Addio a Bruno Belluzzi, volto noto di Casnate
"In tutto l’arco della malattia ciò che ha sempre impressionato noi, i medici e gli infermieri è stata la sua incapacità di dire che le cose non andavano bene"
Casnate con Bernate e i suoi cittadini hanno detto addio a Bruno Belluzzi. Storica figura del paese, un marito amorevole, un padre esemplare, un nonno scherzoso e sempre presente.
Belluzzi aveva 85 anni e se n’è andato martedì 16 aprile a causa di un tumore con cui conviveva da tre anni. Lascia così la moglie Carla Losi, con cui era sposato da 60 anni, i figli Roberto e Patrizia e i nipoti Lorenzo di 24 anni, Matteo di 22, Leonardo di 21 e l’ultimo arrivato, il piccolo Stefano di soli 3 anni.
Il ricordo
Originario di Mantova, Belluzzi si era trasferito a Casnate con Bernate ormai 47 anni fa, nel ‘77. In tutti questi anni è diventato una figura storica del paese: con il suo carattere gioviale è riuscito ad allacciare sempre buoni rapporti con molti compaesani e non solo. Tant’è vero che sono stati tanti i messaggi di vicinanza arrivati alla famiglia nei giorni successivi al diramarsi della notizia e tanti anche i conoscenti e gli amici che hanno voluto dargli l’ultimo saluto ai funerali, celebratisi giovedì 18 aprile nella chiesa del paese. Presente anche l’Amministrazione comunale, di cui il figlio Roberto fa parte.
"Mio padre era un gran lavoratore - ha raccontato proprio Roberto - Per anni ha lavorato nel tessile, in particolare alla ditta Castagna di Albavilla che ha chiuso poco dopo che era andato in pensione. Nel lavoro lo guidava una passione che probabilmente ha trasmesso anche a me perché ad oggi anche io lavoro in questo settore".
Ma quello che è rimasto impresso di Bruno è il carattere sempre positivo, sempre disponibile. Una persona che guardava al bicchiere sempre mezzo pieno.
"Era molto conosciuto in paese perché dalla sua ha sempre avuto questo carattere estremamente gioviale ed entusiasta. Ha sempre vissuto molto il paese e nei suoi trascorsi è diventato una persona tra le più conosciute nonostante non abbia mai rivestito ruoli o cariche sociali".
Un carattere positivo che non ha mai abbandonato, anche di fronte ai momenti più difficili.
"In tutto l’arco della malattia ciò che ha sempre impressionato noi, i medici e gli infermieri è stata la sua incapacità di dire che le cose non andavano bene - ha continuato il figlio - Ogni volta che un medico o un infermiere gli chiedeva come andava, fino all’ultimo, lui ha sempre risposto che andava tutto bene e quando non parlava più ha sempre alzato il pollice. Questa era la sua filosofia di vita. Aveva una positività e una leggerezza che lo ha contraddistinto nei momenti del dolore o della sofferenza, lui non ha mai voluto disturbare gli altri mettendo davanti le sue esigenze".
Ultimi momenti che ha passato all’Hospice Il Mantello di Mariano Comense:
"Ci teniamo a esprimere grandissima riconoscenza nei loro confronti perché il mese che ha passato lì è stato di grande attenzione e sensibilità e affetto".