Salute e benessere

Corretti stili di vita e screening di controllo: con la prevenzione difendiamo il nostro cuore

Il 29 settembre è la Giornata Mondiale del Cuore: intervista al dottor Giuseppe De Blasio, responsabile del Servizio di Cardiologia all’Istituto Villa Aprica di Como

Corretti stili di vita e screening di controllo: con la prevenzione difendiamo il nostro cuore
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In Italia le malattie cardiovascolari occupano il primo posto tra le cause di morte con quasi 220.000 decessi (dati Istat del 2021) e rappresentano anche la causa più frequente di ricovero ospedaliero. In occasione della Giornata Mondiale del Cuore - il 29 settembre - ricordiamo l’importanza della salute del cuore e il ruolo fondamentale della prevenzione e della ricerca scientifica, potenti alleati nella lotta alle malattie cardiovascolari.
Ne abbiamo parlato con il dottor Giuseppe De Blasio, cardiologo presso l’Unità Operativa di Cardiologia Ospedaliera dell’Irccs Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio e responsabile del Servizio di Cardiologia dell’Istituto Clinico Villa Aprica di Como. Dove, proprio in occasione del 29 settembre, sono stati offerti degli screening cardiologici gratuiti molto apprezzati dai cittadini.

Cosa sono le malattie cardiovascolari

Dottor De Blasio, cosa intendiamo con malattie cardiovascolari?

"Per malattie cardiovascolari intendiamo l’insieme di quelle patologie che concorrono a deteriorare la fisiologica funzione cardiologica e vascolare del nostro organismo. Il nostro sistema cardiocircolatorio ci permette di affrontare tutte le attività quotidiane e anche sforzi notevoli. Purtroppo sappiamo di non essere eterni e naturalmente invecchiamo, questo già comporta un deterioramento dell’efficienza del cuore e dei vasi. Ma in alcuni casi questo deterioramento può essere accelerato anche da patologie, che concorrono a minare la nostra salute. In particolare mi riferisco alla cardiopatia ischemica, che rappresenta la prima causa di morte in tutto il mondo occidentale, con oltre il 50% dei decessi per questa malattia. Stiamo parlando principalmente dell’infarto e delle sue manifestazioni cliniche, come l’angina pectoris (dolore oppressivo al petto, ndr). Considerando che la nostra popolazione tende a invecchiare sempre di più - siamo secondi al mondo dopo il Giappone - ne deriva che queste patologie sono molto presenti e incidono pesantemente sul nostro sistema sanitario".

Ci sono differenze in questo ambito tra uomini e donne?

"La malattia cardiovascolare incide di più negli uomini fino all’età in cui la donna è protetta dagli estrogeni. Dopo la menopausa, però, la malattia cardiovascolare ha un’incidenza maggiore nelle donne che perdono la protezione della fase fertile".

Il dottor Giuseppe De Blasio

La prevenzione primaria

Fondamentale, ovviamente, è la prevenzione: quali sono i fattori di rischio su cui possiamo intervenire?

"In questo contesto abbiamo due linee di difesa: la prima è la prevenzione primaria, quella sulla quale bisogna puntare, perché tutte le previsioni a livello mondiale prevedono una crescita delle patologie cardiovascolari. Quindi quanto più saremo bravi a lavorare sulla prevenzione, partendo dai giovani, tanto minore sarà l’impatto sociale di queste patologie. In particolare, vorrei suggerire di aggiungere all’educazione civica nelle scuole anche l’educazione sanitaria, perché i nostri giovani passano più tempo sui social che non facendo attività fisica e vivere all’aperto. Questo ha un impatto notevole su queste patologie: sappiamo che uno dei maggiori fattori di rischio è l’obesità, che è in continua crescita e parte già dall’età pediatrica. Pertanto sarebbe bene insegnare ai giovani uno stile di vita e delle nozioni minime di educazione sanitarie per prevenire molte malattie, tra cui quelle cardiovascolari. In particolare fare attenzione alla dieta, all’eccesso di cibi troppo processati e calorici, e fare attività fisica, se pensiamo che a scuola si fa solo un’ora alla settimana di educazione fisica. Non ultimo il fatto che il fumo è ancora molto usato e abusato ed è estremamente dannoso. Inoltre, le città spesso sono ambienti altamente inquinati e questo già aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. La prevenzione primaria va fatta a tutte le età, partendo dai più giovani, ma non è mai troppo tardi per mettersi a dieta e fare un po’ di attività fisica".

