Regionale Lombardia

Donne vittime di violenza, consegnate le chiavi degli alloggi Aler

Stanziamento complessivo di tre milioni di euro.

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Sono state simbolicamente consegnate le chiavi di sette appartamenti per donne vittime di violenza sulla base del progetto sperimentale promosso dalla Regione in collaborazione con Aler, Centri Antiviolenza e Case Rifugio.

Donne vittime di violenza, appartamenti per ricominciare

Gli alloggi - assegnati ad alcune realtà associative di riferimento sul territorio, tra cui: Eos Centro Ascolto Donna di Varese, Telefono Donna di Como, Associazione Rete Rosa di Saronno, Società Cooperativa Sociale L'una e le Altre di Varese e C.A.DO.M. di Monza Brianza - verranno messi a disposizione per un minimo di 5 anni. Il contributo regionale coprirà interamente, per tutto il periodo, il canone di affitto e le spese reversibili. Al termine del primo quinquennio, gli alloggi potranno rimanere a disposizione dei soggetti gestori dei CAV/CR con un canone di locazione concordato.

L’iniziativa rientra nel piano per autonomia abitativa delle donne vittime di violenza varato dalla Regione, che con uno stanziamento di tre milioni di euro, che per questa finalità consentirà la messa a disposizione di 64 appartamenti su tutto il territorio regionale. Nei mesi scorsi, sono stati già consegnati gli appartamenti delle Aler di Milano, Pavia-Lodi, Brescia-Cremona-Mantova. Nel suo complesso questa innovativa misura, vede, ad oggi, da parte di Regione Lombardia uno stanziamento complessivo di 3 milioni di euro, dei quali 300.000 euro destinati ai CAV e alle CR per i costi relativi all’accompagnamento delle donne nella sperimentazione (costi di personale ma anche arredi degli alloggi, costi di trasporto, spese di registrazione del contratto, utenze ecc).

Evento a Varese

All’evento, che si è svolto nella sede Aler di Varese, hanno partecipato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana; l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini; l’assessore regionale alla Casa e Housing sociale Paolo Franco; l’assessore regionale alla Cultura Francesca Caruso; l’assessore all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi; il presidente della IX Commissione regionale Sostenibilità Sociale Casa e Famiglia Emanuele Monti; e i vertici di Aler Varese Como Monza Brianza e Busto Arsizio: il presidente Stefano Cavallin e il direttore generale Luca Rocchetti.

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Il commento del presidente Fontana: “Siamo orgogliosi di poter offrire un sostegno concreto a queste donne, certi che potrà rappresentare uno stimolo e un sostegno per riprendersi il prima possibile le loro vite lontano da paure e violenze. Casa e lavoro sono le colonne sulle quali si costruisce la vita di una persona. E per chi ha subito un torto ingiusto, come lo sono le violenze di genere, è ancora più importante essere supportato. Oltre alla misura sulla casa abbiamo messo in campo azioni per l’inserimento lavorativo e la formazione. Solo quest’anno, sono oltre 16 i milioni, fra fondi statali e regionali, a disposizione dei 57 Centri antiviolenza e della 161 case rifugio e di accoglienza”.

Prevenzione e contrasto alla violenza di genere

La prevenzione e il contrasto alla violenza di genere sono una priorità di Regione Lombardia. Per questo, accanto alle consolidate politiche antiviolenza, abbiamo voluto introdurre provvedimenti innovativi come la sperimentazione dedicata all’autonomia abitativa che ho promosso personalmente raccogliendo le istanze giunte delle operatrici dei nostri Centri Antiviolenza”, ha dichiarato Lucchini. Una misura, ha proseguito, “per la quale abbiamo stanziato 3 milioni e che sta raccogliendo un’ampia partecipazione, con 260 candidature ricevute. Dopo una prima selezione, sono stati assegnati 64 alloggi e, attraverso un lavoro sinergico tra Aler e Centri Antiviolenza, si è dato avvio ai trasferimenti nelle nuove abitazioni in modo fluido e strutturato. L’iniziativa proseguirà ora con l’individuazione di ulteriori alloggi per far scorrere la graduatoria”.

Secondo Lucchini si tratta di “una risposta concreta per accompagnare le donne nel percorso di fuoriuscita dalla violenza garantendo loro un’abitazione che contribuirà a creare le basi di una ritrovata autonomia che consenta loro il ritorno a una quotidianità e a un’indipendenza perduta. Oggi, con la consegna di altri 7 alloggi Aler alle donne vittime di violenza, tre in provincia di Varese, tre nel comasco e uno nella provincia di Monza e Brianza testimoniamo la necessaria alleanza tra istituzioni a sostegno delle donne e dell’intera comunità”.

