Da Pizzaut alla primaria di Suello per raccontare la disabilità in "Essere Bea"
Beatrice Tassone, autistica e albina con la passione per fumetti e Giappone, ha presentato il suo libro (ma non solo) agli alunni.
Beatrice Tassone, ragazza autistica e albina, ha una grande passione per il fumetto e per il Giappone. La sua storia è diventata un bellissimo fumetto, "Essere Bea", con i suoi disegni che ha presentato nei giorni scorsi alla scuola primaria di Suello.
Il fumetto, un sogno che si realizza
Bea vive a Cologno Monzese e lavora da Pizzaut, prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico. In questi mesi sta portando la sua storia in giro per l’Italia, al fine di far conoscere tutte le difficoltà e le sfide che devono essere affrontate da una persona affetta da disabilità. Tra le varie tappe, nei giorni scorsi si è appunto recata alla primaria di Suello dove è stata accolta da tanti alunni interessati al suo racconto.
"Beatrice ha presentato ai bambini il suo fumetto nel quale racconta la sua condizione di persona con autismo, delle sue fatiche quotidiane, delle sue conquiste e delle sue numerose esperienze che l’hanno portata a diventare una giovane consapevole delle proprie qualità e disponibile ad imparare sempre qualcosa di nuovo - hanno spiegato le insegnanti che hanno organizzato l’incontro - La pubblicazione del libro è divenuta la realizzazione di un sogno che da sempre caratterizza la vita di Beatrice: il sogno di poter esprimere se stessa attraverso l’arte del disegno".
Bea ha spiegato ai ragazzi che ha scelto di utilizzare questa particolare forma narrativa con lo stile dei Manga perché si lega alla sua grande passione per il Giappone e per il giapponese, "una lingua che ha studiato in autonomia, ma anche perché il fumetto le permette di raggiungere un pubblico più vasto per poter sensibilizzare grandi e piccoli, riguardo i temi della disabilità e dell’inclusione".
Alunni entusiasti di averla incontrata
I giovani alunni hanno anche compreso cosa significhi l’autismo dal punto di vista scientifico, sempre attraverso le parole della ragazza. Beatrice ha poi raccontato ai bambini il suo desiderio di essere apprezzata per quello che è, di poter esprimere la propria arte e la propria personalità, come tutti.
"Gli alunni l’hanno accolta con entusiasmo, hanno appeso alle pareti dell’atrio della scuola parole scritte in giapponese per darle il benvenuto e hanno poi partecipato all’incontro con attenzione, rivolgendole molte domande" ha concluso l’insegnante. I ragazzi di classe quinta hanno anche letto una bellissima poesia, scritta tutti insieme, sul tema dell’inclusione e della diversità e hanno omaggiato Beatrice con biglietti decorati e una pizza disegnata con i simboli in CAA. Infine, da parte di tutti gli alunni, le è stata regalata una pianta giapponese, il Kokedama, per concludere il bel pomeriggio trascorso insieme e per ringraziarla per aver condiviso il suo mondo e i suoi pensieri.
A ringraziare gli studenti è stata lei stessa, poi, attraverso la sua pagina Facebook: "Spesso vado nelle scuole, per me è un piacere stare con i bambini. Bisogna educare i bambini a rapportarsi con chi è diverso e insegnare i valori dell’inclusione, perché loro saranno gli adulti del domani e vorrei un mondo dove tutti i bambini possono giocare e studiare insieme e avere le stesse opportunità di crescita e realizzazione, senza guardare le differenze e senza escludere".