Nadia Ferluga in India per le lezioni di karate all’orfanotrofio femminile
"Nonostante la situazione avevano sempre il sorriso sulle labbra, una cosa tipica dell'India, dove anche il più povero, a differenza di quanto accade da noi, sorride sempre"
Oltre 20 anni di viaggi in India, in una continua scoperta di un territorio che è diventato una seconda casa. Anche lì le lezioni di karate sono diventate un’abitudine, per il maestro dell’Asdk karate di Mariano Comense, Nadia Ferluga, 75 anni, che nel suo ultimo viaggio però ha tenuto una sessione speciale, all’interno di un orfanotrofio femminile cattolico, gestito da un convento di suore a Puthenthope.
"Sono stata accolta in maniera meravigliosa"
La partenza per l’India è scattata il 16 dicembre, mentre il rientro è stato il 10 di gennaio. "Non vado solo per rilassarmi ma perché so che posso dare il mio contributo. Qui il karate è obbligatorio alle scuole elementari e alle medie, soprattutto per le bambine, spesso piuttosto timide e che in questo modo imparano a rafforzare il loro carattere", ha spiegato Ferluga.
Quando le ragazze dell’orfanotrofio hanno visto una campionessa del calibro di Ferluga, non sono più state nella pelle. "Sono stata accolta in una maniera meravigliosa - ha spiegato - Si trattava di ragazze tra i 13 e i 15 anni, alcune di loro non hanno il papà, altre sono rimaste senza mamma, poi c’era chi purtroppo non ha più nessuno. Ho fatto lezione con coloro che non sono tornate a casa per le festività, proprio perché non c'era nessuno ad aspettarle. Nonostante la situazione avevano sempre il sorriso sulle labbra, una cosa tipica dell'India, dove anche il più povero, a differenza di quanto accade da noi, sorride sempre".
Lezioni anche in una scuola convitto
Con indosso il karategi le ragazzine si sono allenate per diverse ore, seguendo i consigli di Ferluga e cercando di custodirli anche per il futuro. In cambio il maestro ha ricevuto in dono dei fiori di carta, creati dalle ragazze e un invito in refettorio per pranzare tutte insieme.
Le lezioni straordinarie della campionessa sono proseguite anche all’ "Ambekar Memorial", una scuola convitto che raccoglie ragazze di famiglie indigenti che non possono permettersi di assicurare il proseguimento degli studi ai figli. Un appuntamento regolare in una struttura dove in passato ha organizzato raccolte dei kimono del karate a cui hanno aderito generosamente molte palestre italiane. Questo perché non sempre la scuola è in grado di assicurare la divisa. Altre classi son state al dojo del Maestro Issac Rajan, gemellato con l’Asdk.
Una mission in cui credere
In India tutti gli insegnamenti di Ferluga vengono accolti a braccia aperte, a partire da quella prima volta che fece lezione per pur caso, dopo un percorso interminabile in una foresta nelle sperdute isole Andamane. E lei non si sottrae, anzi è ben felice di dedicare la sua competenza a questi ragazzi e alle ragazze. L’india col suo miliardo e 429 milioni di abitanti ha ormai superato la Cina, numeri altissimi che rendono complicata la strada per assicurare a ciascuno una buona istruzione. Ecco perché Ferluga presta la sua opera all’interno di scuole per ragazze indigenti o orfanotrofi, totalmente a carico, a volte dello stato e altre, come nella struttura in cui ha insegnato, di organizzazioni religiose. La sua missione, spinta dalla convinzione che la disciplina di questa arte marziale abbia un contenuto altamente formativo per i ragazzi, è condivisa anche in India, soprattutto nello stato del Kerala dove il karate è materia di studio obbligatoria.