza e innovazione i propri punti di forza.

La Commissione europea, annunciando lo stop alle auto con motore endotermico dal 2035, potrebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro solo in Lombardia. Serve cautela, nel puntare sui mezzi elettrici senza valutarne l’impatto sociale.

Gaddi: "La transizione ecologica non penalizzi l’economia"

Afferma Sergio Gaddi, consigliere regionale di Forza Italia e componente della IV Commissione regionale (Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione):

"Ho dato un convinto sostegno alla mozione. La decisione europea condizionerà pesantemente il mercato, mentre il consumatore va lasciato libero. Le vendite di veicoli elettrici, soprattutto nel settore professionale, non sono entusiasmanti. Eppure, stiamo appaltando la nostra storia economica, non solo lombarda ma europea, a Paesi terzi, in primo luogo alla Cina. È chiarissimo che le tecnologie necessarie, penso in primis alle batterie, non sono di padronanza assoluta europea. È quindi folle fissare una data di scadenza così ravvicinata per decine di migliaia di lavoratori".

Ciò non significa negare lo sviluppo di alternative, sostiene Gaddi:

"Il nuovo prodotto tecnologico stimola il consumo. Ma deve farlo in un clima di libertà, non d’imposizione. Siamo insomma vittime di un approccio ideologico al tema dell’ecologia e stiamo consegnando il nostro modello di sviluppo e la nostra libertà di consumatori a una direzione industriale che libera non è. Questa presunta necessità dell’elettrico è un diktat culturale, di cui non valutiamo le dannose conseguenze in termini di sostenibilità ecologica ed economica. È un paradosso inaccettabile che, per lanciare il green in Europa, in altri continenti si creino schiavi e si devasti l’ambiente".

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