Gli interventi di Franco, Caruso, Fermi e Cavallin

“Per aiutare le donne vittime di violenza - ha dichiarato l’assessore Franco - è fondamentale garantire un’efficace risposta al tema centrale della casa: per ricominciare a vivere è necessario poter disporre di un’abitazione per sé e per i propri figli. In quest’ottica, come Regione Lombardia abbiamo deciso di destinare case a costo zero alle vittime dei soprusi. Una misura, questa, che rientra nelle direttive che abbiamo impartito alle diverse Aler territoriali nell’ambito della ‘Missione Lombardia’, il piano regionale di rilancio delle politiche abitative, dove prestiamo grande attenzione alla dimensione sociale”. Franco ha proseguito: "Anche attraverso progetti come questo stiamo ampliando e cambiando il concetto di servizio abitativo: le case dell’edilizia pubblica, oltre alle persone indigenti, devono poter essere assegnate anche ai cittadini che vivono momenti di estrema difficoltà e necessitano di un sostegno da parte delle istituzioni, che riusciamo ad assicurare anche grazie alla decisiva sinergia con le associazioni e gli enti del Terzo settore. Mutare il concetto di casa popolare significa lavorare concretamente per leggere i cambiamenti della società e strutturare un modello di intervento all’insegna del pragmatismo lombardo”.

"Con questa iniziativa - ha detto l’assessore Caruso - Regione Lombardia dimostra concreta vicinanza alle donne vittime di violenza. Regione Lombardia da anni investe, in particolare, su due aspetti fondamentali per la fuoriuscita della donna dal circuito della violenza: la casa e il lavoro. Solo riacquisendo autonomia abitativa ed economica la donna può realmente uscire dal percorso di violenza subita. La nostra istituzione è in prima linea con un impegno costante per promuovere un cambiamento culturale”. Gli fa eco l’assessore Fermi:  "La consegna delle chiavi rappresenta molto più che l’assegnazione di un alloggio: è un simbolo di rinascita e speranza per donne che hanno vissuto momenti di grande difficoltà. Come Regione, crediamo fermamente che la casa sia un diritto fondamentale e un punto di partenza per ricostruire una vita serena e autonoma. Continueremo a lavorare per creare una rete di protezione e sostegno, affinché nessuna donna si senta sola".

“Questo progetto - ha dichiarato il presidente dell’Aler territoriale Cavallin - rappresenta per noi un impegno fondamentale per il territorio e per le comunità. Con la consegna delle chiavi, vogliamo sottolineare il valore della solidarietà e della collaborazione con le associazioni che ogni giorno si dedicano alla protezione e al sostegno delle donne vittime di violenza. Ringrazio Regione Lombardia per il prezioso supporto che ha reso possibile questa iniziativa”.

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Le parole di chi sostiene donne vittime di violenza

Eos Varese, una rinascita: “Nel 2024 abbiamo assistito 193 donne – ha affermato Marzia Giovannini di EOS Varese - Registrando un incremento del 30% rispetto ai dati del 2023. Sono sempre più giovani coloro che ci chiedono aiuto, anche se possiamo dare una lettura positiva a questi numeri: sempre più spesso viene riconosciuta e denunciata la violenza. È grazie l’iniziativa di Regione e Aler che abbiamo potuto dare una speranza a una donna che non lavorava portandola così a rinascere. Se non si trova l’autonomia, finisci per ricascarci”.

Un esperimento che deve continuare: “La Regione Lombardia ha sempre sostenuto i Cav sia per il lavoro che per la casa - continua Oriella Stamerra di Rete Rosa ODV, Saronno - Questa è una cosa diversa, non nell’obiettivo ma nella modalità. Noi non ci tiriamo mai indietro, ma il carico di lavoro è sempre molto importante. L’esperimento di questi alloggi deve continuare”.

Si inizia con piccoli passi per Telefono Donna: “È difficilissimo per loro avere un contratto di locazione nel mercato privato - aggiunge Laura Tettamanti di Telefono Donna, Como - in quanto si tratta spesso di donne che non hanno un reddito. Grazie a questi alloggi abbiamo sistemato due donne. Sono poche, certo, ma ci aspettiamo che goccia dopo goccia riusciamo a conquistarci il mare”.

Finalmente un luogo da chiamare casa: “Avere un posto tutto loro - afferma Federica Trombetta di L’una e le altre, di Como - vuol dire finalmente sentirsi a casa. Dobbiamo ricordare che queste donne sono costrette a lasciare il luogo dove convivevano con il proprio maltrattante e spesso passano per case rifugio, che sicuramente per loro è una salvezza, ma mai una vera e propria casa”.

Ossigeno puro: “Per la donna che abbiamo aiutato - dice Manuela Gandini di CADOM, Monza - è stato un vero salto di qualità, perché lei aveva già un’abitazione, era alla fine del percorso della violenza, ma non poteva assistere alle spese. Il costo della vita, soprattutto a Monza, è molto alto. L’assegnazione di questo alloggio, infatti, lei l’ha vissuto come una boccata d’ossigeno, un modo per ripartire”.

 

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