Uil Lario, i dati sulle assunzioni 2023 a Como e Lecco
Lo scorso anno, secondo gli Open Data Ines, a Como sono state 71.639 e 35.820 a Lecco.
Lo studio effettuato da Uil Lario tramite gli Open Data Inps mette in risalto i numeri delle assunzioni nel 2023 a Como e Lecco. Nel comasco trend in aumento rispetto al 2022, un calo invece sull’altro ramo del lago.
Uil Lario, a Como aumento del 2,09% di assunzioni a tempo indeterminato
La comunicazione arrivata da Uil Lombardia, Coordinamento territoriale Lario sulla base dello studio effettuato ,si basa sugli Open Data Inps, dati che mostrano l’andamento delle assunzioni in Italia, particolarmente a Como e Lecco.
Nel 2023, in Italia le assunzioni sono state 8.172.390 di cui 4.109.263 al nord, 1.810.729 al centro, 1.564.773 al sud e 687.625 nelle isole. In Lombardia, 1.525.129, in provincia di Como 71.639 e in provincia di Lecco 35.820. Rispetto al 2022, in Italia le assunzioni sono calate di 25.889 in valore assoluto, in Lombardia di 3.826 unità e a Lecco di 1.279. Como e provincia, registrano un trend positivo: aumento di 470 assunzioni.
A Como, nel 2023, si sono verificate 14.341 assunzioni a tempo indeterminato, 33.438 a termine, 3.421 di apprendistato, 5.560 stagionali, 7.055 a somministrazione e 7.824 a intermittente. Risultato? Un aumento del 2,09% a tempo indeterminato rispetto al 2022 e di quelle a termine del 2,12%.
Nel 2023, a Lecco, si sono verificate 7.111 assunzioni a tempo indeterminato, 13.842 a termine, 1.426 di apprendistato, 1.110 stagionali, 8.022 a somministrazione e 3.409 a intermittente. In provincia di Lecco c’è stata una riduzione, in termini percentuali, dell’ 11,18% di assunzioni a tempo indeterminato, al contempo una crescita del 2,85% di quelli a termine, del 27,59% degli stagionali, dell’1,07% dei contratti intermittenti. Nel corso dello scorso anno, nella provincia comasca, sono cessati 67.354 rapporti di lavoro e quelli di contratti a tempo indeterminato rappresentano il 30,93% del totale. A Lecco e provincia, invece, in valore assoluto le cessazioni a tempo indeterminato sono state 340 in più di quelle a termine e rappresentano, in valore percentuale, il 29,54% del totale.
Nel rapporto fra variazioni e cessazioni si nota un saldo negativo di 6490 in provincia di Como per i contratti stabili ed un saldo negativo di 2.892 in provincia di Lecco. Nel 2023 nella provincia di Como, su 5.560 stagionali solo 161 hanno visto trasformare il contratto in un contratto stabile, a Lecco su 1.110 stagionali questo si è verificato solo in 19 casi.
"E’ così difficile porre al centro la dignità dei lavoratori?"
Questo, il commento del coordinatore Uil Lario Dario Esposito: “Garantire il presente ed il futuro alle persone. Perché le sfide dell’oggi come accendere un mutuo in banca, saldare la rata di un affitto, pagare i costi di un nido, non consentono di attendere oltre. Così come quelle del futuro: il domani previdenziale di chi oggi lavora con discontinuità, saltando da un contratto stagionale ad uno a termine, porrà problemi di sostentamento quando si avranno i requisiti per accedere alla pensione. Non è quindi una battaglia ideologica quella della Uil sul buon lavoro ma concreta e che ha l’ambizione di riporre al centro le esigenze delle persone: contratto stabile, possibilità di crescita di carriere, formazione continua, busta paga all’altezza dei costi della vita. Esiste in Europa un modello vincente che sta dimostrando coi fatti quanto possa funzionare la visione del buon lavoro, in Spagna è stato introdotto nell’ordinamento legislativo il principio secondo il quale il contratto di lavoro deve essere a tempo indeterminato fatta eccezione per determinate casistiche tassativamente previste. E’ così difficile in Italia porre al centro dell’interesse nazionale la dignità dei lavoratori? E non troviamo conforto neppure nel passo indietro fatto da Regione Lombardia sui Patti Territoriali, patti nati per ridare slancio a quei settori lavorativi strategici nei vari territori e che prevedeva - inizialment e- fra le linee di intervento anche la flessibilità oraria a favorei dei lavoratori così come il welfare territoriale. Ebbene, è stato compiuto - a distanza di un anno - un passo indietro perché Regione ha eliminato quelle linee di intervento.
La Uil sostiene che la precarietà lavorativa, i continui contratti a termine, siano non solo un ostacolo per la qualità della vita delle persone ma anche e soprattutto per l’intera economia lariana"