L’Osteria di Pessitt alle Olimpiadi di Parigi insieme alla Nuova Zelanda
Il locale di Pusiano scelto come ristorazione ufficiale per il team di canoa/kayak
Alle Olimpiadi di Parigi non hanno trionfato solamente gli atleti italiani, ma anche la cucina del Bel Paese: in particolare quella brianzola preparata dallo staff dell’Osteria di Pessitt. A richiedere le prelibatezze nostrane non sono stati tanto gli Azzurri, in questo caso, quanto la squadra di canoa/kayak della nazionale neozelandese. Così il team del locale di Pusiano, gestito da Michela Valsecchi, composto dagli chef Giulio Beretta e Cristian Pozzi e in sala Marco Tardonato, ha trascorso quindici giorni in uno "chateau" affittato dalla Nuova Zelanda preparando i piatti della tradizione italiana ma godendosi anche le competizioni.
L’Osteria di Pessitt alle Olimpiadi di Parigi: "Lavoriamo con le nazionali di tutto il mondo"
"Già da quindici anni, come Eupili Cafè, lavoriamo con le nazionali di tutto il mondo - spiega Giulio Beretta - La squadra di canoa/kayak neozelandese si era allenata qui sul lago di Pusiano e aveva mangiato da noi. Lo scorso anno siamo stati scelti da loro per le pre-Olimpiadi, quest’anno siamo stati riconfermati per le Olimpiadi. Avevamo le loro divise, siamo stati insieme a loro in una bellissima struttura fuori Parigi perché loro volevano stare lontani dal caos della città".
"Una bellissima esperienza"
Il cibo doveva essere rigorosamente italiano, come da direttive della nazionale della Nuova Zelanda. Così, armati di olio di gomito ma soprattutto di mezzi pesanti, i ragazzi dell’osteria pusianese hanno portato oltralpe ben dodici quintali di prodotti italiani: tra questi mozzarella, grana, carne e tutto l’occorrente per preparare a mano la pasta fresca. "Iniziavamo alle 5.30 del mattino preparando la colazione per gli atleti e finivamo alle 23 - prosegue Giulio - Nonostante la fatica, è stata una bellissima esperienza. Avevamo già cucinato in altre competizioni importanti, come i Mondiali, ma le Olimpiadi sono un’altra cosa. Oltre a vivere nello chateau con la nazionale, abbiamo avuto la possibilità di vedere le gare da vicino sui maxi schermi ventiquattr’ore su ventiquattro e dopo le competizioni gli atleti ci raggiungevano sulle tribune. E’ stato davvero emozionante".
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