Uil Lario: “Parità di genere, conquista ancora lontana"
Gap occupazionale, retributivo e pensionistico.
Uil Lario chiede che si arrivi ad una piena ed effettività parità di genere: ecco i dati del 2022 a Como e Lecco.
Uil in prima linea per la parità di genere
Patrizia Bologna (Responsabile Uilfpl Sanità Privata) “Bisogna incrementare gli investimenti nelle strutture di cura in modo tale da liberare le donne dalla pressione di dover gestire da sole queste responsabilità. Bisogna puntare sul supporto al rientro lavorativo per le donne che vengono da un periodo di maternità e si devono introdurre i congedi parentali paritari”.
Patrizia Cudazzo ( Responsabile Uil Lario Politiche Pari Opportunità) “I dati dimostrano come il divario di opportunità fra donne ed uomini è reale ed attuale, la Uil chiede che si superi la visione ideologica del tema della differenza di genere per occuparsi di lavoro, previdenza, tutela”.
I consultori
“Le regioni organizzano i servizi consultoriali e possono avvalersi anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Questo l’art. 44 comma 5 del decreto nr.19/2024 convertito in legge in queste settimane e che apre la porta dei consultori alle associazioni Provita. Un passo a vuoto questa scelta Parlamentare che rischia di minare la libera scelta delle donne nell’interruzione o meno della gravidanza. Un passo a vuoto che cade in un contesto già precario, quello lombardo, dato da un’estrema difficoltà a reperire personale e risorse. Non è tuttavia solo la difficoltà del sistema sanitario il problema: la norma approvata consente, quantomeno a livello possibilistico, di far entrare nei consultori anche associazioni radicalizzate che, quale metodo di sostegno alle proprie tesi, indicono petizioni e raccolte firme per far ascoltare alle donne il battito cardiaco del feto. Quanto accaduto rischia di aumentare la già difficile corsa ad ostacoli che le donne affrontano nella quotidianità di tutti i giorni penalizzate, in molte situazioni, da un gap occupazionale, retributivo e pensionistico che le vede - numeri alla mano- poco tutelate.
Contratti a Lecco e Como, i dati
Secondo gli Open Data Inps infatti in provincia di Lecco nel 2022 nel settore privato non agricolo solo il 6,68% (3.260 in valore assoluto) dei lavoratori ha avuto un contratto part-time a fronte, è giusto dirlo, del 41,09% delle lavoratrici (15.270 in valore assoluto). In Provincia di Como l’11,31% dei lavoratori ha avuto un contratto part- time (10.032 in valore assoluto) a fronte, anche qui, del 39,17% delle lavoratrici (26.150 in valore assoluto). L’evidente differenza è data palesamente non da una preferenza per forme di lavoro dipendenti flessibili ma per l’esigenza, a carico delle donne, di rendersi disponibili per un lavoro di cura (della casa, dei figli, dei genitori anziani, dei familiari non autosufficienti) che grava quasi esclusivamente sulle loro spalle.
Gap salariale
Il gap diventa salariale se si controllano i dati relativi alle retribuzioni, esaminando infatti il settore privato non agricolo nel 2022 in provincia di Como le lavoratrici classificate nell’art. 2095 del Codice Civile come operaie hanno avuto una retribuzione lorda di 13668 euro, le impiegate di 22886 euro a fronte, rispetto ai colleghi uomini, di una retribuzione lorda di 2.174 per gli operai e 35000 euro per gli impiegati. In Provincia di Lecco le cose non sono date diversamente: 14714 euro la retribuzione lorda delle operaie, 22.320 euro quella delle impiegate a fronte di una retribuzione di 25.837 degli operai e circa 40 mila euro per gli impiegati.
La Uil vuole l’eliminazione degli ostacoli
La Uil Lario chiede che si arrivi ad una piena ed effettività parità di genere, che si realizzi nell’ eliminazione degli ostacoli che inducono le donne a dover scegliere fra carriera lavorativa e vita privata, che si pongano in atto politiche sociali che rafforzino lo Stato Sociale ed i servizi offerti al cittadino perché, i dati dimostrano, i disinvestimenti colpiscono non solo la classe lavoratrice ma le donne in particolar modo. Ad iniziare dall’ introduzione di Congedi Parentali Paritari: per incentivare la condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne attraverso congedi parentali retribuiti e paritari, in modo che il carico della cura non ricada unicamente sulle donne. Proseguendo con gli incentivi per il lavoro flessibile (forme di lavoro flessibile e a distanza che consentano alle donne di conciliare meglio le esigenze familiari con quelle lavorative, senza penalizzazioni economiche o di carriera), il supporto alle strutture di cura ed al rientro lavorativo.