Commosso addio a Plinio Agostoni: "Di lui ci restano umiltà, genialità, capacità di coniugare impresa, etica e solidarietà"
"Ciao Plinio e grazie, continua a lavorare per la tua famiglia, il Movimento, la Chiesa, la tua Lecco"
Un imprenditore, un uomo di fede, un marito, un padre, un nonno. Un uomo animato dalla volontà di lasciare un segno attraverso l'educazione. Un uomo che nella sua vita non si è mai risparmiato nei tantissimi ambiti nei quali ha saputo e voluto lasciare un segno che rimarrà certo indelebile. Sono state ricordate tutte le anime di Plinio Agostoni oggi, giovedì 7 marzo 2024, durante la cerimonia funebre del presidente di Confindustria Lecco e vicepresidente della Icam di Orsenigo scomparso martedì a 80 anni.
Commosso addio a Plinio Agostoni
La celebrazione funebre è stata presieduta dal prevosto di Lecco monsignor Davide Milani con altri tredici presbiteri. Ad animare la funzione è stata la Corale di Comunione e Liberazione, movimento che per Agostoni era una famiglia. Tante le autorità civili e militari, presenti, il prefetto Sergio Pomponio, il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, l'ingergner Vico Valassi, lo storico fondatore della Fondazione Comunitaria Mario Romano Negri, il comandante dei Carabinieri Alessio Carparelli, il consigliere provinciale Carlo Malugani, l'ex presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, l'assessore lecchese Giovanni Cattaneo, il sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi.
Il ricordo del Cardinale Angelo Scola
Ad aprire la cerimonia è stato il ricordo, letto da monsignor Milani ,che il cardinale Angelo Scola, impossibilitato ad essere presente di persona per un intervento chirurgico che lo vede costretto in ospedale, ha dedicato a Plinio Agostoni.
"Voglio essere vicino a tutti voi in questo doloroso momento del passaggio del nostro caro Plinio all'altra riva, quella dove abita il Padre dell'umanità intera che attende noi tutti. Non sono necessarie parole per dire quanto ognuno di noi deve a Plinio per la sua fede cristallina e per la sua densa umanità con cui ci ha accompagnato nel Movimento di Comunione e Liberazione per così tanti anni. Egli ha lasciato alle spalle la realtà terrena nella quale, senza risparmiarsi nulla, ha messo in gioco tutte le sue qualità cristiane e umane. Tutti noi sappiamo quanto gli debba il Movimento a Lecco e non solo. Questo dono risulta ancora più evidente nello splendore di questa morte che apre le porte della vita eterna. Non sarei onesto con me stesso e con tutti voi se non ci richiamassimo alla responsabilità che questa morte lascia sulle nostre spalle. Sarà difficile sostituire l'opera di fede, l'eredità creativa a la saggezza umana con cui Plinio ha accompagnato il Movimento insieme alla disponibilità ad assumere impegni ecclesiali, sociali e civili sul nostro territorio, fino al recente impegno come presidente di Confindustria Lecco Sondrio. Se però continueremo a guardare a lui e alla sua storia il Signore non ci farà mancare la forza per questa imitazione costruttiva. Ora Plinio, Mario, Giulio e tutti i nostri cari defunti ci tengo in un tenero abbraccio e ci indicano la strada intrapresa tanti anni fa ma sempre carica di fascino, di carità di servizio".
"Ciao Plinio e grazie, continua a lavorare per la tua famiglia, il Movimento, la Chiesa, la tua Lecco"
L'omelia è stata invece pronunciata da don Luigi Ferè che con Agostoni ha condiviso l’appartenenza a Cl. E proprio don Ferè ha ricordato l'incontro, in adolescenza, di Plinio Agostoni con il carisma di don Giussani.
"Non è possibile ricordare adesso in modo compiuto ciò che questo amore ha generato nella vita di Plinio. ognuno di noi conserva nel cuore e nella mente fatti, incontri, doni ricevuti vissuti tramite lui. Basterebbe ricordare il titolo dei capitoli del libro della sua intensa vita: l'amore alla famiglia, a Maria, ai figli, agli amatissimi nipoti, l'esperienza del Movimento, la grande storia di fraternità vissuta con tanti amici, da cui ha ricevuto tanto e tantissimo ha dato , il lavoro in SAE e poi nella grande impresa della ICAM, la passione educativa generatrice delle scuole e della fondazione che le sostiene, l'impegno sociale e civile fino alla Presidenza di Confindustria Lecco-Sondrio - ha detto il sacerdote - Vorrei solo ricordare qualcosa di queste ultime settimane di vita, perché nel compimento del cammino si vede il filo rosso, il segreto, il mistero, le radici dell'albero che ha dato così grandi frutti. Prima di tutto mi hanno sorpreso le parole scritte da Plinio subito dopo aver ricevuto la notizia della morte di Giulio: "Caro Giulio vorrei essere con te. A me e a noi è dato di continuare il cammino. La Fede trasformi lo sguardo, la parola, l'azione, la comunione vissuta come comunione tra noi, come comunione dei santi". Qui dentro c'è tutta la vita e il desiderio della vita eterna. la vita è compito e destino: destino che illumina il compito e compito che trova il suo senso nell'attesa del compiersi e dello svelarsi pieno del destino".
