La perquisizione

Voleva fare credere che le perle valessero 7mila euro ma le Fiamme Gialle lo smascherano: valevano 143mila euro

L'italiano rientrava dalla Svizzera in treno con il carico ed é stato fermato in dogana

Voleva fare credere che le perle valessero 7mila euro ma le Fiamme Gialle lo smascherano: valevano 143mila euro
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Nei giorni scorsi i funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli della Sezione Operativa Territoriale di Chiasso e i militari della Guardia di Finanza in forza al Gruppo Ponte Chiasso a Como hanno sottoposto a controllo un viaggiatore di nazionalità italiana, residente in Svizzera, a bordo di un treno TILO in entrata nello Stato proveniente da Lugano e diretto a Milano.

Voleva fare credere che le perle valessero 7mila euro ma le Fiamme Gialle lo smascherano: valevano 143mila euro

La dichiarazione di non avere nulla, resa all’atto dell’ordinario controllo doganale, non ha però convinto gli operatori che decidevano di approfondire gli accertamenti in ufficio.

Nel bagaglio personale del viaggiatore veniva rinvenuto uno scatolone contenente quasi quattordici chili di perle coltivate, sia confezionate in matasse di fili, sia sfuse in sacchetti, prive di alcuna documentazione commerciale di scorta, rispetto alle quali il transitante dichiarava di non avere con sé la fattura ma che l’avrebbe prodotta
successivamente.

A seguito della sospensione dello svincolo della merce in attesa di ulteriori accertamenti alcuni giorni dopo il fermo il
viaggiatore aveva fatto pervenire una fattura apparentemente riconducibile, per quantità, ai prodotti intercettati, ma il cui valore dichiarato - di poco superiore a 7mila euro -, non appariva per nulla congruo rispetto al carico fermato, che mostrava una estrema varietà dei singoli pezzi (per dimensioni, per forma, per lucentezza, per colore, per peso, etc.) e, per di più, un valore in tutta evidenza ben più elevato di quello dichiarato, ma di difficile immediata quantificazione.

Gli operatori hanno, pertanto, chiesto una perizia al Laboratorio Chimico di Venezia, ufficio di ADM con specifiche competenze analitiche nel settore gemmologico, che a seguito dell’analisi gemmologica eseguita su di un congruo numero di campioni di perle, sia sfuse, sia in fili, aventi caratteristiche omogenee e rappresentative dei lotti di riferimento, attribuiva al carico sequestrato la qualità (e il rispettivo grado, secondo lo standard GIA, Gemmological Institute of America) di perle coltivate in acqua salata del tipo “akoya” (cd. perle giapponesi), e in
minima parte del tipo “south sea” (cd. perle australiane), per un valore commerciale complessivo di 143mila euro.

Pertanto, emersa la natura penale della situazione, le forze dell'ordine hanno proceduto alla denuncia a piede libero del viaggiatore, alla contestazione di contrabbando e di evasione di IVA all’importazione con conseguente sequestro probatorio dell’intera partita di merce.

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