Un viaggio interiore alla ricerca di sé
La mostra personale "La sedia mancante. Alla ricerca dell’IO perduto” dell'artista Daniele Schivardi è un invito a immergersi nelle profondità dell'animo umano
Il mondo dell'arte contemporanea si arricchisce di significato e profondità con l'inaugurazione della mostra personale "La sedia mancante. Alla ricerca dell’IO perduto”, dell’artista eclettico Daniele Schivardi. Un'esperienza straordinaria che invita gli spettatori a immergersi nel viaggio introspettivo delle opere esposte. Questa straordinaria esposizione, a cura di Barbara Scala con la partecipazione di Patrizia Zito, si tiene presso la Fondazione Cominelli a San Felice del Benaco (BS) dal 3 al 28 febbraio e offre una visione unica e affascinante dell'arte contemporanea, sfidando le convenzioni e spingendo gli spettatori a esplorare il significato più profondo dell'esistenza umana.
Alla ricerca dell'IO mancante
Un evento che offre uno sguardo intimo e profondo nel mondo interiore dell'artista, trasformando la galleria in un palcoscenico per l'esplorazione delle profondità dell'animo umano.
Il titolo stesso suggerisce un'indagine nell'essenza dell'individuo, un'esplorazione delle parti nascoste e spesso trascurate della nostra identità. Le opere esposte in questa mostra rappresentano il risultato di un viaggio interiore dell'artista Daniele Schivardi, che ha trasformato esperienze personali e riflessioni profonde in forme artistiche straordinarie: la summa di un percorso solitario e profondo intrapreso dall'artista stesso, che, come Indiana Jones, personaggio raffigurato nell’opera di copertina, va alla ricerca non dell’arca perduta bensì di se stesso. L’opera non sarà presente in sala, perché è stata dipinta su un muro di un’abitazione privata.
La scelta di presentare una mostra personale come "La sedia mancante, alla ricerca dell'IO mancante" dimostra il coraggio e la vulnerabilità dell'artista nel condividere il proprio mondo interiore con il pubblico: la galleria stessa diventa un luogo sacro, dove ogni opera è una pagina del diario dell'artista, una testimonianza visiva del suo viaggio solitario attraverso le profondità dell'anima. Esplorare questa mostra è un'opportunità unica di connettersi con l'essenza più profonda dell'arte contemporanea e di scoprire il potere trasformativo di un viaggio personale, immergendosi nelle straordinarie creazioni di Daniele Schivardi e rivelando l'io mancante che risuona in ognuno di noi.
Un mondo magico e labirintico
"La sedia mancante, alla ricerca dell’IO perduto" è molto più di una semplice esposizione artistica; è una narrazione visiva delle esperienze personali, delle riflessioni intime e delle scoperte interiori che hanno plasmato la visione unica di Daniele Schivardi. Il mondo di Daniele Schivardi è tutt'altro che ordinario, è un mondo magico e labirintico, ipnotico e obnubilante in cui coesistono e si sovrappongono elementi mitologici e fiabeschi, mondi terreni e mondi ultraterreni, allegorie, rebus e arcani misteri, animali incoronati e figure femminili che trovano la loro compiutezza in divenire. C’è buio, molto buio, nero e cupo nei dipinti dell’artista ma c’è anche il rosso come negli affreschi pompeiani, e infine il chiaro, fondi bianchi e luminosi, coerentemente con quella che è l’eterna danza di luce e ombra dell’essere umano. L'uso sapiente del buio e della luce trascina gli spettatori in un mondo di introspezione, in cui il confine tra l'io esterno e l'io interno si fonde in un abbraccio poetico. Un logorio interiore che culmina nel monito “Cave Te”, scoperta del più noto “Cave canem”, presente in una delle sue tele più famose, in cui Schivardi racchiude un intero traFato di filosofia.
Nei dipinti di Schivardi convivono i quattro elementi; il fuoco nei volti dai lineamenti grotteschi intrisi di rosso, quasi sputati fuori dall’Averno; l’aria rarefatta delle galassie e delle costellazioni, la terra placida e rassicurante con l’iconografia dell’albero della vita ricolmo di doni succosi e colorati, e l’acqua con figure anfibie e pesci luna.