Non solo ma don don Ferè ha ricordato la festa per l'80esimo compleanno di Plinio Agostoni:
"Eravamo nella scuola alberghiera vicina a Somadino e a Premana, due luoghi carissimi a Plinio. alla fine della Messa ci ha regalato in un breve discorso, uno sguardo pieno di riconoscenza e di gratitudine alla vita passata. E poi la domanda "Adesso?" La risposta nelle parole che Maria e i figli hanno scelto per il ricordo nella sua immagine: "ci sono altri capitoli che si scriveranno, non so quanti ma a un certo punto non comparirà la parola fine, ma la parola ECCOMI" Ora lascia, o Signore, che il tuo servo, vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
"Infine le ultime ore nel pomeriggio di martedì ,circondato dai suoi in continua preghiera nel rosario e alla fine della Salve Regina al suono dell'Ave Maria della vicina Chiesa di Germanedo, ha detto il suo "eccomi", certamente preso per mano da Maria per portarlo al posto preparato per lui al banchetto del cielo vicino a Gesù. Quando diciamo l'Ave Maria non sempre pensiamo davvero alla domanda finale: prega per noi peccatori adesso e nell'ora della nostra morte amen. Ma è la domanda più vera: Maria è l'immagine della Chiesa che ci accompagna per tutta la vita e soprattutto ci è vicina nell'ora del passaggio - come noi adesso che chiediamo al Signore per Plinio la purificazione totale del suo cuore e la ricompensa del servo fedele - Ciao Plinio e grazie, continua a lavorare per la tua famiglia, il movimento, la chiesa, la tua Lecco."
"Di Plinio ci resta lo splendore della luce di Cristo da cui sempre ha voluto essere illuminato e che ha saputo riverberare su di noi"
"Cosa resta di Plinio? - si è chiesto poi don Milani nel suo toccante e personale ricordo - Ci basta che rimangano la sua eleganza, il suo sorriso, la sua cordialità, la sua schiettezza. Ci basta avere un posto dove piangerlo, onoralo, ricordarlo. Potrà sembrare ora poca cosa, invece per chi lo ha amato la sua presenza è destinata a rimanere più dei suoi resti. La grazia della Fede che ha dato forma alla sua vita, splende ora davanti a noi e ci mostra che questo corpo è destinato alla resurrezione. Cosa resta di Plinio? Abbiamo nel nostro cuore la testimonianza della sua passione per l'educazione alla vita , alla famiglia, alla fede, alla comunità, alla chiesa, alla scuola, al lavoro. Un ricordo, un esempio, un modello. La sua presenza è destinata ad essere più di una prassi da imitare. Plinio ha saputo generare dei processi e cambiamenti, non perché fosse di suo un innovatore, ma perché ha incontrato Cristo e da lui si è lasciato trasformare. Cosa resta di Plinio? Abbiamo nelle nostre mani l'impronta della stretta decisa delle sue mani operose e generose, preziose perle aziende in cui ha lavorato, per associazioni che ha servito. Umiltà, genialità, capacità di coniugare impresa, etica e solidarietà, partecipazione e profitto. Per chi ora non lo troverà più accanto la sua presenza è destinata a rimanere più dei traguardi conquistati. Plinio era sicuro un uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, L'azione incessante del suo lavoro è stata partecipazione alla continua opera creatrice di Dio. Nella sua agonia ha mostrato a molti il disegno e la dedica di una nipote "Nonno, sei lo splendore della famiglia". Plinio Agostoni ci ha dato una lezione nella fatica del respirare su quella innocente espressione, splendore, quasi un testamento. Lo splendore non ha come fine di tributare onore e gloria al soggetto che irradia quella meravigliosa luce ma ha lo scopo di donare a chi ne è illuminato, dignità, bellezza, verità. Di Plinio ci resta questo, lo splendore della luce di Cristo da cui sempre ha voluto essere illuminato e che ha saputo riverberare su di noi".
Lo straziante ricordo dei figli di Plinio Agostoni
A salire sul pulpito è stato poi il figlio Silvio che ha voluto ringraziare i tanti presenti.
"Se il papà fosse qui sarebbe commosso da questo abbraccio, ma non avrebbe voluto essere celebrato. E' stato grande, ma lo è stato per l'amore di Gesù. Don Gius gli è stato padre, e poi via via un susseguirsi di incontri, una grande donna. Takashi Paolo Nagai lo ha tanto colpito in questo periodo della malattia. Allora guardiamoci, come raccogliere questa eredità? Solo lasciarsi amare, lasciarsi andare a questo abbraccio, a questa iniziativa di Dio. Non serve nient'altro del cuore che ci è stato dato e una compagnia con cui camminare. Il papà ha vissuto così, ci invita a seguirlo".
"E' impossibile definire l'immagine che ho di mio papà - ha aggiunto il figlio Pietro - Durante il discorso che ha tenuto per i suoi 80 anni ha detto "il mio è costruito nel tempo, è l'apporto di ognuno di voi". Ognuno di voi potrebbe avere il diritto di salire su questo pulpito e di dire qualcosa di unico e di nuovo su Plinio ma anche così non basterebbe per incastrare tutti i pezzi del puzzle e non ci sarebbe abbastanza tempo, servirebbe un'altra vita. Ora sono qui per me, per la mamma, per i fratelli, per i nipoti. Vi esorto a mandarci i vostri ricordi, aiutiamoci a ricostruire questa immensa immagine di quello che è stato e di quello che sempre sarà il mio papà".
"Amici miei venite qui": sulle note di questo brano, eseguito da Gabriele Bolis con la sua cornamusa, la salma di Plinio Agostoni ha lasciato l'affollatissima basilica per per poi essere trasportata la monumentale per la tumulazione.