Cura e prevenzione secondaria

Oltre scegliendo corretti stili di vita, come si curano le malattie cardiovascolari?

"Il trattamento della malattia acuta, l’infarto miocardico acuto - ricordando che in Italia abbiamo un infarto ogni 7/10 minuti e quindi un elevato numero di casi - comporta il ricovero immediato dove possibile in strutture adeguate per fare l’angioplastica, permettendo di salvare molte vite: nel 1988 la mortalità per infarto era di circa il 20% oggi siamo scesi al 2%, sono stati fatti passi enormi. Questo ovviamente prevede la presenza di reparti attrezzati adeguatamente. Laddove è già presente la malattia, parliamo di prevenzione secondaria, il trattamento successivo, il follow up di controllo: prima di tutto è importante combattere i fattori di rischio che hanno portato alla malattia. Ad esempio il diabete, con una dieta adeguata, perché impatta in modo negativo sulla malattia, insieme al colesterolo. Oggi l’industria farmaceutica ci ha messo a disposizione mezzi molto efficaci per combattere questi aspetti. Tutto questo passa anche da un controllo ambulatoriale con un cardiologo, con una semplice visita ed elettrocardiogramma, che in base al profilo di rischio del paziente e alle patologie già esistenti indirizzerà il paziente in un percorso clinico terapeutico che potrà ridurre drasticamente la mortalità e gli eventi successivi. Con questo tipo di malattie dobbiamo giocare d’anticipo, cercando di prevenire gli eventi, e laddove siamo in ritardo abbiamo già un danno, ma dobbiamo ridurre gli effetti negativi e gli eventi successivi. Questo è un passo importante che richiede la collaborazione tra ospedale, medici specialisti e medici di medicina generale. E nel nostro sistema regionale è già efficiente, seppure migliorabile".

Prevenzione e screening di controllo

Come possiamo riconoscere queste malattie per poterle curare per tempo?

"Spesso il paziente arriva da noi perché nota un eccessivo affaticamento per attività che prima faceva con tranquillità e senza disagio. Quindi uno dei segnali è la mancanza di fiato nelle comuni attività che prima non mostravano questo effetto. Un altro segnale è il dolore toracico: questo è sempre da attenzionare ed eventualmente da valutare con uno specialista, soprattutto se ci sono fattori di rischio. A quelli già citati, dobbiamo aggiungere anche la familiarità: chiaramente possiamo avere una predisposizione genetica a questo tipo di malattie, se in una famiglia ci sono stati casi di malattia cardiovascolare dobbiamo giocare d’anticipo perché prevedibile".

Quanto è importante affidarsi ad esperti con visite periodiche e specifiche?

"Il primo passo è una visita cardiologica con un semplice elettrocardiogramma: questo permette al cardiologo di disegnare un percorso su misura per ogni paziente in base al suo profilo di rischio. Che poi valuterà eventuali ulteriori approfondimenti. A Como abbiamo un’attività ambulatoriale in grado di eseguire tutte le diagnostiche cardiologiche non invasive. E per successivi esami e interventi possiamo avvalerci di una eccellenza in questo ambito come l’Ospedale Galeazzi - Sant’Ambrogio di Milano. A Villa Aprica, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore abbiamo fatto un controllo ambulatoriale gratuito di screening dedicato soprattutto a coloro che non hanno mai fatto un controllo prima, appunto per favorire la prevenzione".

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