Villa Guardia

Nella devastazione di Orikhiv, dove gli ultimi abitanti ucraini resistono in condizioni di totale privazione

Le testimonianze di chi condanna l’invasione russa, gli incontri con i volontari di “Frontiere di Pace”.

Nella devastazione di Orikhiv, dove gli ultimi abitanti ucraini resistono in condizioni di totale privazione
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I volontari di “Frontiere di Pace” sono in Ucraina: da Villa Guardia a Odessa, Kherson, Zaporizhzhia e villaggi delle rispettive oblast.

Missione di testimonianza

Non solo la consegna di 13.000 chilogrammi di generi di prima necessità, ma anche la continuazione della raccolta e registrazione di testimonianze, mettendosi in ascolto della popolazione ucraina che ancora resiste alla guerra.

 

 

Il sostegno della chiesa greco cattolica

Accanto agli ultimi, ai più fragili, a chi non ha avuto la possibilità di fuggire o non ha voluto abbandonare la casa - tutta la sua vita - i volontari con il generoso carico di beni. Cibo, medicinali, vestiti e coperte, prodotti per l’igiene personale, palloni da calcio e piccoli giocattoli. I primi a esserci, sul campo, i sacerdoti e le suore greco cattoliche che accompagnano e accolgono “Frontiere di Pace”. Come padre Ihor Boyko, rettore del seminario dello Spirito Santo a Lviv, suor Lukia Murashko, i vescovi Maxim Ryabuha e Mykhaylo Bubny

 

 

“I russi terrorizzano per rubarci il futuro”

Bombardati i civili: palazzi e uffici commerciali, scuole e parchi per i bimbi. Mentre Usa e Russia dialogano, gli ucraini hanno una sola e grande paura: essere sacrificati sull’altare di potenze mondiali.

Mercoledì 19 febbraio, a Kryvyi Rih (grande città siderurgica dove è attiva una Caritas eccezionale), Denis Zinchenko, 32 anni, racconta che con suo papà lavorava nel settore edilizio. Insieme hanno costruito anche la chiesa greco cattolica di San Nicola. Suo padre, adesso, è nell’esercito: ufficiale di 54 anni, al fronte a Kupiansk. Denis, non avendo più il lavoro, opera come responsabile della sicurezza nella Caritas. Per anni ha giocato a tennis, cosa che non può più fare. Cosa pensa della guerra e del futuro? “I russi ci vogliono terrorizzare, perché così costringono la gente a fuggire. Ogni mese la mia città subisce cinque o sei attacchi. I droni vengono abbattuti, si riesce a fermarli. I missili balistici, no. A volte l’allarme non fa nemmeno in tempo a scattare. Dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, la mia città ha avuto più di 100 civili uccisi”. Denis è anche un artista: dipinge, interpreta così la sua realtà. La realtà di un ragazzo di 32 anni che condanna l’invasione russa su larga scala.

 

 

Orikhiv, città fantasma

Nell’oblast di Zaporizhzhia, accompagnati da suor Lukia, i volontari di “Frontiere di Pace” sono entrati a Orikhiv: prima della guerra contava più di 50.000 abitanti, ora ne rimane un migliaio. Città devastata. Persino la chiesa ortodossa è stata bombardata dai russi. Gli attacchi con i droni sono reiterati. Lo dimostra la preoccupazione delle poche persone rimaste: emergono da case colpite o miracolosamente illese, mostrando condizioni di sopravvivenza non immaginabili da chi giudica questo conflitto a distanza di migliaia di chilometri. Ricevono gli aiuti umanitari e ringraziano, sollecitando i volontari a fare attenzione.

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